a casa

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gennaio

era il freddo e solito inverno
un odore di neve cadeva insieme ad essa,
copriva le strade del suo bel manto bianco

ripetevo a mente questa poesia mentre guardavo fuori la neve scendere.
era un gennaio molto freddo,
addirittura vestivo 2-3 magliette in casa e sentivo comunque freddo.

i miei pensieri furono risvegliati dalla voce di mia madre che mi chiamava giú,
chiusi le mie due valige, una più grande l'altra più piccola, e scesi per le scale facendo attenzione a non inciampare .
mia madre come tutti gli anni mi aspettava con emozione giù;
stavo andando da papà:

lui viveva dall'altra parte della regione ed ogni inverno io e mio fratello ci trasferivamo da lui per appunto circa un anno.
poi facevamo il contrario con la mamma.

era una specie di scambio di figli, per rimanere in contatto tra di loro e per avere un equa parentela, cioè cosí lo hanno sempre spiegato loro:
dal mio punto di vista si scambiano i figli per liberarsi di loro un'anno e stare tranquilli a casa.

la mamma mi aiutò a portare le valige fuori e mi disse di chiamare mio fratello.

"maRIUSS" gli gridai dall'altra parte della casa,
lui mi rispose altamente scazzato:
la sua ragazza lo aveva lasciato e da tre giorni era solamente attaccato alla TV a lagnarsi e mangiare gelato.
dopo alcune azzuffate che ebbi con lui per convincerlo a portarsi da solo le sue dannate valige e naturalmente il solito rimprovero di nostra madre;
finalmente era tutto pronto.

"Jade, tesoro mio, stai attenta dall'altra parte con papà.. ricorda, niente fumo, moderazione con le feste e niente ragazzi"

"si mamma, come tutti gli anni" gli feci un sorrisino angelico, palesemente falso:
la mamma era sempre molto cauta e iperprotettiva con noi
- non hai ancora 18anni e sei ancora sotto la mia ala quindi -
le sue parole si facevano sempre strada nella mia mente in situazioni come queste,

li avrei comunque compiuti presto i miei 18

"glielo impedirei comunque io" disse mio fratello: lui aveva un 20anni ed era all'ultimo anno.

un'ultimo "fate attenzione" e poi io e mio fratello ci incamminammo verso la stazione, essendo vicina.

non assomigliavamo molto, solo a primo impatto:
eravamo entrambi abbastanza in forma, con i capelli castani e gli occhi scurissimi,
ma questo era l'unica cosa che avevamo in comune:
lui il viso piú a rombo,
io più affusolato;
lui con la pelle leggermente più scura
io più chiara;

in più io avevo preso da mia madre un terribile naso a francesina e fortunatamente delle ciglia lunghe.
mentre lui da papà aveva preso il mento leggermente largo.

trascinando a fatica le nostre valige finalmente arrivammo in stazione e prendemmo, di fortuna, il treno;

era un po' difficoltoso trasferirsi ogni anno, insomma non si poteva ignorare la scuola o gli amici.
bhe per gli amici se ne facevano di nuovi ogni anno in ogni caso
ma avevo comunque alcune amicizie di infanzia che continuavano a restare,
quindi non è mai stato proprio un problema,
mentre con la scuola l'organizzazione era un po' scadente, ma eravamo riusciti ad avere un collegamento di studio.

in mezz'ora eravamo già arrivati alla stazione centrale, per fare lo scambio;
nel mentre di salire velocemente
qualcuno mi spinse da dietro per la foga,
facendomi cadere tutte le valige;
quello presunto stronzo mormorò un "scusa" per poi dileguarsi.
lo mandai a quel paese sottovoce e raccolsi le valigie come dei sacchi di patate;

poi notai un anello vicino allo sportello:
era di quel tizio forse?

e anche volendo ridarglielo era giá sparito
il karma stronzo.

dopo altri noiosissimi 40 minuti di treno finalmente arrivammo alla nostra fermata, scendendo in fretta prima che il treno partisse.

come tutti i soliti anni papà ci aspettava
come tutti i soliti anni era felice di vederci ed entusiasta
e come tutti i soliti anni eravamo ritornati a casa.

two feetWo Geschichten leben. Entdecke jetzt