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Passai a prenderti sotto casa, ma senza avvisarti. Non ti chiesi di prestabilire un giorno, un orario o un posto dove incontrarci, perché io avevo già deciso tutto.

Avevo già deciso tutto senza il tuo consenso.

Passai quei giorni a seguirti solo per capire dove fosse la tua abitazione, e nel giro di due giorni imparai la strada: ogni giorno, dopo scuola, prendi la metro. Alla settima fermata scendi, ti guardi attorno, e sorridendo corri verso un altro ragazzino.

L'hai abbracciato.

Come hai potuto abbracciare lui e non me?

C'era solo una spiegazione. È così che si fa con gli amici, vero? E noi non eravamo amici. Tu eri imbarazzato, la tua cotta ero io. Era palese, era chiaro.

Quindi, ho percorso la stessa strada fatta da te e arrivai alla tua abitazione color bianco panna. Davvero una bella casa, Byun.

Per l'occasione mi feci bello: le gambe lunghe erano fasciate da jeans scuri, mentre il busto era coperto da una maglietta color grigio chiaro. I capelli perfettamente sistemati e un espressione felice dipinta in volto.

Bussai alla porta di casa tua e, pochi minuti dopo, tua madre mi venne ad aprire.

« Sono venuto a prendere Baekhyun! »

→chanbaek - psychopath.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora