CAPITOLO 2

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Sono immobile non so cosa fare o dire.
«Ehy...»
Resto zitta pietrificata, cercando di smuovere i piedi dall'asfalto che ormai sembrano incollati.
«Come stai Scar?»
Nuovamente ammutolita.
«cosa c'è il gatto ti ha mangiato la lingua?» mi dice con una risata tenera e pizzicandomi la guancia. DAVVERO SIMPATICO.

A quel gesto mi scosto e prendo nuovamente il comando del mio corpo.
«Cosa ci fai qui Sam?» gli sputo velenosa con aria di sfida.

«Cosa ci faccio? Mi pare ovvio, è una scuola, cosa si fa in una scuola, si gioca ai videogames per caso?»

«la tua simpatia è sempre la stessa a quanto pare... pari a zero. Ora se vuoi rispondermi, accomodati, se no levati gentilmente dal cazzo.»

«tu sei sempre la stessa a quanto vedo. Cosa c'è da capire mi sono trasferito.» mi dice innocente.

« si, certo... come no, va a finire che ti hanno cacciato dalla tua prestigiossissima scuola, quella a cui sei andato con la MIA borsa di studio no?» gli rispondo con tono da egocentrica.

Nessuna risposta, distoglie immediatamente lo sguardo da me e lo porta verso il basso cercando di evitare qualsiasi contatto visivo.
Ehy gente chi tace acconsente.
Non ho parole. NO WORDS FOR HIM.
«Cosa cazzo ci fa qui questo squilibrato Scar?»

«Te lo dico io, è venuto qui per rovinarmi per l'ennesima volta la vita, andiamo Jeremy, prima che lo umili come si deve.» dico guardandolo con disprezzo per poi girare i tacchi e andarmene.

Vedi un po' tu questo, non gli è bastato l'ultima volta? Doveva tornare, ovvio, ma questa volta non sarò così gentile con te caro, aspettati il peggio da me.

A risvegliarmi è Madison una specie di sorella per me.

«Oi Scar, ho sentito che Sam è a scuola, cosa è successo? Stai bene? Oddio immagina se lo venga a scoprire...» Mad viene interrotta da mio fratello che salva la conversazione.

«Jordan, caro amico mio, che ne dici di fare un giro?»

«Si volevo salutare le rag...» ribatte

«lo farai dopo... dai amico» lo spintona Jeremy
Se ne vanno e Madison riconincia a parlare.
«Okay se lo venisse a sapere lo farebbe in mille pezzi»

« sai la cosa non mi dispiace è ora di dargliela una lezione»Le dico sorridendole e immaginando la scena.  poi non ci saranno problemi, tra poco Jordan se ne andrà in vacanza, quindi quell'idiota di Samuel non avrà problemi.

«non essere così egoista, un po' di umanità»

«Hai ancora una cotta per il mio ex? O dio mio...» non.aspetto una sua risposta e vado dritta in classe.

Prima ora Geografia, che palle.
Entrando in aula vedo che il mio posto è occupato da quello schifo di Sam. Mi avvicino e con tono autoritario dico
«Smamma.»

«Che c'è mi sono seduto sul tuo posto, c'è scritto il tuo nome?»

«Beh in realtà si, quindi evapora carino.» gli dico indicando lo schienale della sedia su cui c'era chiaramente scritto in rosa: SCARLETT COOPER

«Dai... su bello di mamma»
Si alza dal mio posto e si siede a quello accanto.

«ti fa schifo metterti più lontano da me?»

«anche questo posto è di tua proprietà?» mi chiede con aria di sfida

«No, ma si può sempre rimediare» dico agitando il mio uniposca rosa brillantinato.

In quel preciso istante la professoressa  Browne entra nella
stanza e urla

«Ragazzi ho una grandiosa notizia per voi, rullo di tamburi... si svolgerà, nei prossimi giorni un uscita scolastica si una settimana in Italia»

Per l'entusiasmo tutti gli alunni tranne me lanciano fogli in aria manco si fossero appena diplomati.
Wow che entusiasmo...
Quante volte sarò stata in italia, a causa delle origini di papà.

«Esattamente dove staremo prof?» chiedo speranzosa.

«In un hotel cara»Mi risponde.

Oh ma davvero, pensavo di dormire su una panchina o magari direttamente sotto un ponte... che docente stupida.

«Questo l'avevo intuito, io intendevo la regione.» dico il più calma possibile

«Oh beh, in Sardegna.» mi.risponde lei mortificata

Almeno non ci sono stata.
La prima ora per mia fortuna passa velocemente ora tocca a matematica. Perciò raccolgo i libri e mi dirigo nella medesima aula.
«buongiorno Mr Swartz» rivolgo un sorriso al prof di matatica.
Di solito in quest'ora lui è intento a sorseggiare il suo caffè, con i piedi sulla cattedra e tra le mani un giornale.
«Prof posso andare in bagno¿»
Dico dopo aver letto il messaggio di Jordan Sul telefono.
Lui mi risponde con un cenno. Perciò mi alzo ed esco dall'aula.

«Ma ciao peste.»
«Jordan...» rispondo

«allora? Perché mi hai fatta venire qui con tanta urgenza» gli chiedo.

«Ho saputo che Sam è qui, ti darà il tormento, lo so, qualsiasi cosa ci sono sempre lo sai.»

«Lo so» gli dico sorridendo.

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