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È il primo giorno di scuola per Sasha e La sveglia suona alle 6:30, ma ormai saranno dieci minuti che sta sdraiata sul letto, a pensare a cosa potrebbe succedere oggi. Senza sapere che da oggi la sua vita cambierà totalmente.
Si alza sorridente e va a farsi una doccia. Ah, che sciocca, mi sono scordata di descrivervela. Lanciatemi addosso le ciabatte, ma non tutti assieme!
Non è una ragazza molto alta, a mio avviso è sui centosessantacinque centimetri; ha gli occhi azzurri, come il cielo d'estate; i capelli lunghissimi e di color castano chiaro, sono abbastanza lisci, ma a volte li piastra per averli ancora più lisci, mentre altre volte si fa i boccoli. La logica delle ragazze è incomprensibile, non c'è bisogno nemmeno di provarci a capirla.
Non è magrissima, è giusta per la sua altezza; e sicuramente non è delicata e graziosa come le altre ragazze. Succede raramente che si metta i tacchi: le piacciono i vestiti, ma quelli che si possono indossare con le converse. Non che lei non sappia andare sui tacchi, il problema è che dopo un po' cominciano a farle male le gambe.
Ma chi sto prendendo in giro? Non sa andare sui tacchi!

Esco dalla doccia, mi metto un po' di mascara e sistemo le sopracciglia. In testa faccio uno chignon spettinato ed esco dal bagno per andare a vestirmi.
Decido di mettermi dei jesns bianchi a vita alta che ho comprato l'altro giorno e una camicia larga a righe bianche e nere, che ho comprato insieme ai jeans, e le converse alte bianche. Cerco la mia collana preferita con il ciondolo a cuore, degli anelli e metto dei braccialetti sul polso sinistro, mentre su quello destro metto l'orologio.
Per finire il mio outfit prendo una borsa e, infine, scendo in cucina.

I miei genitori stanno bevendo il caffè.
-"Buongiorno."- saluto entrambi e mi siedo al tavolo. Prendo il latte dal frigo e lo mescolo con i cereali nella tazza.
-"Buongiorno, pronta per il primo giorno di scuola?"- mi chiede mia madre.
-"No, voglio un altro mese di vacanze."- rispondo, con la bocca piena di cereali. Mio padre sorride.
Finisco di mangiare e insieme, io e mio padre, usciamo di casa, oggi mi accompagnerà lui a scuola.

In macchina accendo la radio ad un volume elevato e canto tutte le canzoni, mentre mio padre cerca di urlare più forte di me durante i ritornelli. TAPPATEMI LE ORECCHIE!

La macchina si ferma davanti alla scuola, che ormai vedo per la seconda volta.
Noto che si stanno già formando alcuni gruppetti di ragazzi davanti all'entrata e al parcheggio.
Saluto mio padre e decido di avviarmi direttamente all'entrata.
Sento un "ATTENTA", ma non reagisco in tempo, e finisco per terra, accanto ad un ragazzo: stava andando sullo skate e non è riuscito a fermarsi in tempo.
Lo sconosciuto ha i capelli biondi, gli occhi azzurri e il corpo abbastanza allenato. Sí, ma non sbavare, ti prego.
Probabilmente gioca nella squadra di football.
-"Scusa, ho cercato di avvertiti."- mi dice, mentre mi aiuta a riprendere la borsa che è finita a terra.
-"Tranquillo, ti perdono se mi dici dove si trova la segreteria."- rispondo, guardando che ore sono sull'orologio.
-"Ah si, devi salire al secondo piano di questo padiglione e andare infondo al corridoio, a sinistra. L'ultima porta, ci sarà scritto."-mi risponde gesticolando con le mani, per farmi capire meglio.
-"Grazie, ciao."- lo saluto e mi avvio al portone dell'entrata.
-"Come ti chiami?"- sento urlare dal ragazzo.
-"Sasha"- rispondo ed entro a scuola.

Intercetto subito le scale, salgo e vado infondo al corridoio. Mi fermo davanti alla porta con la scritta " Direttore Green".
Busso prima di entrare. Apro la porta ed entro in una stanza di notevoli dimensioni: le pareti sono di color bianco, nel lato destro c'è un divanetto per minimo tre persone e davanti si trova un piccolo tavolino, sopra il quale ci sono dei giornali e un piatto con le caramelle; a sinistra, invece, ci sono degli scaffali con immagino quelli che siano documenti e altre robe poco interessanti.
Davanti alla porta, infondo alla stanza, c'è un enorme tavolo, con sopra un computer, una tastiera, il mouse e tanti fogli, credo i documenti degli alunni, e davanti al tavolo ci sono due sedie.
-"Si accomodi pure."- mi dice un signore sui 50 anni, che prima stava scrivendo qualcosa al computer.
Entro, chiudo la porta, e mi accomodo su una delle sedie, davanti al presunto signor Green.
-"Sono la nuova arrivata, Alexandra Coleman."- sorrido.
-"Ah si, piacere. Sono il direttore Green. Qui sul tavolo avevo il tuo orario...dov'è?"- probabilmente si sta chiedendo da solo dove l'abbia messo.
È molto buffo mentre tenta di trovare il foglietto con l'orario.
-"Eccolo."
Mi passa il foglio e aggiunge -"Alla seconda ora verrà un ragazzo, per farti fare un giro della scuola."
Lo ringrazio ed esco nel corridoio.
Alla prima ora ho chimica, bene, mi piace chimica. L'aula 213...e dov'è? Dovrebbero essere qui le mappe con tutte le aule. Vado a cercare qualche indicazione per trovare l'aula giusta, ma nulla. Allora chiedo alla prima persona che vedo le "indicazioni stradali".

Accidents aren't accidentalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora