*due anni dopo*Pov Historia
:- signorina Lenz, il suo è davvero un ottimo curriculum, ma deve capire che non è di certo l'unica ad aver chiesto un posto qui... nei prossimi giorni le manderemo una mail per dirle se è assunta o meno- l'uomo, alto e pelato, si alzò in piedi con un soffio, potevo sentire l'odore di alcool nel suo alito, e vedere delle piccole gocce rossastre rimaste intrappolate nei suoi baffi; mi alzai a mia volta e strinsi la mano che mi porgeva
:-grazie, signor Pixis, aspetto con ansia la sua risposta- gli sorrisi caldamente per poi lasciare l'ufficio, una volta chiusa la porta dietro di me il sorriso si trasformò in un'espressione neutra; non mi sentivo particolarmente ottimista riguardo al lavoro, vista la mia situazione era una fortuna che mi avessero presa in considerazione, non potevo certo continuare a lasciare i miei figli a Petra, e nemmeno disturbare continuamente Armin, che lavorava ai servizi sociali nel reparto medico, ogni volta che si ammalavano; anche loro avevano le loro vite, ed io dovevo imparare a badare a me stessa ed ai gemelli da sola e senza disturbare.
Mentre camminavo per le strade mi guardavo attorno guardinga, il quartiere in cui mi ero rifugiata era, probabilmente, il peggiore che mi potesse capitare; pieno di drogati, senzatetto, ubriachi e malavita, non che qualcuno mi avesse fatto qualcosa finora, ma la prudenza non era mai troppa. Una mano che si allungava mi riscosse dai miei pensieri, guardai di fianco a me, una ragazza poco più alta di me si avvicinava; era pallida come un lenzuolo, i capelli corvini le arrivavano circa a metà del collo; sembrava avere freddo, perché tremava mentre cercava di avvolgersi il più possibile nella pesante sciarpa rossa, gli occhi, forse una volta vivaci, ora erano spenti, e cerchiati da profonde occhiaie
:- scusa... non è che hai qualche spicciolo? Io ed i miei amici abbiamo fame...- la sua voce era atona, stavo per tirare fuori il portafogli, quando
:- MIKASA! L'HO PRESO!- non trovai il portafogli con la mano. Dall'altra parte del vicolo stava un ragazzo poco più giovane di me, ma già più alto, gli occhi, di un verde intenso, brillavano mentre agitava il mio portafogli sopra la testa castana e scompigliata. La ragazza scappò via, non mi sembrava che la sua espressione fosse cambiata di una virgola
:- ma- ehi!- mi sbattei la mano sulla fronte, non li avrei mai raggiunti in tempo, erano troppo lontani, rimasi lì, impietrita, per una decina di minuti buoni.
Pov Ymir
Sedersi su una cassa mezza rotta non era il massimo.
Ero lì insieme a Sasha e Berthold, lei, alta, pelle leggermente abbronzata, capelli castani legati ed occhi color nocciola, lui, ancora più alto, con i capelli neri e gli occhi scuri, la carnagione olivastra ed il naso a gobba.
Presi un'altro sorso dalla mia birra, mi piaceva passare del tempo con i barboni come loro, mi piaceva come a loro non fregasse niente della mia famiglia o di cosa non andava in me; come al solito la "Ragazza patata" ,come l'avevamo soprannominata dopo che aveva rubato una cassa intera di patate, stava sbavando pensando a chissà quale pietanza, da quello che avevo saputo non era sempre stata in quel posto, a quanto pare la sua famiglia, già povera di suo, l'aveva sbattuta fuori quando aveva dieci anni, inutile dire che di tutti lei era quella che più assomigliava ad un animale randagio, essendo quella che era finita in strada più giovane.
Berthold invece sembrava star affilando un coltellino con un sasso, lui mi aveva raccontato di aver ricevuto un addestramento all'accademia militare, ma di essere poi stato cacciato per aver infranto le regole troppe volte.
Poco distante stava dormicchiando Hanjie, la pazza del gruppo, sembrava che una volta fosse stata una scienziata del governo, ma quel tempo era passato, le avevano distrutto ogni possibilità di carriera, lei sapeva troppi segreti, ora era soltanto una povera pazza come tanti altri qui; gli occhiali poggiavano un po' storti sul naso gonfio che sembrava aver presto un pugno, mentre i capelli, anche se legati, spiovevano sul viso della donna.
Era per quello che mi piaceva quel posto, era come entrare nel regno di chi non ce l'ha fatta, il regno dei sogni e delle speranze infranti... Ma non potevo immaginare che di lì a poco le cose sarebbero cambiate... E che il mio posto preferito sarebbe stato un'altro... Non potevo immaginare che la bionda che avevo adocchiato qualche giorno fa sarebbe diventata così importante
ANGOLO AUTRICE
ZAOOOOOOOH *rotola* sono tornata!!!
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Guarirò le tue cicatrici
FanficHistoria Christa Lenz è una ventiseienne stressata, madre single di due figli, terrorizzata dall'ex ragazzo, e rinnegata dal padre. Ymir Fritz è una ventiquattrenne alcolizzata, con una fedina penale lurida quanto una discarica