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Per tutto il tempo trascorso nell'auto nessuno fiatò.
Mei stava ancora giocando a Subway Surfers col telefono di Angus, troppo preso dal gioco per fare altro, ma d'altronde aveva solo 16 anni.
Angus aveva gli occhi incollati sulla strada, anche se a volte si girava a guardare il piccolo omega a fianco a lui tanto per vedere come stava.
Dopo una buona mezz'ora di assoluto silenzio, finalmente l'auto si fermò davanti un enorme palazzo, molto bello e sicuramente lussuoso.
Molto probabilmente erano nella zona più in di Londra.
Angus uscì dalla macchina e andò ad aprire la portiera al suo omega, il quale lo ringraziò con un flebile grazie.
- Tieni, Jacob.- disse l'Alpha lanciando ad un ragazzo lì davanti l'ingresso le chiavi dell'auto, perciò Mei pensò fosse il parcheggiatore.
- Vieni.- disse Angus all'omega, cingendogli il fianco come quando circa mezz'ora fa.
Si avviarono verso il palazzo, che aveva pure questo la porta girevole.
Una volta all'interno a Mei si sbarrarono occhi e bocca: era tutto assolutamente.... troppo!
Era tutto troppo!
Mai viste cose del genere per Mei.
Viveva in un piccolo villaggio di provincia, nessuno lì aveva mai visto un hotel o una macchina, men che meno di lusso, come qualsiasi altro villaggio del terzo mondo.
Angus notò che Mei si guardava intorno strabiliato, in particolare la sala d'aspetto, fin troppo lussuosa per essere una comune sala d'aspetto.
- Se vuoi puoi andare a vedere.- gli disse.
Mei si girò verso di lui e per la seconda volta i loro occhi si scontrarono.
Gli occhioni dell'omega parlavano chiaramente, sembravano dire infatti "Posso davvero?", così Angus gli annuì semplicemente e vide il piccolo fare dietrofront e dirigersi verso la sala d'attesa, mentre l'Alpha era andato dal portinaio, a cui diede l'ordine di far avere la mancia che gli aveva appena dato a Jacob per il suo lavoro, per poi avviarsi dal suo omega.
Arrivato nella sala d'attesa si sorprese non poco dello "spettacolo" a cui stava assistendo.
Un uomo, molto probabilmente anche lui vivente nel palazzo e sicuramente un Alpha, stava scacciando in malo modo il piccolo omega.
- Vattene via, omega! Voi puttane non legate non siete ammesse qui!- disse con crudeltà quell'uomo al ragazzino che aveva lo sguardo basso e non osava ribattere, non diceva niente, nonostante gli stesse tirando i lunghi capelli scuri, facendogli sicuramente male, data l'espressione di dolore dipinta sul bel visino.
Neanche quando l'Alpha alzò la mano per dargli sicuramente uno schiaffo.
Angus fu non veloce, di più, come un ghepardo, arrivò dietro quell'uomo a cui tirò i capelli così forte da fargli mollare la presa su quelli dell'omega, facendolo anche cadere all'indietro.
Angus si mise affianco al suo omega, cingendogli il fianco con fare protettivo.
- Che cosa stava facendo al mio omega? Chi vi ha autorizzato solo a sfiorarlo?! Melo dica?!- disse rabbioso, pronto a prenderlo a pugni, infatti si era piuttosto trattenuto tirandogli solo i capelli.
L'uomo, con un parrucchino più finto di una moneta contraffatta castano e ridicoli baffoni anch'essi castani, si rialzò.
- Stavo solo facendo ciò che la legge dice. Un omega non legato non può entrare qui, da solo poi. E lei rischia la denuncia per non essere con la sua puttana al momento del misfatto.- disse del tutto convinto delle proprie parole.
- Nè io nè il mio omega abbiamo infranto nessuna legge. Perciò le chiedo di scusarvi subito.- Sì impuntò l'Alpha.
- No, grazie per l'offerta! Piuttosto ho voglia di sporgere denuncia! Se sarebbe così gentile da dirmi il vostro nome, magari affrettiamo i tempi.- disse fresco come le rose l'uomo, che già Angus odiava profondamente.
Tuttavia decise di giocarsi l'ultima carta, la più forte del suo mazzo.
- Ok, signore. Davvero molto lieto. Il mio nome è Angus Robert Chase, sergente nell'esercito del Regno Unito. I miei genitori sono Lord Robert Andrew Chase e Lady Jane Elizabeth Chase, nata Sharp.Vuole sapere altro, signore?-
Angus guardò compiaciuto l'uomo che sgranava le palpebre e impallidiva leggermente.
- No, signore. Anzi, le chiedo umilmente scusa per il disturbo arrecatovi.- disse con un sorriso falsissimo, ma i suoi occhi castani sprizzavano odio visibile anche a metri di distanza, ma presto tolse il disturbo e se ne andò, finalmente.
Angus guardò attentamente il suo omega.
- Ti ha fatto troppo male? Hai lividi o altro per caso?- nonostante lo sguardo glaciale come sempre, il tono della sua voce a Mei sembrò "un po' premuroso".
Il piccolo negò con la testa.
- Meno male. Dai saliamo in casa.- disse l'Alpha.
Angus gli cinse ancora il fianco e si avviarono verso l'ascensore.
Aperte le porte, ancora una volta Mei fu sbalordito: era un ascensore non molto grande ma colorato d'oro con diverse fantasie color porpora con uno specchio al posto della parete destra.
Angus pigiò il pulsante numero 100 e l'ascensore partì, salendo, facendo perdere l'equilibrio a Mei, non essendo mai stato in uno di quei "cosi" prima.
Tuttavia fu sorretto dall'Alpha, il quale lo cinse ancora da un fianco.
Inutile dire che Mei non osò guardarlo negli occhi per tutta la durata del "viaggio", preferendo limitarsi ad arrossire e sperare che l'Alpha non se ne accorgesse.
Una volta che le porte dell'ascensore si aprirono furono direttamente in quella che Angus chiamava "casa".
Ma era tutt'altro che una casa!
Quel l'appartamento a un piano sembrava gigantesco!
Appena entrati si notava che al posto della parete nel soggiorno stava un'enorme vetrata che faceva vedere tutta quanta la Londra notturna, poi c'era una specie di salotto con un'enorme tv di ultima generazione con alle spalle proprio la vetrata e davanti un grande divano color panna a L con cuscini beige che sembravano comodissimi e un tappeto di pelliccia sintetica sempre beige.
Alla destra, Mei notò una bellissima e moderna cucina e un tavolo da pranzo rettangolare e dallo stile tra l'elegante e il moderno.
Alla sinistra un lungo e largo corridoio che conduceva al resto dell'appartamento.
- Fai come se fossi a casa tua, anche perché lo è.- disse Angus.
Uscirono dall'ascensore ed entrarono, finalmente.
Per Mei quello era tutto un mondo nuovo.
Mai viste cose del genere, anche se sapeva cosa fossero.
Angus era pressoché sparito.
Si avvicinò al televisore e lo toccò con un dito, tanto per assicurarsi che fosse reale, poi si inginocchiò per terra e carezzò il tappeto morbido come se fosse un cagnolino, poi si sedette sul divano, che trovò perfettamente soffice ma anche abbastanza solido.
La voce di Angus lo fece trasalire:
- Ti sei già abituato? Benissimo.- l'Alpha aveva un sorriso smagliante che sembrava curiosamente molto caloroso.
Rimasero per un po' di tempo in un silenzio che dire imbarazzante era riduttivo, durante il quale Mei non faceva che tenere lo sguardo basso, mentre Angus, al contrario, non smetteva di fissarlo.
Si diede mentalmente del maniaco l'Alpha, per ciò che stava facendo: fissare quel giovane omega insistentemente come se fosse una povera preda.
Decise che sarebbe stato lui a rompere il silenzio, anche perché Mei non gli era sembrato affatto per ora uno loquace.
- Beh, è un po' tardi. Che ne dici se ordino la cena? Sarai molto affamato.-
Era una constatazione quella di Angus, non una domanda, per niente.
Trattandosi di un'asta di omega il luogo dove lo aveva trovato, era molto plausibile che tutti quei ragazzi non avessero toccato cibo per tutto il giorno.
E poi Mei sembrava fin troppo magro per i suoi gusti....
Quindi si appuntò mentalmente di ricordarsi di telefonare ad un medico il prima possibile per andare ad assicurasi così dello stato fisico del più piccolo.
- Intanto che aspettiamo, puoi andare a farti un bagno oppure una doccia, se ti va. Vuoi?- aggiunse l'Alpha, dal tono così premuroso da sorprendere pure sè stesso.
Mei alzò finalmente gli occhi verso  il suo interlocutore.
Inutile dire che il cuore di Angus si sciolse di nuovo.
Quante volte poteva succedere? Ormai era già la seconda volta!
Forse era perché Mei non faceva mai intravedere i suoi occhi, preferendo mantenere lo sguardo sempre basso, o almeno quando Angus era nei paraggi, a quanto l'Alpha aveva potuto constatare, cosa che però gli piaceva molto poco.
Forse perché l'omega aveva degli occhi unici: immensi, dalle iridi di un caldo e dolce color cioccolato da riuscire ad immobilizzarti all'istante, a forma di mandorla come tutti i nativi dell'estremo Oriente, dalle lunghe ciglia scure e perfettamente distanziati.
Sembravano quelli di un cerbiatto, come quelli del protagonista di quel vecchio cartone animato della Disney, Bambi.
Mei rispose flebilmente, in un suono che Angus riuscì fortunatamente a sentire solo perché aleggiava il silenzio:
- Sì, se non vi arreco disturbo, signore.-
- No che non me ne arrechi, figurati. Questa è la tua nuova casa, non potrai mai arrecare disturbo.- disse Angus, dopo aver fatto un sorriso così tenero nel suo volto duro e dai lineamenti marcati e un altro dolce sorriso da riuscire a strappare all'omega un sorriso accennato.
L'Alpha la considerò una vittoria.
- Bene. Il bagno si trova nel corridoio, l'ultima porta sulla sinistra.- indicò la zona appena nominata.
Mei si alzò e dopo un altro inudibile grazie, si avviò verso il bagno, senza sospettare dello sguardo incantato che Angus puntava verso la sua sagoma.

Così diversi da essere così uguali Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora