Dopo che ebbi salutato Cottob, mi voltai e vidi la struttura per bene. Era gigantesca. Presi bene in braccio il mio bagaglio, e mi avvicinai al portone.
«Buongiorno» mi disse una guardia al portone «è qui per... arruolarsi?»
«La leva me lo impone» gli risposi.
«Oh, certo. Nome?»
«Jackson. Daniel Jackson.»
«Daniel Jackson... perfetto, Jackson, puoi entrare.»
Aprì il portone e mi fece entrare.
Era un campo d'addestramento enorme. Non avevo nemmeno finito di guardarmi intorno, che venne da me un uomo, decisamente palestrato, in canottiera e con jeans militari che mi disse:«Buongiorno, figliolo. Nuovo arrivato?»
«Eh.. sì, signore.»
«Bene. Ehi! Ehi Jacob! Quale capanno ha un posto libero?»
«Ehm... il capanno A-5 ha un posto che si è appena liberato! Tom Beeth se ne è appena andato.»
«Davvero? Oh, cazzo, quello lì mi era molto simpatico. Chissà se lo rivedrò mai. Allora! Benvenuto, Daniel! Puoi accomodarti nel tuo bel posticino nel capanno, che tra mezz'ora ti vengo a chiamare. D'accordo?»
Andai nel capanno, ed appoggiai la mia roba su un letto libero. L'unico letto libero, in realtà. Mi stesi quello che mi parve un attimo, e dopo mezz'ora esatta arrivò il tipo palestrato che mi svegliò.
«Ehi... Daniel.. dai, su, è passata mezz'ora, sveglia! Bravo ragazzo! Dai su, che dobbiamo fare tante cose.»
Mi tirai su piano piano, e mi misi a sedere sul letto. Perché lo chiamo letto? Più che letto, assomigliava ad una vecchia branda usata e riusata da 50 persone diverse, e mi resi conto che probabilmente era così. Tutti soldati mandati a morire.
«Dai, Daniel!» disse l'uomo palestrato battendo le mani.
«Ehm.. eccomi, ci sono.»
«Bravo ragazzo. Seguimi.»
Feci come mi disse. Mi portò in un luogo poco distante, dove c'era un uomo baffuto che stava scrivendo qualcosa su un taccuino, con a fianco un ragazzo che stava sparando con una M1918 Browning ad una figura di cartone.
«Bene, bene, basta così Rodolfo. Hai una buona mira. Vediamo un po' come corri.»
Il ragazzo si mise a correre, e devo dire, che era molto veloce.
«Bene, può bastare, torna qui» disse l'uomo baffuto. «Rodolfo, sei molto veloce, e sai sparare discretamente. Tu sarai una staffetta. Dovrai portare le notizie o le armi o qualsiasi altra cosa ai nostri soldati, correndo velocemente per non essere colpito dai nemici. Ruolo difficile, e molto pericoloso. Ti va di farlo, Rodolfo?»
«Eccerto che me va de fare questo ruolo! Quando tornerò da mamma mia, le dirò quanto fui importante, e lei se commuoverà, lei!»
«Bravo, Rodolfo. Ce ne fossero di soldati come te.» gli diede una pacca sulla spalla e gli disse:«Dietro al tuo dormitorio troverai un piccolo campetto; li ci sarà un mio amico, Kevin. Lo sai, era un maratoneta, prima dello scoppio della guerra. Ti addestrerà lui. Vai.» gli diede una pacca sulla spalla e il ragazzo andò via facendo una corsetta.
«Un mangia spaghetti del cazzo. Tutti uguali, sti italiani» disse borbottando l'uomo, che non si era ancora accorto che noi fossimo lì.
«Ehi, Bob» disse l'uomo palestrato «Non è che mi aiuteresti con questo ragazzo, Daniel?»
«Ma certo, Jim. Un momento e sono subito da te.»
L'uomo baffuto scrisse velocemente qualcosa sul suo taccuino e poi disse:«Eccomi. Allora, chi abbiamo qui?»
«Daniel Jackson, signore.» risposi.
«Ah ah!» ridacchiò l'uomo baffuto «Non mi devi chiamare "signore"! Io sono Robert Fras, e sono, come dire, l'uomo dell'orientamento. Sono io che scelgo che ruolo avrai, in campo. Sono io che scelgo se sarai un soldato semplice, o una staffetta, un pilota, un cecchino.. anche se per essere pilota, dovresti andare da Paul, dall'altra parte del campo. Allora, tu cosa vorresti essere?»
«Ehm... non saprei, signore» risposi in modo impacciato.
«Come tutti, d'altronde. Senti,» mi disse «prendi un po' quel BAR e fammi vedere come spari.»
Presi il fucile e mi misi sdraiato. L'uomo baffuto e quello palestrato mi guardavano in modo strano. Il ragazzo di prima, sparava stando in piedi, ma io mi sentivo più a mio agio da sdraiato. Presi la mira, e sparai. Non sparai una raffica, proprio per niente. Sfiorai appena il grilletto, e partì un solo colpo, che prese dritto in testa il bersaglio.
«Porca!» disse l'uomo baffuto «Porca! PORCA TROIA! Non ho mai visto niente di simile in vita mia, giuro su Dio! Porca puttana! Hai stoffa, ragazzo! Hai stoffa per essere un CECCHINO! Un fottuto cecchino! Il tuo destino, è già scritto! Porca troia!»
Come disse Robert... "Porca troia, il tuo destino è già scritto", il mio destino era davvero già scritto.
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Storia di un Cecchino
Historical FictionUn cecchino che dovrà farsi valere durante il conflitto in corso negli anni 40.