XXIII

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Sento un fastidissimo rumore e, con tanta fatica, apro gli occhi.
Noto che c'è qualcosa o qualcuno sopra di me.
Devo stare calma, al massimo l'ho ucciso nel sonno, ero inconscia e non è colpa mia.
Alzo leggermente la testa e...
-"CAMERON ALEXANDER DALLAS CHE DIAVOLO FAI SULLA MIA TETTA?"- grido come una matta e poi lo spingo via.
Mi tolgo la coperta e noto di essere solo in intimo.
Oh, merdaccia.

-"Ma come? Non ti ricordi nulla?"- mi chiede, con il suo sorriso malizioso.
No, non può essere successo.
Non con lui.
Non posso aver perso la verginità con questo calamaro.
-"Smettila di sorridere come un calamaro."- mi siedo sul letto e prendo la testa tra le mani.
-"Ma stai tranquilla, sto scherzando. Non ho visto la macchina dei tuoi e non volevo lasciarti sola con tuo fratello. E poi avevi scambiato il mio braccio per un cuscino. Ah si... sei pesantissima, peserai almeno tre tonnellate."- non appena finisce gli tiro un cuscino in faccia e scappo in bagno.

Sospiro e mi guardo allo specchio, tutto questo stress mi fa male.
Ho la pelle più bianca della parete davanti a me.
Raccolgo i capelli ed entro nella doccia per darmi una rinfrescata velocemente, dopo di che, mi lavo la faccia e i denti ed esco dal bagno.
Trovando la camera senza presenze involontarie, apro l'armadio ed estraggo un paio di jeans a vita alta e una maglietta almeno tre volte più grande del dovuto, mi vesto e mi metto le mie vans.
Prendo lo zaino e scendo in cucina dove Cameron sta già mangiando i muffin, mi siedo davanti a lui e voglio prenderne uno.... questo babbano mi picchia la mano e tira dal frigo l'insalata, me la mette davanti.
-"Ma stai scherzando?"-chiedo schifata. Odio l'insalata.
-"No! Pesi almeno tre tonnellate, ripeto. Mi sto prendendo cura del tuo corpo."-risponde e continua a mangiare il suo bellissimo muffin.
-"Ma te la metto in culo questa insalata."-la rimetto nel frigo e prendo il muffin con il succo di pesca.
Mentre stiamo mangiando beatamente entra in cucina mio fratello e ci guarda male.
-"Ma hai dormito qui?"- si rivolge a Cameron.
-"Esatto."-risponde Cam e pulisce il tavolo dalle briciole.
Io invece finisco la mia colazione, prendo lo zaino e mi avvio verso l'ingresso.
Mi giro di scatto e fisso Cameron che è rimasto immobile.
-"Ti muovi?"- gli chiedo ironicamente e lui si affretta a raggiungermi.

Usciamo da casa e ci avviamo verso la sua macchina, dove mi siedo, allaccio la cintura e subito metto la musica a tutto volume.
-"Devo ammettere che averti sveglia è meglio che addormentata."-mi urla in faccia, a causa del volume della musica.
-"Ovvio, io sono simpatica."- faccio le spallucce e, per il resto del viaggio, canticchiamo le canzoni che passano in radio.
Anzi, no. URLIAMO.
Davanti alla scuola troviamo due macchine della polizia e gli ufficiali davanti alle porte.
-"Ma che cazz?"-diciamo all'unisono.

Usciamo dalla macchina e con passo svelto andiamo alla ricerca dei nostri amici.
All'entrata principale ci sono due poliziotti che ci osservano prima di lasciarci entrare nell'edificio scolastico.
Ci guardiamo un attimo prima di entrare e, dopo, ci mettiamo a correre fino agli armadietti dove troviamo i nostri amici.

-"Che merda sta succedendo?"- chiedo a tutti.
-"Non lo sappiamo, al suono della campana dobbiamo andare tutti in aula magna."-risponde Shawn.
-"Perfetto."-rispondo e mi giro a sinistra, per vedere cosa sta facendo il resto della scuola.
Un ragazzo sta andando molto velocemente e, purtroppo, mi tira una gomitata.
-"La mia tetta...."-faccio finta di morire.
-"No! LA POVERA SILLY."-urla Cameron e metà del corridoio si gira per guardarci.
-"Che? Hai dato un nome alla mia tetta destra?"-lo guardo malissimo, se si potesse lo ucciderei con lo sguardo.
-"Beh, l'ho osservata per tutta la notte... sai è così morbida e bella. Ora mi spetta quella sinistra."- risponde sorridendo.
-"Scappa!"- lascio lo zaino per terra accanto agli armadietti e comincio ad avvicinarmi a Cameron, scrocchiando le dita.
-"Oh, Gesù Santo in mandorla sul trono."- inizia a scappare, povero plebeo.
-"TU, CALAMARO SCHIFOSO, NON PUOI DARE UN NOME ALLA MIA TETTA DESTRA. IDIOTA CHE NON SEI ALTRO. NON TOCCARMI MAI PIÙ IN VITA TUA!"- nel mentre, vado a sbattere contro una sagoma sbucata dal nulla... il Preside.
-"Coleman?"- mi saluta il preside.
-"Preside!"- rispondo arrossendo e grattandomi la nuca.
Ma tutte le disgrazie a me?

Torno dai ragazzi per prendermi lo zaino e noto gli sguardi curiosi.
-"Cosa?"-chiedo facendo le spallucce.
-"Cosa cosa? Cos'era tutto lo spettacolo di prima?"- chiede Evelyn.
-"Nulla."- guardo le mie vans.
-"Avete scopato?"-chiede Tessa.
-"MA CHE SCHIFO."- rispondiamo entrambi e Cameron si avvicina a noi.
-"Allora cosa?"- chiede Lydia.
-"Ma nulla. Ho usato la sua tetta come cuscino. Nulla di che."-sorride di nuovo.
Ma io mi taglio le vene con un cucchiaio, anzi, le sue.
Apro il mio armadietto per metterci i libri e cade un bigliettino.

"Non impicciatevi"

Lo faccio vedere agli altri e ci guardiamo tutti con un certo timore negli occhi.
Non appena Neels apre la bocca per dire qualcosa suona la campanella e ci avviamo in aula magna senza commentare.
Ci sediamo nelle file infondo e capita che, proprio accanto a me, da una parte si mette Cam e dall'altra Nash.
Perfetto, non aspettavo altro.

Il preside comincia a parlare:"Buongiorno, ragazzi e professori. Come avete ben notato nella nostra scuola ci sono degli agenti di polizia, questo perché gli ultimi avvenimenti ci hanno colpito e siamo tutti dispiaciuti. Terremo un festa per ricordare Christopher, Jackson e Steve, inoltre in palestra ci sarà un quadro con la maglietta di Steve e un cartellone organizzato dai ragazzi della squadra. Comunque, da oggi in poi la polizia sarà presente a scuola tutti i giorni e, soprattutto, durante le partite e le feste. Tutto per proteggervi."
Alla fine del discorso tutti gli alunni si alzano in piedi e applaudono. I ragazzi della squadra di lacrosse alzano in alto la maglietta di Steve e urlano il loro nome.

-"Ragazzi, ma perché lo chiama Christopher se sa il suo vero nome?"-chiede Eva.
E in effetti ha senso la domanda.
-"O è coinvolto nella faccenda, oppure non ha mai visto quei documenti ed è qualcun altro della scuola."-ragiona Xavier.
Si avvicina a noi Nash e ci zittiamo tutti.
Stamattina non era con noi e forse sarebbe stato meglio se anche ora se ne andasse.
Non che non lo voglia, ma...

-"Ciao!"- ci saluta e sorride.
Qualcuno lo saluta con la mano e qualcuno risponde gentilmente, anche se tutti capiamo che è arrivato nel momento sbagliato.
-"Volevo chiedervi... dato che domani dopo scuola ci servirebbero dei ragazzi per allestire la palestra per la festa, posso iscrivervi?"-chiede, leggermente imbarazzato.
-"Si, certo."-Risponde Shawn.
-"A proposito, potresti anche suonare alla festa?"- Nash guarda Shawn con tanta dolcezza, come se volesse un milione di dollari da lui.
-"Va bene, poi ci mettiamo d'accordo su cosa dovrò suonare."-risponde Shawn, mostrando i suoi denti bianchi e dritti...manca solo la scintilla.
Accanto a me Evelyn si sta sciogliendo.

Nash ringrazia e se ne va via.
Noi, invece, proseguiamo dritti ai nostri corsi e la giornata già sembra essere iniziata male.
Chissà quanta voglia abbiamo di andare a seguire i nostri maledetti corsi?!
Nessuno di noi ora penserà ad ascoltare i noiosissimi professori che parleranno di noiosissimi argomenti di cui faremo noiosissime verifiche.
Prendo il cellulare e mando un messaggio sul nostro gruppo, dove, per fortuna, non hanno messo Nash.
-Sasha: dopo scuola a casa mia. Ne dobbiamo parlare.

Accidents aren't accidentalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora