TO REVIVE

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Le pillole gialle nella tasca di Laguna fecero il loro lavoro per cinque anni. In quell'arco di tempo fece ciò che non aveva mai fatto, tutto ciò che non aveva mai fatto: restaurò i rapporti con FH e con Galbadia, tenuti per troppo tempo sui carboni ardenti, tagliò il nastro del primo Garden di Esthar nella storia del paese e fece rifiorire il suo orto privato.

Ma sopratutto ebbe l'occasione di fare il padre: Squall era stato messo in terapia, sotto quello che Odaine aveva chiamato progetto Oblivion. Qualche ora dopo, una glaciale Shiva evocata davanti a loro avrebbe puntualizzato che quello che le stavano chiedendo si chiamava baratto e che tecnicamente non poteva farlo ma per Squall avrebbe fatto un'eccezione. E poi era una transazione troppo ghiotta per non indurre in tentazione qualunque altro GF.

“Perdita di ricordi selettiva?” aveva commentato la creatura.

“È possibile dargli dei ricordi di un'altra persona?” aveva chiesto Laguna. Il GF era apparso scandalizzato, ma ritrovò immediatamente dopo la sua compostezza e la sua espressione insensibile.

“Dipende” rispose. “Dai ricordi che volete avere e da quelli che volete darmi”.

“Vorrei i ricordi di un medico” intervenne Squall: sapeva che Shiva aveva un debole per lui ed era una prova la rapidità con cui ogni volta rispondeva alla chiamata e da quanto fosse insignificante il ricordo che gli prelevava ogni volta. “Vorrei diventare un medico”.

“Ed in cambio cosa avrò?” chiese Shiva, rompendo di poco la sua patina di permafrost.

“Prenderai tutti i ricordi che ha della mia vita al Garden e tutti gli insegnamenti che ha avuto al suo interno” replicò Laguna. “Nonché il ricordo del suo nome”. Shiva si zittì per qualche secondo, scrutando il giovane con un'espressione quasi preoccupata.

“Ci saranno degli effetti collaterali” disse poi piano. “Quei ricordi sono la radice di molti altri: dimenticherai di aver conosciuto i tuoi amici. Dimenticherai come evocarci”.

“Devo farlo, Shiva” disse Squall, deglutendo piano. Si volse poi verso Laguna. “Spiegherai loro la situazione, vero?”.

“Certo” annuì il presidente. Mentiva, ma andava bene così: suo figlio si sarebbe dimenticato anche quella bugia che aveva accettato di dire.

Non deve avere alcun tipo di rapporto con il Garden; per il mondo lui sarà morto su quell'elicottero e noi ci comporteremo come se fossimo parte del mondo. Cid era stato categorico su quel punto e sui notiziari e sui quotidiani sarebbe comparso quel messaggio: avrebbe informato il Garden che Squall era libero. Invieremo la nuova identità di Squall nell'istante in cui la notizia comparirà in televisione: era una celebrità a tutti gli effetti e la notizia della sua morte farà il giro del mondo in tempo zero.

Così, mentre Squall dormiva nel coma farmacologico indottogli da una flebo di Medicina dell'Eroe, i documenti falsi di quello che oramai era un morto vivente pervennero sulla scrivania del presidente di Esthar, assieme ad uno scarabocchio su un post-it: l'ultimo messaggio del preside Cid riferito a Squall Leonhart era breve ma pregno di significato.

Che sia libero.

Laguna, con gli occhi lucidi di lacrime non piante, gettò il bigliettino nel tritacarte e lesse i documenti nella busta marroncina, cacciandosi in bocca una pastiglia gialla ed inghiottendola intera.

Lo sarebbe stato.

Dopo cinque anni, tuttavia, le medicine smisero di fare effetto: immunizzazione, l'aveva chiamata Odaine, e nel giro di un mese il cancro fece il suo lavoro e se lo portò via. A Laguna successe Kiros Seagill e Ward divenne il consigliere.

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