Capitolo tre

121 15 4
                                    

«Perfetto, adesso che vi ho entrambi qui nel mio ufficio posso parlarvi come si deve» il capo Kim fece scontrare insieme le grandi e rugose mani, allargando un gigantesco sorriso a denti d'oro sul viso, accomodando i suoi due figli, Taehyung e Jungkook, all'interno del suo polveroso ufficio. L'ufficio era troppo grande per una singola persona, ed era troppo vuota per il ricco CEO di una influente compagnia. Il signor Kim se ne stava seduto su una grande poltrona, molto lussuosa con i suoi cuscini in velluto porpora, dietro ad una scrivania e qualche pericolante pila di carte, tenute ferme da pesanti fermacarte a forma di gattino.

Jungkook guardò con sguardo interrogativo il maggiore, chiedendosi la ragione di un tanto caloroso invito così all'improvviso. Capitava poche volte che i due venissero convocati dal padre, e la maggior parte di queste era quando Jungkook provava a frodare i grandi della mafia, finendo solo con il venire beccato e ammonito, costretto a risarcire il danno.
Ovvero una o due volte al mese- quando Jungkook riusciva a mettersi in contatto con Namjoon, o con Yoongi, per iniziare piccole imprese indipendenti che venivano perennemente intaccate dal suo  padrino.
Il vecchio si divertiva, così diceva, a scoprire i piccoli inganni e tentativi di ribellione del ragazzo. Era come un malato gioco tra padre e figlio, era compito suo impedire che Jungkook "si facesse male" e puntualmente lo intralciava. Spesso Jungkook si chiedeva come facesse ad essere sempre al corrente di qualsiasi cosa.

Tae scosse semplicemente le spalle quando sentì gli occhi di Jungkook posarsi sul suo viso, mentre era impegnato a non rompere il contatto visivo con il padre, attendendo magari un rimprovero, o- se pensava con più ottimismo- l'arrivo di una particolare e pericolosa missione in cui finalmente avrebbe potuto svagarsi con qualche uccisione.

Ma il vecchio si alzò dal posto, e felice come un bambino annunciò la buona novella in serbo per i due, e che minacciava di sgusciare fuori dalla sua viscida lingua da più di una settimana «Sono felice di dirvi che vi ho combinato un matrimonio. Per entrambi» il vecchio fu soddisfatto nel vedere lo stupore negli occhi dei ragazzi- o, almeno, in quelli di Jungkook. Il moro strabuzzò gli occhi, istintivamente aggrottando la fronte.
Taehyung se ne restava fisso al suo posto, come se le parole del vecchio non lo avessero minimamente toccato, semplicemente aspettava che fosse Jungkook a dire qualcosa, con uno sguardo impassibile e degli occhi che sembravano esprimere monotonia.

Jungkook lasciò cadere la mandibola, occhi ancora spalancati «Cosa?!» sbraitò «Sappi vecchiaccio che io non ho alcuna intenzione di sposarmi a soli ventun anni» indicò l'uomo di fronte a lui con un indice munito di uno scintillante anelli d'argento «E tu non puoi obbligarmi»

Il vecchio scosse il capo, abbastanza esasperato dal lasciarsi sfuggire un sospiro dalle sottili e martoriate labbra. Con l'aria di un innocente padre deluso dal comportamento ingrato del figlio, disse con piena calma «E invece ci credi se ti dico che non ne ho bisogno?» il signor Kim fece il giro della stanza, raggiunse Jungkook per potergli dare delle finte pacche paterne sulla spalla, tanto pesanti da far spostare il ragazzo in avanti di qualche passo. Il vecchio inchiodò le sue orbite scure- completamente l'opposto delle chiare iridi del figlio- in quelle castane di Jungkook, che subito sentì farsi piccolo sotto il peso di quello sguardo. 

«Sono sicuro che questo matrimonio gioverà anche te, e in molti modi, anche» un sorriso furbo apparì sul suo viso «Perché so che la persona che stai per sposare ti piace già da tempo, e scommetto che non vedi l'ora di infilargli un anello al dito» cantilenava come una vecchia chioccia con tra le mani del succulento gossip da salotto.

Jungkook non aveva la più pallida idea di ciò che il signor Kim stesse sputando fuori dalla bocca. Confuso lo osservò girare i tacchi e tornare al suo posto. Allungò le labbra disegnandosi in volto un infimo sorriso di pura arroganza- lo stesso del figlio.

Inheritance. - TaeKookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora