Capitolo 12.

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Hinata scappò via andando verso l'ospedale come gli avevo chiesto di fare... intanto mi avviai a casa con la testa tra le nuvole.
Mi toccai le labbra... Hinata... mi ama?

Arrivai a casa con la testa talmente immersa nei pensieri che ebbi un vuoto di memoria assurdo, tanto che mi ero dimenticata persino il motivo per cui fossi arrivata sino a lì... Tobio... me lo ricordai poco dopo, e senza che me ne accorgessi, i miei occhi ricominciarono a far scendere numerose lacrime.
Bussando mi ritrovai davanti la faccia di mio padre che si preoccupò immediatamente visto il mio volto.

Padre: <(T/n)... che cosa è successo??>

Continuai a singhiozzare... stavo cercando di fermare i singhiozzi per parlare, ma non ci riuscivo.

Padre: <ehi cucciola... Tobio invece... dov'è??>

Continuavo a piangere ininterrottamente, quando dopo 5 minuti buoni riuscì finalmente a diglielo.

(T/n): <Papà... Tobio è... all'ospedale.>

Mio padre sbiancò totalmente in volto, e, invece di chiedermi come Tobio ci fosse finito in ospedale, corse verso la macchina e facendomi salire alla svelta e ci avviammo subito da lui.

Entrati all'interno di esso, vidi che era tutto bianco... tutto ciò mi deprimeva.
All'improvviso, mentre papà parlava con un'infermiera a chiedere di Tobio, arrivò qualcuno dalla testa arancione ad aggiungere un po' di colore al triste ambiente...

(T/n): <Hinata... ci sei anche tu... COME STA TOBIO?!>

Hinata: <Ecco... non me lo hanno ancora fatto vedere... al momento da quello che ho capito lo stanno operando alla testa... ma non è in pericolo di vita fortunatamente>

Tirai un sospiro di sollievo... almeno questo!
Hinata mi poggiò la sua mano destra sulla mia spalla, poi con l'altra mano mi prese il mento alzandomi la testa e portando i miei occhi verso i suoi, inconsciamente arrossii completamente...

Hinata: <(T/n)... ti ricordi quando hai detto:
"Lui però... non mi appoggiava affatto... passava tutte le sue giornate fuori, e le notti le passava sempre a dormire a casa dei suoi amici... lasciandomi sola...
Avevo paura della notte... del buio... avevo paura di cucinare... per il fuoco... avevo paura di uscire di casa... avevo paura di qualunque cosa e insomma... le mie giornate erano pura disperazione e solitudine"?>

(T/n): <S-si... quindi...?>

Hinata: <(T/n)... io voglio essere colui che ti faccia luce... così da non farti stare più al buio... voglio essere colui che ti protegga da qualsiasi cosa... io... voglio essere il tuo sole... i raggi che ti illuminino la vita...>

Restai  per qualche secondo a fissarlo... per l'imbarazzo la testa mi pulsava.
Stavo per rispondergli, quando sentii la voce di mio padre.

Padre: <CHE SIGNIFICA CHE NON POTETE FARMI VEDERE TOBIO?!>

Infermiera: <La prego si calmi signore.>

Padre: <NONONO, IO NON MI CALMERÒ FINO A QUANDO NON MI AVRETE FATTO VEDERE MIO FIGLIO!>

Dottore: <Infermiera Ishida!>

Reader's note. La pallavolo... non è il mio unico pensiero ~HINATA x READER~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora