Pov Historia
Nell'appartamento di fianco al mio abitava una prostituita.
Non era una cattiva persona, anzi, il contrario; ma cominciavo seriamente a dubitare dei suoi consigli sui posti di lavoro liberi... anche se mi avevano preso pensavo alla voglia che mi era venuta in quel momento di strangolarla
:- ma certo, è un posto ottimo, è la paga è buona... ti ammazzo Annie.- era questo che continuavo a ripetermi mentre mi esibivo nella lap dance in abiti succinti davanti ad un branco di porci che continuavano ad offrirmi mance ed a toccarmi ogni volta che mi avvicinavo all'estremità del palco; la cosa peggiore era che si poteva entrare anche senza la possibilità di pagare, infatti molti individui sembravano solo intenzionati a prendere me e qualsiasi mia collega non appena fossimo uscite
:- non preoccuparti, non è così terribile dopo qualche settimana- mi sussurrò Isabel all'orecchio.
La ragazza, seppure più alta di me, era di corporatura minuta, sorrideva raggiante al pubblico mentre si esibiva, ma guardarla mi faceva quasi tristezza, con quegli occhioni verdi ed i capelli rossi legati in due code voluminose sembrava una bambina costretta a crescere troppo in fretta.
Ci eravamo scambiare due parole nello spogliatoio per conoscerci meglio, lei lavorava in quel locale da qualche anno, e mi chiedevo come avesse fatto a restarci così a lungo: il Titans era un posto sudicio, puzzava di alcool e sudore, solo da fuori appariva decente, con le sue insegne luminose e tutto il resto, dentro era solo un bar pieno di maiali.
Il tempo passava in fretta, oppure troppo lento, continuavano ad infilarmi soldi ovunque ed a fischiare, dall'altro mio lato Mina sembrava in seria difficoltà, era il primo giorno anche per lei, ed era impacciata anche più di quanto lo fossi io se possibile... passò un'ora, due, tre, quattro... e finalmente ci lasciarono andare; misi di nuovo la mia felpa e, dopo aver salutato le due ragazze, mi avviai per la mia strada; la cosa stava andando piuttosto bene, avevo guadagnato un buon gruzzolo... Almeno pensai questo finché non fui a casa ed aprii la porta accendendo le luci.
Dentro c'era una ragazza, ma lo capii di poco vista la felpa larga ed il cappuccio calato sulla testa; ma riuscii a farmi comunque un'idea del suo aspetto fisico.
Sotto gli abiti larghi si intuiva una figura slanciata, le mani erano sottili e con le nocche violacee; come se avesse lottato; zoppicava leggermente da una gamba... mi soffermai sul viso stanco, la sua carnagione era olivastra; piena di lentiggini, il sottile labbro inferiore era spaccato, come se fosse stata colpita; gli occhi sottili, quasi minacciosi, avevano degli aloni scuri intorno, come se non avesse dormito, i capelli, di un castano scuro, erano legati in una coda bassa.
Riuscivo a sentire dalla porta l'odore stantio di alcool che emanava, sembrava che non avesse preso nulla, ma alcuni cassetti erano aperti... nel vedermi spalancò gli occhi e si diede alla fuga dalla finestra, io corsi dai miei figli.
Pov Ymir
Imprecai tra i denti, non potevo credere di essere stata beccata, ora mi toccava ritornare a casa con le mani vuote... deglutii pensando a ciò che mi sarebbe success
"Tu vali quello che rubi"
Quelle parole mi rimbombavano in testa; avevo rubato troppo poco, ed ora ne avrei pagato le conseguenze.
Appoggiandomi più alla gamba destra che alla sinistra arrivai davanti ad una casa fatiscente, un monolocale lurido dalle cui finestre usciva una luce fioca; sapevo chi avrei trovato all'interno; mi morsi il labbro, che prese a bruciare più di prima
"Tu vali quello che rubi"
Deglutii aprendo la porta
:- sono a casa...- una figura robusta si stagliò di fronte a me; e mi guardò come a scrutarmi nella mente; sembrò capire subito, mi diede uno schiaffo tanto forte da farmi cadere a terra, provai ad alzarmi si nuovo, ma lui mi mise a pancia in sù e mi schiacciò a terra, mise una mano intorno alla mia gola premendo sulla trachea, cominciai a sentirmi mancare l'aria mentre cercavo di scalciarlo con le gambe e provavo e togliergli la mano con entrambe le braccia
"Tu vali quello che rubi"
Quel giorno io non valevo niente, e lui mi aveva in pugno; cercai di ricordare qualcosa di positivo, la ragazza dagli occhi color zaffiro che avevo visto per quel poco tempo che ero rimasta al Titans, chiusi gli occhi, mentre da essi cominciava ad uscire qualche lacrima traditrice.
ANGOLO AUTRICE
EHI BELLA GENTEH!
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Guarirò le tue cicatrici
FanficHistoria Christa Lenz è una ventiseienne stressata, madre single di due figli, terrorizzata dall'ex ragazzo, e rinnegata dal padre. Ymir Fritz è una ventiquattrenne alcolizzata, con una fedina penale lurida quanto una discarica