Prologo

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Fu bloccato. Braccia e gambe sotto il peso del suo carnefice, immobili ed impotenti.
Urlava e scalciava ma la donna continuava a sormontare minacciosa il ragazzo.
Tra le sottili e rachitiche dita un'affilata lametta.

Il metallo tagliò la carne come burro. Dalla ferita disegnata dalla lama presto sgorgò sangue a fiotti.
Il rosso imbrattò la sua carne, il suo viso, i suoi abiti, il pavimento.
Alla vista comparve un leggero sorriso sul volto della donna, che piano piano vedeva il figlio rallentare i suoi movimenti.

Gli occhi del giovane divennero sempre più spenti, il cervello gli sembrò spegnersi all'improvviso. Il dolore sparì, insieme alle sue urla d'agonia, sembrava essersi improvvisamente calmato- annaspava aria concedendosi delle profonde e lente boccate, probabilmente le ultime. Nelle orecchie le pulsazioni del suo sempre più lento cuore, le tempie e le orecchie sembravano emettere intermittenze.

Qualcosa di freddo restava premuto sul suo collo, finché le sue gambe smisero di muoversi e debolmente i suoi talloni scivolarono lungo il parquet, gambe ormai stese e prive di qualsiasi facoltà motoria. Aveva smesso di scalciare, di ribellarsi, o di tentare di riprendere i sensi.
Un formicolio corse lungo il suo corpo, attraverso le vene, la spina dorsale.

La debolezza derivata dall'eccessiva perdita di sangue finì con l'imprigionare il suo corpo in un immobilità irrecuperabile.
Così come il cuore iniziò a cedere, anche i suoi occhi smisero finalmente di funzionare.

Inheritance. - TaeKookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora