*oneshot ispirata da "ho difeso il mio amore" dei Nomadi...consiglio di ascoltarla mentre la si legge*
Era passato un anno da quando tutto era finito.
Un anno da quando il suo amore era stato costretto a lasciare quella Terra per recarsi chissà dove.
Ermal camminava con le mani nelle tasche in quel campo di fiori, giungendo a quella pietra su cui risaltavano alcune parole
Ho difeso
Ho difeso
Il mio amore
Il mio amore
Si inginocchiò davanti a quella fotografia che lo ritraeva ancora sorridente. Ricordava ancora di avergliela scattata lui in un giorno di sole, quando al mare la morte sembrava ancora lontana.Un anno prima
"Fabrizio aspetta, non sono veloce come te a correre"
"Dai Ermal... risveglia il giovane che c'è in te."
"Ma se sei tu più vecchio di me"
"In questo momento sembrerebbe il contrario sai?"
Giunsero in un campo e si sedettero sotto un albero dalle fronde copiose che gettava un'ombra placida che invitava tutti a riposarsi.
Fabrizio si sedette e prese Ermal sulle sue gambe,baciandogli la fronte e stringendolo a sé con le proprie braccia
Ermal adorava quelle braccia muscolose e tatuate capaci di proteggerlo nelle notti fredde d'inverno.
Stavano insieme da alcuni anni ormai. Si erano conosciuti quando Ermal era al terzo anno delle superiori, mentre Fabrizio era già all'università.
Da quel bacio fugace rubato ad una festa in discoteca non si erano più separati, erano andati a vivere insieme dopo pochi mesi. Non riuscivano più a fare a meno l'uno dell'altro e progettavano di sposarsi alla fine dell'anno.
"Fabrizio lo sai che ti amo?"
"Si e tu lo sai che ti amo anche io?"
"Certo"disse sorridendo.
Si baciarono con passione all'ombra di quell'albero, con Fabrizio che portava la sua mano sotto la leggera camicia di Ermal, mentre lui teneva le braccia dietro la nuca dell'altro, baciandogli il collo e lasciando dei piccoli morsi.
Si staccarono per riprendere fiato, ma da lontano giunse una voce...forse più simile ad un urlo.
"LEVATEVI DAI COGLIONI FROCI"
Ermal guardò nella direzione del grido preoccupato. Si alzò di scatto da Fabrizio e lo abbracciò e gli disse di non preoccuparsi, perché lui l'avrebbe protetto, sempre.
"Tranquillo che ne andiamo"rispose Fabrizio prendendo Ermal per mano e avviandosi verso la strada per tornare alle loro case.
"FERMATEVI"
I due si arrestarono spaventati, specialmente quando sentirono la voce dello sconosciuto molto più vicino di prima...avevano il sospetto che avesse corso per raggiungerli.
"Che cosa vuoi da noi?"chiese Ermal con un nodo in gola.
"Voglio solo parlare"disse l'altro che lo aveva raggiunti. Non lo conoscevano, mai visto in vita loro e la paura inziava a farsi strada in loro.
"Parlare di cosa?"ribattè Fabrizio.
"Sai...il tuo ragazzo è molto carino...non è che me lo daresti per alcune ore?"
"Ma perché non te ne vai a fanculo?"
Ermal era paralizzato dal terrore, restava dietro al ragazzo e lasciava che fosse proprio lui a parlare e a difenderlo dallo sconosciuto.
"Ah ah ah... perché non ci vai tu?"rispose l'altro estraendo un coltello che teneva nella tasca della giacca.
"Ma che cazzo fai? Si può sapere? Metti via quel coso, vattene e lasciaci in pace." Fabrizio prese Ermal e iniziò a correre, ma l'altro riuscì a prendere il riccio per il lembo della camicia e lo fece cadere.
"Ora stai zitto e buono e a nessuno succederà niente"sussurrò rabbioso mentre slacciava la cintura dei suoi pantaloni.
"Lascialo stare animale"disse Fabrizio gettandosi sullo sconosciuto e rifilandogli un pugno sul viso.
Iniziarono a lottare, calci e pugni da entrambi le parti avevano reso la terra costellata di alcune macchie di sangue. Ermal li fissava con gli occhi sbarrati, temendo il peggio.
Il peggio arrivò quando l'altro si ricordò del coltello e lo conficcò nel fianco di Fabrizio, che urlò dal dolore accasciandosi sul suolo.
Il lottatore se ne andò correndo abbandonando anche l'arma insanguinata, mentre Ermal si fiondò sul fidanzato.
"Fabri...resta con me... ti prego"disse singhiozzando.
"Ermal...-rispose il ragazzo tossendo e sputando sangue-io ti amo...non lo dimenticare mai."
"Non lo dimenticherò perché tu me lo dirai ancora e ancora. Resta con me"
"Erm...io...ti...amo"
Fabrizio chiuse gli occhi.
Era finito.
Era tutto finito.
Ermal chiamò l'ambulanza, che portò Fabrizio in ospedale.Oggi
Ripensando a quel giorno, Ermal ricominciò a piangere. Si sedette accanto alla tomba del suo unico amore, che sicuramente lo stava guardando sorridente dall'alto.
I medici constatarono la morte di quel ragazzo appena mise piede nell'ospedale.
Non c'era più niente da fare. Il riccio aveva vegliato quel corpo sino al cimitero, dove il suo corpo riposava all'ombra dei cipressi lungo il viale principale. Tuttavia, Ermal aveva voluto una seconda lapide da mettere in quel luogo, come se attraverso essa ognigno trovasse il coraggio di compiere la scelta giusta anche dando la propria vita.
Baciò ancora quella foto, chiedendosi perché non abbia fatto nulla per impedirlo. Tante volte in quei 365 giorni aveva desiderato averlo al suo fianco, tante volte aveva desiderato di raggiungerlo per non dover sopportare il processo a carico dell'omicida, arrestato una notte proprio mentre nello stesso campo chiedeva il perdono per il crimine rivolto verso il cielo.
Aveva resistito, aveva tentato di andare avanti da solo, ma non ce l'aveva fatta. Era solo grazie alla madre e agli amici che lui era ancora vivo.
Fissò ancora una volta quel viso angelico che mai più avrebbe potuto accarezzare, quelle labbra che mai avrebbe potuto baciare di nuovo e che mai avrebbero detto ancora il suo nome.
Si ricordò della loro ultima conversazione, quella mattina di un anno prima.
"Amore-disse Fabrizio- puoi venire in camera?"
"Arrivo subito"rispose Ermal avviandosi dalla cucina.
Trovò Fabrizio seduto sul letto, con mazzo di rose rosse in mano e una lettera sul materasso.
"Leggila"gli disseCaro Ermal,
Questi anni con te sono stati i migliori della mia vita. So che abbiamo corso andando a vivere insieme, ma so che senza di te la mia vita sarebbe finita già da tempo.
Ti amo più di ogni altra cosa. Ermal, amore mio, mi vuoi sposare?Ermal alzò lo sguardo dalla dichiarazione e lo posò sul fidanzato, che aveva lasciato il mazzo di fiori sul letto ed estratto una scatolina con un anello nero.
"Si-disse Ermal piangendo-mille volte si"
"Ti amo"
"Ti amo anche io"
Decisero di andare a fare una passeggiata, in quel campo dove ora Ermal ammirava il fidanzato girandosi l'anello sul dito,perché no, non sarebbe mai venuto meno alla promessa. Il suo amore era solo Fabrizio e lui avrebbe atteso di ricongiungersi con lui per incoronare il loro sogno.
Si avviò dal quella lapide intonando quell'epitaffio ancora e ancora, come un mantra.
Ho difeso
Ho difeso
Il mio amore
Il mio amore.
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storielle
Randomcon il sottofondo di altre canzoni o libri, le avventure della ship che non mi abbandona