Rinoa uscì dalla sala televisiva di Timber soddisfatta di sé e con una voglia matta di quel pasticcio di patate del capo delle Volpi del Bosco. Sapeva che un piatto fumante di quella leccornia la attendeva nella casa accanto al Timber Maniacs, la cui redazione stava già sicuramente mandando le macchina stampa in tilt per l'annuncio della tanto sospirata, sofferta e combattuta indipendenza. Quella stessa dipendenza che lei stessa aveva temuto di non raggiungere mai: Timber era in una posizione troppo favorevole e da subito le era sembrata una battaglia contro i mulini a vento.
Ma lei amava le cose difficili: era una di quelle persone che proprio non sapeva quando era il momento di dire basta, di fermarsi e lasciar perdere. Se veramente il gioco non valeva la candela, lei quella dannata candela se la sarebbe presa lo stesso perché sì.
La notizia avrebbe fatto il giro del mondo a tempo record e non poteva non sentirsi orgogliosa dell'esito che aveva avuto quella storia, della ricompensa che il suo lavoro le aveva dato e della soddisfazione nel vedere che il suo lavoro come membro della resistenza aveva finalmente dato i suoi frutti. Si fermò al pub ed acquistò una bottiglia di vino dolce: quella sarebbe stata consumata in una camera del dormitorio accanto a due bicchieri.
Sulla strada che la conduceva al suo pasticcio fumante non poté non sorridere: aveva ancora impresso nella mente lo sguardo che Squall le aveva lanciato quando gli aveva detto che sarebbe partita per Timber. Quello sguardo pregno della stessa paura di un cucciolo che sospetta un abbandono, quell'aria disorientata e spaventata tenuta celermente a freno e nascosta sotto un velo di ghiaccio per non farla star male: come poteva pensare di abbandonarlo? Gli avrebbe fatto una bella sorpresa la sera, quando avrebbe bussato alla sua porta con la bottiglia, un paio di calici e la sua aria pimpante che lui tanto amava, anche se non l'avrebbe ammesso mai.
Lei amava Squall e questo non faceva che confermare il suo amore per il difficile: non avrebbe mai permesso alla scadenza di quel contratto fatto tanto tempo prima di separarla da lui, dal suo Cavaliere, dal suo uomo.
"Ehi Rinoa" salutò arzilla la donna sull'uscio di casa. "Ti ho vista in televisione: finalmente ce l'abbiamo fatta, eh?".
"Già" assentì lei frizzante. "Quasi non mi sembra vero, ci credi? Era da così tanto tempo che aspettavo questo giorno che ora ho paura di svegliarmi nel treno dei Gufi". La donna sorrise, condividendo la sua gioia; adocchiò la busta di plastica.
"Non ti avevo detto che ci avrei pensato io ai festeggiamenti?" rimbeccò allegramente. La ragazza sorrise e scosse la testa.
"No, questa è per un altro festeggiamento" disse.
"Ah, la tieni per il tuo bello?" chiese lei, maliziosa. "Ma non credo che tu debba per forza ubriacarlo per festeggiare". Rinoa rise, senza tuttavia farsi mancare una punta di rossore. In quella il cellulare della ragazza trillò: sul display il numero di Squall.
"Parli del diavolo..." disse, al settimo cielo per la sua telefonata: aveva voglia di sentirlo ormai da giorni ma non aveva mai avuto modo di contattarlo se non tramite messaggi rapidi e concisi in cui gli diceva che stava bene e che la battaglia per l'indipendenza si era ormai interamente spostata sul piano politico, a lei quasi del tutto sconosciuto. Prese la chiamata con l'argento vivo addosso.
"Pronto Squall?" disse, cercando di contenere il suo urletto eccitato. "Indovina un po'? Abbiamo vinto: Timber è libera e...".
-Pronto Rinoa?- chiamò una voce dall'altra parte. La ragazza rimase titubante per i secondi necessari a riconoscere il proprietario della voce.
"Zell! Ciao!" salutò. "Squall è impegnato? Come mai hai tu il suo telefono?".
-Squall...- cominciò, poi s'interruppe. Il silenzio che seguì le spense all'istante tutta l'euforia che sentiva. -Squall è rimasto ferito in missione...un RubRum Dragon...-.
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Il Cuore del Leone
FanfictionIn seguito ad una ferita in missione, Squall scopre tutto ciò che aveva sempre cercato di non essere. Ma scopre anche che non bastano le proprie forze per rialzarsi dal baratro in cui è caduto.