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- Venduta!- annunciò l'uomo che battè il martello sul banco dove stava.
- La puttana numero 6 va alla signora Alpha lì infondo per ben 2 milioni di sterline!-
La ragazza omega, poco meno che 30enne, dai tratti latini e le forme procaci, andò a sguardo basso dall'Alpha che l'aveva comprata, una donna di circa 40 anni elegante e dallo sguardo freddo.
Per ora era stata l'omega venduta al prezzo più alto, dato che sembrava che tutti in sala la desiderassero.
Adesso stava salendo sul palco una ragazza di 20 anni massimo, dai capelli corti biondo platino e la pelle chiara.
Mei, il tutto grazie alla tv,guardò la giovane che veniva anch'essa comprata da un Alpha.
Questo, un omuncolo di circa 80 anni basso e tutto rugoso, aveva sborsato "solo" 46 mila sterline, ma Mei non poteva biasimarlo.
La ragazza era minuta, non aveva nè fianchi nè seno, era carina, certo, ma non aveva niente di che, perciò gli acquirenti erano stati pochi.
Era stata molto fortunata, lei.
In pochi avevano alzato le palette e chi l'aveva "vinta" era un vecchio che a malepena stava in piedi, perciò quella avrebbe dovuto  praticamente solo dormire con lui, senza essere costretta a fare altro, dato che uno così non avrebbe retto una scopata.
Ora si era arrivati alla "puttana numero 8".
Mei era ancora nel camerino, davanti allo specchio mentre sua madre si prendeva cura del suo aspetto.
Era tutto il pomeriggio che non faceva che pettinargli i capelli e improfumarli come non mai, gli spalmava creme per la freschezza e morbidezza della pelle per il corpo e gli faceva provare abiti succintissimi dalla tradizione orientale, proprio come lui.
Adesso erano fuori dal camerino, e Mei poté sentire benissimo gli altri omega, quasi tutte femmine e qualche altro ragazzo, borbottare.
Dicevano che era bellissimo, perfetto, che avrebbe scalzato il record di una certa Anna che era stata venduta per quasi 15 milioni di sterline.
Adesso Mei e la madre si trovavano dietro il sipario blu che li nascondeva al pubblico, pronti per quando Mei sarebbe stato chiamato a salire sul palco.
Ancora la numero 8 non era stata venduta. 
Lui era il 10, perciò presto avrebbe dovuto essere là sul palco.
Ancora non ci credeva a tutto quello che era successo nel giro di poco tempo.
Lui, Mei, un giovanissimo omega di soli 16 anni, proveniente da un povero villaggio di pescatori della Cina continentale, era stato portato da sua madre, omega anch'essa che rimase incinta dopo una violenza subita durante il suo primo calore del suo unico figlio, fino in Inghilterra, dove lei, così povera da non riuscire a sfamare nessuno dei due con quel poco che guadagnava come pescatrice, lo aveva venduto ad un'asta di Omega, guadagnandosi solo 300 sterline, ma che per gente povera come loro era molto.
Mei, appena saputo ciò, non si era scomposto per niente.
Sapeva di essere solo un peso per la madre.
Dopo tutto era pur sempre il frutto di uno stupro, non nato dall'amore, quindi sua madre lo aveva sempre trattato con sufficienza.
Lei continuava a dirgli che avrebbe trovato un Alpha buono, ricco, che si sarebbe preso cura di lui se lui per primo avesse assecondato tutto quello che voleva e chiedeva, ma entrambi sapevano che erano bugie, almeno la parte del "buono", perché tutti sapevano che gli Alpha erano cattivi, dei bruti, che adoravano fare da padroni, comandando gli omega a bacchetta e stuprandoli fino ad ammazzarli.
- Ora salirà sul palco la puttana numero 10. Vieni!- ordinò l'uomo.
Mei salì sul palco, non badando a sua madre che gli dava la buona fortuna.
Appena tutti lo videro partirono i fischi e gli urli di apprezzamento.
Gli dicevano di alzare l'abito che indossava e fargli vivere un sogno.
- Iniziamo: viene dalla Cina, ha 16 anni ed è un maschio, ma come ben vedete sembra una femmina per quanto è bello il suo viso, quindi già il suo viso ammonta almeno a 30mila sterline- disse l'uomo dell'asta, per poi avvicinarsi a Mei e abbassargli la parte superiore del vestito, così da scoprire del tutto il busto.
L'uomo gli tastò i capezzoli, per poi esclamare:
- Guardate che petto perfetto! Pelle bianca e soffice e capezzoli rosa come lamponi. Per questo si aggiungono altri 15 mila sterline.-
Poi passò ad abbassare il resto del vestito, spogliandolo del tutto.
- Guardate il suo fisico: magro ed esile, come una femmina, senza neanche l'ombra di un pelo sulla sua pelle morbida, bianca e profumata. Per questo altre 30mila sterline.-
Mei si copriva pudico le parti intime con le mani, ma l'uomo gliele afferrò e le tenne bloccate, lasciandolo nudo, finalmente.
I suoi genitali erano piccoli, ma non così tanto, ed era anche lì perfettamente depilato, senza neanche un pelo.
Come tutti gli omega dell'asta, infatti, era stato sottoposto ad una ceretta col laser in tutto il corpo, così da non fare crescere mai più un singolo pelo in eccesso, dato che secondo gli organizzatori dell'asta gli Alpha odiavano che gli omega avessero i peli.
Partirono anche qui fischi di apprezzamento.
Qualcuno osò anche dire:
- Il tuo pisellino somiglia ad una fichetta.- facendo ridere tutti.
Poi Mei fu fatto voltare dall'uomo dell'asta, così da dare le spalle palle al pubblico.
Mei sentì la mano dell'uomo percorrergli la schiena, per poi fermarsi sul sedere, accarezzandolo.
- Ammirate che culo perfetto! Bello sodo, soffice e abbondante il giusto. Per questo altre 30 mila sterline.- disse l'uomo.
- Ora passiamo al costo di questa bellissima troia: si accettano offerte a partire da 105 mila sterline, non di meno.-
Subito un sacco di Alpha alzarono la paletta.
Fu un lungo dibattito e Mei voltava lo sguardo verso le persona che ogni volta diceva un prezzo.
Avevano superato le 15 milioni sterline, quindi Mei aveva superato anche il record di Anna.
Erano appena arrivati a 35 milioni, quando la porta d'ingresso si aprì rivelando un giovane uomo di quasi 30 anni a occhio e croce.
Si distingueva dagli altri per aver addosso una semplice maglietta bianca attillata che faceva risaltare il suo corpo da bodybuilder e dei jeans neri.
- Offro 50 milioni di sterline!- disse deciso, non staccando gli occhi dall'omega che voleva a tutti i costi avere.
- Offerte più alte? No? Bene! Per 50 milioni, la puttana numero 10 va al signor....?-
- Angus Chase.- disse l'Alpha.
- Angus Chase! Che ha fatto l'offerta più alta della storia di quest'asta!- disse tutto entusiasta l'uomo.
L'Alpha si avvicinò al suo nuovo omega.
Era davvero un gigante!
Gli alzò il vestito e lo coprì.
Mei fu quasi colpito dal gesto, ma decise di non darsi false speranze.
- Ti aspetto qui dietro.- gli disse l'Alpha semplicemente, per poi dileguarsi.
Mei sgomberò il palco per fare posto alla puttana numero 11, una giovane donna curvy.
Andò nel camerino, dove trovò un assistente, un giovane Beta, che lo stava aspettando per farlo vestire con degli indumenti che l'omega non ebbe mai visto.
- Questi vestiti sono stati scelti dal tuo nuovo Alpha dal nostro catalogo speciale.- gli disse il beta, intuendo ciò che lo interrogava.
I vestiti costituivano in una leggera maglietta bianca, un golfino color lilla, delle converse bianche e dei cortissimi e attillati shorts di jeans che gli lasiavamo le cosce scoperte.
Dopo essersi vestito il beta lo portò fuori dal camerino, scortandolo fino ad uscire dalla specie di teatro dove si svolgeva l'asta e arrivando fino alla hall dell'hotel di lusso dove si trovavano.
Ad attenderli c'era l'Alpha che aveva comprato Mei.
Angus Chase.
In piedi e con le mani nelle tasche.
- Signor Chase, ecco a voi l'omega che avete acquistato, vestito come avete chiesto.- disse educato il beta.
- Ok, grazie. È bellissimo. Possiamo andare?- guardò l'omega, ma il beta lo fermò.
- A dire il vero dovrei consegnarvi alcune cose riguardanti il vostro acquisto, è questione di pochi minuti.- 
Angus esitò un po' ma acconsentì.
- Prima però lo porto in auto, così starà un po' più comodo.- disse poi riferendosi a Mei.
Il beta spinse leggermente l'omega per fargli capire che doveva andare.
Mei si avvicinò all'Alpha titubante, evitando di proposito il suo sguardo.
Angus fece passare una mano dietro la sua schiena fino a cingergli il fianco, per poi avviarsi fuori dall'hotel.
Superata la porta girevole, la prima cosa che Mei vide fu una macchina parcheggiata lì davanti, sicuramente di lusso, che sembrava uscita quasi da un film di fantascienza.
- Quella è la mia.- disse Angus, che aprì il lussuoso veicolo con il tasto delle chiavi, per poi andare ad aprire con le mani lo sportello del passeggero per Mei, come un cavaliere.
- La ringrazio.- disse quasi inudibile l'omega una volta accomodato sul sedile.
- Per non annoiarti nel caso impiegassi troppo tempo, puoi giocare col mio cellulare. Ecco!- gli diede il telefonino, anch'esso ovviamente di ultimissima generazione.
- Non ho giochi, puoi scaricartene uno tu. Sai come si fa?- chiese.
Mei negò col capo.
- Ecco guarda, vai qua sull'Appstore, cerchi il gioco che ti piace e lo scarichi. Così.- gli mostrò come fare, scaricando Subway Surfers.
Per tutto il tempo era stato "vagamente gentile" secondo Mei, dato che non aveva fatto trasparire alcuna emozione, ma era stato molto gentile quando gli aveva aperto lo sportello e gli aveva spiegato come scaricare un gioco sul suo telefonino, che tra l'altro lui stesso gli aveva prestato per non annoiarsi.
- Ora vado, tornerò fra poco.- disse Angus, per poi sparire dentro la porta girevole dell'hotel.
All'inizio Mei cercò di guardare cosa quei due stessero dicendo e facendo, magari sapendo leggere le labbra, ma si arrese e iniziò a giocare a quel gioco scairicato da Angus, mettendoci niente a capire quali erano le sue dinamiche.
Non si accorse di Angus, finché aprì lo sportello del guidatore e si intrufolò nel veicolo.
In mano aveva un plico, molto probabilmente contente dei fogli su cui si parlava di egli stesso, pensò Mei.
- Com'è andata? Hai vinto qualcosa, per caso?- chiese riferendosi al gioco guardando attentamente l'omega nei suoi immensi occhioni da cerbiatto.
Per Mei fu la prima volta che guardò in faccia l'Alpha.
- Sì, signore, ho sbloccato un personaggio con le monete che ho guadagnato.- rispose sempre timidamente col suo accento orientale.
- Bene, bravissimo.- disse, mettendo in moto la macchina e sfrecciando nella notte.
Mei giurò di aver visto l'ombra di un sorriso che, anche se forse si sbagliava, sembrava di tenerezza.

Così diversi da essere così uguali Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora