Capitolo due

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Jungkook continuò a succhiare con gusto, la sua lingua entusiasta, le sue labbra ben più che felici di ricevere tra di esse il denso latte.

Il latte alla banana che stringeva tra le mani aveva un buon sapore. Lo beveva tranquillamente con un leggero sorriso stampato sulla faccia, dondolando sul posto.

Jungkook aveva trascinato via dal club Taehyung strattonando il povero ragazzo da un polso, lo aveva costretto ad entrare in una comunissima e squallida drogheria aperta in piena notte, aveva comprato latte per entrambi, e adesso stava dondolando i piedi seduto sul parapetto di una terrazza, mentre finiva il cartone di latte che avrebbe dovuto essere per Tae- e che, orgoglioso com'era, aveva rifiutato di bere, disgustato all'idea di mettersi quella roba in corpo.
Gli occhi persi nell'osservare la vista dall'alto di Seul- le luci della città che si riflettevano nelle sue orbite scure, rendendole scintillanti e limpide, il ragazzo si riempiva i polmoni con la frescura della notte, tranquillo e spensierato. Le sagome appuntite delle case, quelle arruffate delle chiome degli alberi, e quelle minuscole e quasi invisibili di alcuni ritardatari di ritorno da una stressante giornata lavorativa- Jungkook scrutò ogni singolo particolare di quella vista notturna e sembrò analizzarne forme e colori, aspettandosi di intravedere qualcosa in qualche angolino particolarmente buio, dove era probabile accadessero le cose più interessanti. E in tanto beveva dalla cannuccia il latte, innocentemente sorridendo a Taehyung, che nel frattempo continuava a sbuffare infastidito.

Una persona infantile come Jungkook poco si direbbe essere il successore di un pericolosissimo gangster, ma mentre potevi vederlo tranquillo a bere dal suo cartone di latte, poco dopo potevi avercelo parato davanti, minaccioso quanto la morte stessa, armato di pistola e con il viso insanguinato. Era la particolarità di Jungkook che lo rendeva tanto simpatico agli occhi di Taehyung, era un portento nel mascherare la sua vera natura, e lo faceva talmente tanto spontaneamente che uno sconosciuto non avrebbe mai potuto pensare- o anche solo sospettare- di avere di fronte a sé una carogna dal grilletto facile e dal carattere suscettibile, dipendente da potere e denaro, nonché da latte alla banana.
Lo aveva visto trucidare e torturare con la stessa freddezza con cui lui stesso svolgeva i suoi compiti, e lo aveva ammirato, in quelle occasioni.

Non per niente era il padre aveva scelto di accoglierlo sotto le sue protettive ali corrotte.

Taehyung poggiò i gomiti sulla ringhiera di quel parapetto, posando il suo viso tra le mani, osservando Jungkook mentre sfidava le sue vertigini continuando a vagare mentalmente per la città, capo basso e pericolosamente in bilico.

«Come tu faccia a trovare tutto ciò divertente, proprio non lo so» disse Tae con un sospiro, guardando il minore mentre schiacciava quel cartone di latte tra le sue grandi mani e si teneva pronto a prendere la mira.

«Scommettiamo 50.000 won che becco qualcuno» ridacchiò Jungkook, pronto a lanciare l'arma di cartone al primo malcapitato.

«Non ho intenzione di sprecare soldi in queste stronzate, neanche una piccola somma come quella.»

Jungkook comunque decise di buttare giù il cartone, ormai vuoto, tenendo però la cannuccia incastrata tra le labbra. Dopo qualche secondo si sentì un tonfo, ma nessuno si stava lamentando per aver ricevuto un cartone di latte dritto sulla testa, quindi voleva dire che il tiro, sfortunatamente per Jungkook, era andato a vuoto.

Tae continuava a fissare Jungkook, e come i suoi capelli corvini quasi si confondevano con il buio della notte, e. Il collo mostrava la sua cicatrice. Tracciava una linea bianca, simile ad uno strappo della pelle, segnava tutta la sua mandibola, passando per il collo, finendo con il il scemare in una punta più sottile quasi sul suo pomo d'Adamo. Una venatura chiara e pallida ben distinta dal resto della sua pelle, non importa quanto Jungkook cercasse di nasconderla.

Inheritance. - TaeKookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora