Elegance..💄

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•No I-I-I-I, can't be responsible
If I-I-I-I, get you in trouble now
See you're-'re-'re-'re, too irresistible
Yeah, that's for sure
Zara Larsson , Ain't my fault

Slego la crocchia fatta in precedenza raccogliendo i capelli in una coda alta e simultaneamente tolgo dai piedi i miei amati tacchi che successivamente metto nella borsa.
Inserisco le ciabattine o anche chiamate zoccoli professionali datemi dall'inserviente per evitare di fare le pulizie delle classi con dei tacchi a spillo.

Poi mi accorgo di una presenza alle mie spalle, mi giro per pochi secondi ad osservarlo.
Le sue iridi verdi sono illuminate da un raggio di sole proveniente dalla finestra aperta mentre tiene le muscolose braccia conserte e le spalle poggiate allo stipite della porta dell'aula.
Osserva con attenzione ogni mia mossa senza proferire parola.

Prendo una delle scope ignorando il suo sguardo insistente e nonostante mi senta a disagio comincio a pulire la classe.
Un risolino provocatorio proveniente dalla sua bocca mi fa girare verso di lui.
Lo fulmino con un occhiata micidiale e ricomincio.

Ad un tratto scorgo con la coda dell'occhio che si toglie la giacca di pelle nera.
A coprire il suo busto vi è solo una t-shirt bianca aderente che fa intravedere molto gli addominali del ragazzo.
Nessuna ragazza può non esserne attratta: quel atteggiamento da ragazzaccio, gli occhi azzurri-verdi, quel fisico da dio greco.

Sento le guance andarmi a fuoco quando si accarezza i bicipiti togliendovi una macchia di rossetto rosa.
Alzo gli occhi al cielo immaginando che sia stata Tracy a lasciargli quel bacio magari in una delle loro sveltine nel bagno o da qualsiasi parte abbastanza appartata possano farlo.

«Puoi passarmi il secchio?» chiede con una serietà sul viso che non avevo mai visto.
Mi avvicino alla finestra ma mentre mi sto per chinare a prendere il secchio noto parecchie auto ancora nel parcheggio ma solo una m'interessa.

L'inconfondibile jeep blu di Stiles.
Il moro è appoggiato all'auto mentre Malia gli cinge il collo con le braccia.
Resto a fissarsi mentre si scambiano effusioni amorose finché non iniziano a scambiarsi una bacio pieno di passione.
Chiudo momentaneamente gli occhi, cercando di reprimere la rabbia e la gelosia che mi invadono.

Ho sempre pensato che la gelosia fosse uno dei sentimenti più irrazionali e forti che un essere umano.
Perché è la gelosia ad uccidere l'amore anche se lascia intatto il desiderio, si dice che nasce sempre con l'amore ma non sempre muore con essa.

Parlo della gelosia che svuota le vene all'idea che la persona amata conosca a memoria un corpo altrui, la gelosia che piega le gambe, toglie il sonno, distrugge il fegato, arrovella i pensieri, la gelosia che avvelena l'intelligenza con paure, e mortifica la dignità con tranelli facendoti sentire derubato.
Ma nel mio caso questa gelosia è insensata, lui non mi appartiene più.

«Sento già da qui il tuo cuoricino che si spezza in mille pezzi. E mi domando perché una come te dovrebbe volere uno come lui.» il biondo mi rivolge uno sguardo stralunato ma anche divertito.
Mi giro subito verso di lui.

La mia mascella si muove quasi da sola , facendo assumere alla mia bocca una forma irregolare, per non dire storta.
È evidente il fastidio che mi provo al sentire quelle parole.

Ma da infastidita mi sento rabbiosa, sento la collera che mi brucia nelle vene

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Ma da infastidita mi sento rabbiosa, sento la collera che mi brucia nelle vene.
Stringo le mani in un pugno fino a formare sui palmi delle mie mani delle ferite a forma di mezzaluna pur di controllarmi e non uccidere quell'idiota.

«Eleganza è rimanere indifferenti in mezzo a gente che vale poco.» dico prima di zittirmi e cominciare a pulire in religioso silenzio la classe.

Il ragazzo fa lo stesso sostituendo a quel suo sorrisetto di scherno un espressione cupa e imbronciata.

Appena finisco di scontare la mia pena, inserisco la mia giacca di pelle, i tacchi e slego i miei capelli dandogli in aria molto più sbarazzina poi mi dirigo verso l'uscita della scuola.

Ma prima che io possa uscire da quell'inferno vengo sbattuta contro uno dei freddi armadietto blu della scuola.
Il ragazzo mi intrappola tra il suo corpo ed esso.

Questa posizione fa riaffiorare nella mia mente un ricordo..
«Levati di dosso Theo!» esclamo arrabbiata.
«Non riesci nemmeno a dirlo guardandomi nei occhi bambolina, non sei molto convincente sai?» una cristallina risata spumeggia tra le sue sottili labbra.

Nonostante questa situazione mi metta in soggezione, lui mi irriti e tutto il contesto: trovo davvero meravigliosa la sua risata.
«Sicura che sia quello che vuoi?» prende una ciocca dei miei capelli giocherellandoci mentre il mio sguardo vaga lungo tutto il corridoio per evitare di incrociare il suo sguardo.

Non riesco nemmeno io a capire perché ho questa reazione.
«Guardami, sii convincente. E dimmi che lo vuoi.» mi afferra la mascella girando la mia  faccia verso di sé.
«Togliti di dosso Theo.» gli dico scandendo le parole con rabbia.

Il ragazzo alza le mani in segno di resa e si allontana da me con un ghigno sul viso.
Appena compie questa azione mi giro verso l'uscita pronta ad andarmene ma senza rendermene conto mi giro verso di lui un'altra volta.
Gli do uno schiaffo talmente tanto forte da fargli perdere equilibrio e cadere a terra.

Gli do uno schiaffo talmente tanto forte da fargli perdere equilibrio e cadere a terra

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Dopo aver avuto la soddisfazione di osservarlo lì a terra me ne vado.
                                  *********
Scruto con attenzione la mia figura allo specchio: perfetta. Come sempre.
I capelli lisci sono raccolti in una coda alta, mentre le ciglia lunghe sono accentuate da un leggero strato di mascara e sulle labbra ho il mio immancabile lucida labbra color ciliegia.

Indosso qualcosa di comodo e allo stesso non troppo casual accompagnato dai miei adorati stivaletti con tacco neri.

Indosso qualcosa di comodo e allo stesso non troppo casual accompagnato dai miei adorati stivaletti con tacco neri

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Scendo per controllare che la casa sia pulita prima dell'arrivo dei ragazzi.
Ma tutto è incredibilmente strano: la porta d'ingresso cigola ed è socchiusa, papà non ha dimenticato il suo giornale come ogni volta sul tavolo in cucina ma è a terra vicino ad essa ed in più e dei sussurri nella mia testa mi creano più fastidio del solito anche se sembrano provenire fuori dalla mia testa.

Con i miei altri occhi accetto le mie ipotesi.
Qui c'è qualcuno.

Fascinating-Stiles StilinskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora