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Varcata l'elegante ma sobria porta in legno del bagno, Mei rimase esterrefatto!
Perfino la stanza da bagno era più grande della vecchia casetta che abitava in Cina assieme a sua madre, oltre che essere anch'essa, come tutto del resto lì dentro, lussuosissima.
Alla sinistra ci stavano una cassapanca su cui vi erano appoggiati vari asciugamani puliti e impilati perfettamente e una cesta in vimini che Mei constatò essere dei panni sporchi da lavare, essendosi imbattuto nei boxer sporchi e puzzolenti di Angus, una volta che aprì (non lo avesse mai fatto!) il coperchio della cesta.
Sulla destra, che aveva una parete molto più profonda, ci stava uno specchio attaccato al muro con eleganti rifiniture di bronzo che sembrava uscito da uno di quei romanzi storici ottocenteschi europei, con sotto un mobiletto di legno con molti cassetti sul quale erano poggiati diversi saponi e deodoranti, più delle candele profumate spente.
Al centro della stanza stava una vasca con delle zampe leonine in bronzo molto elegante.
Più giù, a ridosso della parete sinistra stava la cabina doccia, dove poté scorgere una piccola mensola all'interno su cui stavano molte bottigliette di shampoo e bagnoschiuma.
A fianco della doccia c'era un accappatoio blu scuro appeso all'attaccapanni.
In fondo, vicino la parete destra, c'era invece una porta scorrevole chiusa.
Mei era molto curioso di sapere cosa ci fosse aldilà della porta, ma preferì fare il bravo ospite, frenando la sua sete di interesse.
Non voleva cacciarsi nei guai, essendo nella casa di altri, e poi di un Alpha per giunta!
Che lo aveva anche acquistato!
L'omega decise di farsi un bagno, aprendo la manavolla dell'acqua della vasca e facendo in modo che fosse calda, ma non scottante.
Quasi rise al pensiero di stare per entrare in una vera vasca.
Il massimo che avevano potuto permettersi in quegli anni per lavarsi era solo una vecchia tinozza di legno che riempivano di acqua, il più delle volte gelida, qualche volta tiepida e mai calda.
Si denudò davanti allo specchio dei vestiti che il Beta dell'asta gli aveva ordinato di indossare, scoprendo così il proprio corpo che era già esile e sottile di costituzione, ma in quel modo era un po' troppo!
In effetti era da un po' di anni che non faceva giornalmente colazione, pranzo e cena, e da circa due anni capitava che non mangiasse per un giorno intero, digiunando, avendo poche possibilità economiche, lui e la madre, non potendo quindi permettersi sempre gli alimenti.
Mise i vestiti sulla cassapanca, piegandoli con cura e appuntandosi mentalmente di prenderli una volta finito lì dentro e chiedere ad Angus dove metterli.
Si diresse verso la vasca da bagno, portandosi anche uno dei asciugamano che c'erano sulla cassapanca.
Ora la vasca era abbastanza piena, nonostante avesse aperto i rubinetti da pochissimo e vi versò del bagnoschiuma allo yogurt, avena e miele che aveva una bottiglietta color avorio.
Chiuse i rubinetti e si immerse nell'acqua calda.
Adorava il calore.
Sempre e comunque.
Il freddo lo detestava.
Chiuse gli occhi e si immerse completamente sott'acqua.
Riemerse, bagnato da cima a fondo.
Rivide la sua immagine riflessa in uno specchio che gli stava di fronte, attaccato alla parete.
Curiosamente, non lo aveva notato prima.
Si sedette più comodamente nella vasca, avvicinando le gambe al torace e poggiarvi sopra le braccia e poi il mento, pensieroso.
Più che altro pensò alla sua attuale situazione: stranissima!
Era stato venduto ad un'asta di omega da sua madre circa una o due ore fa, era stato l'acquisto meno economico della storia di quell'asta con ben 50 milioni sborsati, l'Alpha che lo aveva comprato era nientemeno che un sergente dell'esercito nonché figlio di un Lord e una Lady, e il suddetto Alpha non era stato per niente finora come si sarebbe aspetto da qualsiasi altro Alpha.
Angus si era dimostrato molto gentile con lui, premuroso, non si era mai dimostrato maleducato o sgarbato nei suoi confronti per ora, nemmeno per sbaglio.
Forse Angus era una persona buona, dopotutto se c'erano Omega cattivi c'erano anche degli Alpha buoni, non doveva essere così superficiale.
Però c'era sempre quella che lui indentificava come prudenza: non doveva darsi false speranze, sarebbe stato molto peggio di quanto avesse immaginato, e doveva cercare di fare il bravo Omega così da non correre rischi e non affezionarsi neanche un po' all'Alpha, altrimenti ne avrebbe molto risentito, pensava.
Si lisciò una ciocca di capelli bagnata con una mano, mandando un po' via il sapone.
Decise che era ora di uscire dalla vasca.
Si alzò dall'acqua e uscì fuori.
Aveva appena fatto in tempo a coprirsi con un asciugamano che bussarono alla porta.
Non si aprì.
Mei, sapendo si trattasse per forza di Angus, allora disse un flebile, ma abbastanza udibile dall'altro, "avanti", cercando di coprirsi meglio mentre l'Alpha girava il pomello della porta perché quel dannato asciugamano era troppo piccolo.
Appena aperta la porta, Angus si ritrovò la scena più meravigliosa che ebbe mai visto, tanto incantevole ai suoi occhi da sentire le ginocchia cedere: un dolcissimo, timido e bellissimo Mei che tentava di coprirsi come meglio poteva con quel misero e piccolo asciugamano, nascondendo solo l'intimità, lasciando libera il resto della candida pelle di quel corpo dalle gradevoli curve femminili, coi lunghi capelli neri bagnati, il bellissimo volto arrossato che tentava di sfuggire lo sguardo dello stesso Alpha per l'imbarazzo, e un buonissimo profumo che gli fece ricordare uno di quei negozi di torte fatte in casa davvero deliziose per cui usciva pazzo durante l'infanzia.
Quella scena era di quanta più bellezza poteva esserci al mondo, per lui!
Mei, d'altro canto, era come pietrificato.
Si vergognava da morire a farsi vedere quasi del tutto nudo! Con solo uno stupido e piccolo asciugamano a tentare di coprire il suo corpo!
Finalmente si era deciso a guardare Angus, ma quello che vide nei suoi occhi non gli piacque per niente.
Gli occhi scuri di Angus apparivano come affamati.
Sembrava che l'Alpha gli volesse saltare addosso da un momento all'altro.
A Mei sopraggiunse subito un pensiero spiacevole.
Solo ora pensava a come sarebbe stata la sua vita con un Alpha: era solo un pezzo di carne, un Alpha considerava un Omega solo per riuscire a mandare avanti la loro dinastia, gli omega servivano solo a badare alla casa, sfornare figli, crescere gli stessi che molto probabilmente li avrebbero sempre snobbati per via della loro natura considerata inferiore, non servivano a niente oltre a quello, ormai lo sapeva!
E lui che credeva, anzi, sperava, che magari Angus fosse diverso!
Invece no!
Era come tutti gli altri Alpha del mondo, altrimenti ora non lo starebbe guardando come un animale selvatico che ha adocchiato la sua preda da divorare.
D'istinto Mei pianse, singhiozzando.
Angus sembrò finalmente ricomporsi.
Perché ora l'omega stava piangendo?
Ci era subito arrivato!
Si era comportato ancora da maniaco!
Si schiaffò una mano in fronte e si diede dello stupido sussurrando.
Perché cazzo non riusciva a smetterlo di fissarlo?!
Di istinto si avvicinò al più piccolo e senza neanche pensarci si buttò a terra, in ginocchio.
Mei, che aveva finito di singhiozzare ma non di lacrimare, alzò il volto, anzi lo abbassò.
Sorpreso.
Angus era in ginocchio davanti a lui!
Anche se in ginocchio la sua testa arrivava comunque all'altezza del suo addome.
L'Alpha aveva il capo chino e ora gli aveva preso la mano con la sua.
Erano così differenti per forma e colore le loro mani.
- Ti prego, perdonami.- bisbigliò Angus, ma la sua voce virile era lo stesso abbastanza udibile per Mei.
L'omega sgranò gli occhi: un Alpha che chiedeva scusa ad un Omega?
Ma dov'era?!
In una barzelletta che aveva un finale scabroso per caso?!
Se qualcuno avesse saputo di quella scena, chiunque non ci avrebbe dato credito.
Era impossibile solo da immaginare!
Eppure Angus era in ginocchio davanti a lui, che chiedeva umilmente scusa per averlo fissato in maniera poco consona.
Possibile che fosse diverso?
- Perdonami.- continuò l'Alpha, non lasciando la mano piccola e chiara di Mei. - Prometto sul mio buon nome che non farò mai più, MAI PIÙ, una cosa del genere. Ti ho mancato troppo di rispetto.- disse ancora, stavolta trovando il coraggio di alzare lo sguardo e unirlo insieme a quello di Mei.
- Vi perdono.- disse solamente il minore.
- Anzi, vi chiedo io scusa. Non so che mi è preso, alla fine non è successo poi chissà che, ma io pensavo già che fosse un delitto! Non è normale questa cosa.- continuò a dire l'omega.
- Vorrà dire che stasera telefonerò subito ad un dottore, non vorrei che la causa provenga da un male fisico.- disse deciso e pensieroso Angus.
Sentirono qualcosa suonare.
- È il citofono, è arrivata la cena.- disse Angus, lasciando Mei da solo ad asciugarsi nel bagno.

Così diversi da essere così uguali Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora