~Protagonist~
Laila Andrews
[Dad] Jason Andrews
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Apro leggermente le tende per permettere al sole di penetrare ed illuminare la mia stanza. Intanto mi perdo ad osservare all'orizzonte le altre case di fronte alle mie.
Nel momento in cui apro la finestra la porta della camera, si richiude immediatamente sbattendo e provocando un rumore assordante."Leila!" mi richiama mio padre.
"Arrivo" dico annoiata dopo aver bloccato la porta della mia camera con una sedia poi con una corsa raggiungo mio padre al piano di sotto."Dobbiamo parlare" disse facendomi segno di sedermi accanto a lui.
"No grazie." dico guardandolo torva per poi accomodarmi sul divano dalla parte opposta al suo."Spero che questa volta mi lascerai dire la mia versione" dice come premessa ad un altro dei suoi discorsi in cui cerca, pateticamente, di discolparsi.
"Devo sentire te che blateri bugie o per una buona volta dirai la sacro santa verità?" Dissi incrociando le gambe e le braccia simultaneamente.
"Lasciami spiegare. Come sai lavoro nel FBI, quando me ne sono andato di casa è perché ero un pericolo per te. C'era qualcuno che cercava di ucciderti, così ti affidai a Kate Argent.
Andai in copertura per cercare di acciuffare quell'assassino e scoprì che era Gerard Argent." spiegò lui."Mi hai lasciata nelle mani di un assassina." dissi inarcando le sopracciglia per la sorpresa.
"Beh, ti avrebbe protetto. Ed poi quel giorno in cui mi hai creduto morto ho rischiato veramente di morire così l'ho usato come capro espiatorio per nascondermi e proteggerti." rivelò mio padre lasciandomi a bocca aperta."Lo hai fatto per proteggermi... Ma io avevo bisogno di te." dissi alzandomi dal divano per poi allontanarmi dandogli le spalle.
"No, tu sei sempre stata forte. Non avevi bisogno di me e non hai bisogno di me" disse malinconico.
"Mi dispiace per essermi comportata come..-lui mi interompe sorridendo- " come una bambina?" Domanda retorico."Tu sei la mia bimba, quindi non è un problema." affermò sorridendo per poi allargare le braccia in un abbraccio.
"Magari un altra volta" scuotendo la testa, non sono una bimba di 5 anni.
"Va bene. Ah e poi volevo darti queste" disse lanciandomi due chiavi diverse.
"Cosa sono?" domando analizzandole con curiosità."Sono solo dei regali che potrai vedere quando saremo nella casa nuova." disse mettendo le mani in tasca come se niente fosse.
"Casa nuova?" domando con espressione stupita.
"Sì tesoro. Ho deciso di tornare a Beacon Hills per il lavoro e perché hai bisogno di tornare lì se non sbaglio?" chiede avvicinandosi a me.
"Sì beh, penso che potrebbero darmi delle risposte." dissi ripensando all'incidente per il quale ho perso i ricordi della mia permanenza lì."Se non le trovi da loro ne puoi parlare con me." disse accarezzandomi la spalla mio padre.
"Certo papà." dissi sorridendo.
"Dai inizia a fare la valigie." mi suggerisce prima di avvolgermi in un caldo abbraccio.Mi mancava, il suo affetto intendo.
Avevo tenuto il muso lungo tutti questi mesi, ma ero finalmente riuscita ad ottenere la verità.
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"Papà, non pensare che io utilizzerò quell'auto." Urlai dal garage dopo averla vista.
"Ma che ha che non va?" mi raggiunge.
"Non va che è e troppo da snob. Mi prenderanno per una riccona snob." dissi ovvia allargando gli occhi per la rabbia."Tesoro non puoi avere sempre ciò che vuoi,devi accontentarti del mio regalo e poi non è educato rifiutare dei regali." disse lui prima di rispondere al cellulare e abbandonarmi lì a osservare la mia nuova Aston Martin Vanquish da 500 mila dollari.
Sbuffo mettendo i polpastrelli sulla fronte e le tempie.
Poi esco da lì dirigendosi nella mia camera da letto, che è altrettanto lussuosa.Il letto era posizionato al centro della stanza su un tappeto rosa dai dettagli floreali e di fronte ad esso una panca di quelle fatte apposta per la camera da letto ma realizzata con un pellicciotto soffice.
Ai lati dei letto vi erano due comodini sui quali erano posti dei abat jour bianchi che erano esattamente sotto le tende delle finestre.
Andando verso destra si trovava una grande porta finestra coperta da delle tende rosa, come quelle sulle finestre, che portava ad una balcone grande e spazioso.Sul balcone erano posizionate poltroncine da esterno e tra le quali era posto un tavolo in legno mentre le poltroncine erano realizzate in rattan intrecciato di beige.
Diedi un'occhiata alla città.
Sembrava quella di sempre, la misteriosa e insicura Beacon Hills.
Per quanto quel posto fosse inquietante, rappresentava la mia casa.
Lì c'erano i miei amici, la mia famiglia. E come avevo bisognodi loro, loro avevano bisogno di me.Sorrisi guardando le rondini danzare e canticchiare nel cielo azzurro privo di nuvole che potessero coprire l'abbagliante luce del sole che stava per tramontare.
Guardando il tramonto mi ricordai di me e i miei amici.
Scott, Lidya, Allison e Stiles..
Erano tutto per me e trovo molto strano che io mi ricordi solo dei loro visi, dei loro caratteri ma non di ciò che facevamo insieme.Il motivo per cui papà aveva deciso di andare via da lì. La mia mente si stava affollando di sempre più domande così rientrai nella stanza per poi chiudere il balcone.
Posizionai in giro le varie foto che emi erano rimaste.
Ne trovai molte con Lidya e Allison ma una che mi colpì particolarmente fu quella di me e Stiles.
Percepì in me un calore, un sentimento inspiegabile così la riposì sulla scrivania ben ordinata.E piena di allegria e eccitazione per rivedere il mio "branco", raggiungo mio padre per cenare.
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Fascinating-Stiles Stilinski
Hombres Lobo•tutti gli altri personaggi sono opera di Jeff Davis solo la protagonista è interamente frutto della mia immaginazione. ~Perché sei bellissima quando piangi. Ma non è una ragione per continuare a farlo.~ Era un mistero come quel ragazzo riuscisse ad...