Capitolo 5

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Prov 's Ruggero
Dopo ciò che è successo ieri sera io e Karol abbiamo deciso di non uscire più già visto che non ci sembrava il caso, siamo rimasti a casa sua e dopo quello sfogo che ha avuto si è addormentata tra le mie braccia come un angelo, infatti penso ancora come un angelo come lei possa aver passato tutto questo durante la sua adolescenza per non parlare di quello che succede con i suoi genitori, più o meno posso immaginare cosa succede e come si sente poiché so cosa significa anche perché quello che sta vivendo lei l'ho vissuto anche io tempo indietro sulla mia pelle e non è affatto piacevole.

Karol:che ore sono dice stropicciandosi gli occhi e fissandomi
Rugge:le 10:00
Karol:cazzo dovevamo stare già a scuola dice alzandosi di scatto dal letto
Rugge:non succede nulla se saltiamo un giorno dico ridendo al che mi sorride
Karol:vabbè allora andremo a pattinare dice uscendo dalla camera e lasciando la porta aperta
Rugge:ma facciamo colazione almeno grido dal piano superiore ma nessuna risposta così scendo le scale e la trovo con i pattini in mano già pronta
Karol:che ci fai ancora così, vatti a vestire
Rugge:ah si e con quali vestiti
Karol:mettiti quelli di mio padre dice tirando fuori un pantaloncino e una maglia a manica corta
Rugge:arrivo subito dico andando in bagno per cambiarmi

Mentre mi cambio sento il campanello suonare e delle voci molto famigliari e subito dopo delle urla così mi finisco di vestire velocemente ed apro la porta del bagno notando come il padre di Karol mi guarda furioso mentre Karol si limita a mettere la sua mano sulla sua fronte in maniera di disperazione e la madre ride in silenzio per questa scena imbarazzante

PK:chi è e che ci fa in casa mia con le mie robe dice indicandomi e guardando Karol
Karol:è un mio amico e l'ho invitato io perché mi sentivo sola ieri
PK:MA CHI TI DA L'ORDINE DI FARE CERTE COSE grida e posso notare come Karol salta dallo spavento
MK:dai Miguel non è successo nulla dice avvicinandosi a suo marito e poggiando la sua mano sulla sua spalla
PK:SPERO CHE STAI SCHERZANDO grida ancora più forte e delle lacrime si fanno presenti sul volto di Karol
Karol:BASTA SONO STANCA DI TE E DEI TUOI COMPORTAMENTI, NON SOLO NON SEI MAI PRESENTE IN CASA IN PIÙ MI SGRIDI SENZA ALCUN MOTIVO, E ANCHE SE IO E RUGGERO STESSIMO INSIEME NULLA TI DA IL DIRITTO DI GRIDARMI COSÌ grida venendo verso di me e prendendomi per mano
PK:Karol dice seguendo sua figlia
Karol:fai finta che non sono mai esistita dice uscendo dalla casa e sbattendo la porta alle sue spalle senza neanche dare il tempo al padre di rispondergli

Prov's Karol
Dopo il casino che è successo in casa io e Rugge ci siamo limitati a pattinare in silenzio senza dire neanche una parola già visto che ha assistito a una scena abbastanza imbarazzante, stiamo pattinando da più di un oretta verso nessuna meta e le nostre mani per più volte si sono sfiorare ma sinceramente dopo quello che mi ha detto ieri sera non sono sicura di riuscire a ritornare la Karol di qualche anno fa anche se quando sto con lui mi dimentico di quello che è successo

Rugge:Karol ci sei dice muovendo davanti ai miei occhi la sua mano
Karol:si dico sedendomi su una panchina
Rugge:se vuoi possiamo parlarne dice guardandomi negli occhi
Karol:è molto complicato
Rugge:se mi racconti qualcosa posso aiutarti a renderlo più semplice dice sorridendo e prendo un respiro
Karol: è dall'età di 4 anni che i miei genitori contrattano baby sitter per assistermi già visto che loro pensano solo al lavoro, ogni volta che avevo una recita o un saggio di pattinaggio vedevo tutti i miei compagni di classe con i propri genitori e i miei invece non c'erano per il semplice fatto che stavano sempre fuori per lavoro, il mio primo giorno di scuola loro non erano al mio fianco ad augurarmi il meglio ma c'era Rosa la mia baby sitter,ad ogni mio compleanno loro mi mandavano regali costosissimi per rimpiazzare la loro assenza e diciamo che fin quando ero piccola funzionava perché ovviamente avevo tantissimi giochi ma quando ho iniziato a crescere ho capito che non mi bastavano gli oggetti così iniziavo ad attirare la loro attenzione quando quel poco stavano a casa, loro mi hanno sempre fatta sentire inferiore a tutti senza mai domandarsi io come stessi davvero e questo lo vivo ogni giorno della mia vita dico fissando il nulla
Rugge:e Rosa che fine ha fatto?
Karol:fino a due anni fa lei è stata la mia unica salvezza poiché era una seconda madre per me è quando i miei non c'erano mi aiutava in tutto, quando stavo male lei c'era, quando avevo la febbre lei era l'unica che si prendeva cura di me, infatti io sono stata cresciuta da lei ma poi è dovuta partire per il Brasile poiché sua sorella stava male e lei doveva occuparsi dei suoi bambini e da quel giorno che è salita su quell'aereo non sono riuscita a essere più la stessa dico fissando il vuoto e ripensando a lei
Rugge:sai anche i miei viaggiavano sempre ma poi quando è nato mio fratello hanno deciso di dedicarsi alla famiglia
Karol:e ora?
Rugge: qualche volta viaggiano per lavoro ma non rimangono mai più di due giorni fuori proprio perché non riescono a non starci accanto
Karol:questi sì che sono genitori i miei neanche dovrebbero chiamarsi così
Rugge:magari non lo fanno neanche apposta, forse pensano che dandoti tutto tu sia felice
Karol:a volte lo penso anche io ma poi arrivo alla conclusione che sono dei cretini a pensare questo dico sorridendo
Rugge:vedrai che se gli parli seriamente loro capiranno
Karol:ci ho già provato e non ha funzionato
Rugge:dai ora non ci pensare e godiamoci questo momento dice alzandosi e porgendomi la mano
Karol: ci sto dico per poi iniziare a pattinare con Rugge mano nella mano

Il mio Chico fresa e la mia chica delivery/RUGGAROL\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora