Capitolo 5

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Pov Ymir

:- ehm... ok...- borbottai, l'imbarazzo era palpabile, ero in nella stessa casa, da sola con la ragazza che avevo cercato di rapinare e due marmocchi che facevano casino; feci per cambiare posizione, ma una fitta lancinante alla costole mi fece cambiare idea istantaneamente, tanto la ragazza non sembrava interessata a farmi del male... guardai meglio la stanza: molto spartana, composta semplicemente da due letti, probabilmente venduti con l'appartamento, un armadio ed una culla, abbastanza grande da tenere, anche se stretti, i due mocciosi.

Historia, così aveva detto di chiamarsi, mi portò dell'acqua e, dopo qualche protesta da parte sua, la bevvi da sola.
:- ... grazie...- biascicai a fatica
:- figurati- calò un silenzio imbarazzato, interrotto solo dai risolini di quei marmocchi del cazzo, da quelli che sembravano rumori di spari lontani, e qualche voce più tranquilla che parlava riguardo a giochi d'azzardo
:- quindi... ehm...- la bionda deglutì
:- perché ieri mi hai rubato solo delle mutande?- il fiato mi si mozzò in gola, non avevo neanche guardato ciò che avevo preso, ma dovevo ammettere che quello sarebbe stato probabilmente il colpo migliore degli ultimi giorni, prendere le mutande dalle case in cui rubavo, sopratutto di ragazze, era diventato quasi un hobby; insomma, c'era che collezionava figurine, chi sparava ai barattoli, e poi c'ero io, una ladra di mutande... ok
"Sai di essere una pervertita vero?" Chiese la mia coscienza, per poco non le risposi ad alta voce
:- erano la prima cosa che ho trovato- risposi invece alla ragazza; quella mi guardò, quasi interrogativa
:- lo sai che non valgono niente, vero?- annuii
:- guarda che lo faccio solo perché non voglio spacciare droghe- dissi poi, quasi a volermi giustificare, lei fece spallucce
:- ok- silenzio.

L'imbarazzo durò per alcuni minuti, quando qualcuno bussò alla porta e la ragazza andò a vedere, io, molto lentamente, portai una mano in tasca e toccai il coltellino che ero riuscita a rubare a lui... non si sapeva mai chi potesse esserci alla porta, sentii un'altra voce femminile, che peraltro io conoscevo piuttosto bene
:- senti, ho finito lo zucchero, non è che ne avresti un..-
:- Annie...?- anche se non la vidi fui sicura che il suo sguardo si era girato nella direzione da cui proveniva la mia voce
:- Ymir, sei tu?-
:- ma certo! Vieni qui, troia dei miei stivali!- quasi gridai bonaria
:- vi conoscete?- stavolta era stata Historia a parlare, mentre le due si mettevano davanti all'entrata della stanza, io annuii
:- stai messa uno schifo- Annie era poco più alta di Historia, ma ancora più pallida, di un colorito che una volta doveva essere stato rosato, ma che adesso era smorto come quello di un cadavere; o grandi occhi, di un azzurro spento, erano cerchiati da occhiaie profonde; il naso, da befana, sembrava quasi essere stato rotto, più volte, mentre le labbra sottili erano contratte in un leggerissimo ghigno
:- oh, sì, ma restò sempre una bestia- sogghignai come meglio riuscivo, intanto Historia ci guardava confusa
:- comunque... vedo che anche voi due vi conoscete!- la ragazza più bassa sbuffò
:- vicine di casa- rispose semplicemente, annuii
:- capisco- e fu così che Annie, per una volta nella sua vita, si rivelò utile a qualcosa, raccontando un po' di cose, come a voler rompere il ghiaccio tra noi, cosa di cui dubitavo, e facendo parlare un po' anche noi, così alla fine riuscii a sapere: nome, cognome, età e lavoro di Historia.

Finché non guardò l'orologio e sembrò invecchiare di una decina d'anni in un colpo solo
:- io... ho un cliente, devo andare-
:- capisco- rispondemmo sia io che Historia insieme, ammutolendoci subito; anch'io sapevo del lavoro di Annie, aveva anche dovuto prestarmi dei soldi ad un certo punto... ma sapevo quanto lei ci stesse male.

Annie se ne andò.

Restammo sole.

Di nuovo.

Porca puttana.

Pov Historia

Cominciai a pregare in silenzio che Armin arrivasse, era chiaro che la nostra conversazione non sarebbe andata troppo avanti di questo passo; ed io non sapevo neanche di cosa parlare con una completa sconosciuta come lei...
:- quindi... uhm... cosa fai per vivere?- "domanda fatta per togliere l'imbarazzo, vero Ymir? Sopratutto se consideriamo che l'ha già detto Annie"
:- ballerina in uno stript club-
:- il Titans?-
:- sì-
:-ok-
:-sigaretta?-
:- cominci a piacermi- rispose lei ghignando, io presi dal cassetto del comodino un pacchetto ed un accendino, per poi accendermi una paglia e darne una anche a lei.
La nicotina cominciò subito a distendermi i nervi, già logorati dall'imbarazzo e dall'ansia che mi metteva quella ragazza, anzi, quella roba funzionò tanti bene da farci sbloccare qualche discorso
:- buone, di che marca sono?- e fu così che cominciammo a parlare di sigarette, tabacco, e di quanto cazzo la nicotina fosse un toccasana per i nervi, scoprii che beveva da anni, che era già stata fermata spesso dalla polizia, ed altra roba, era decisamente una tipa affabile, forse pure simpatica, accennava spesso in modo ironico si vari problemi economici che affliggevano tutti da quelle parti, rise sul fatto che mi fossi lasciata rubare il portafogli da... Mikasa ed Eren, così aveva chiamato la ragazza con la sciarpa rossa ed il ragazzino che mi avevano scippata; e venni a sapere anche di nostra altra gente: Sasha, o ragazza patata, Berthold, Hanjie....

Continuammo ancora per un po', fino a che non bussarono di nuovo alla porta

ANGOLO AUTRICE


È
BRUTTO
MA
VOTATE
E
COMMENTATE
PLEASE

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 12, 2018 ⏰

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