Ermal era a pezzi sia fisicamente che emotivamente. Da quel giorno non riusciva più a respirare senza versare almeno una lacrima.
Si ricordava ancora quella telefonata fatta dall'ospedale, quella corsa a tutta velocità per arrivare in tempo. Quel vano tentativo di salvarlo.
Era finito tutto.
Fabrizio era andato via, per sempre.
Quel giorno gli avrebbe detto addio. La sua vita sarebbe continuata senza di lui, ma non sapeva che il vero dolore doveva ancora venire.
Quel giorno avrebbe dovuto cantare, solamente accompagnato con la sua chitarra, ma non sapeva se ce l'avrebbe fatta senza piangere.
Guardare quel legno che accoglieva il corpo di Fabrizio era straziante. Le lacrime gli salivano e la voce mancava.
Si avviò in quel luogo che mai avrebbe voluto percorrere per quell'occasione e si sistemò accanto all'altare.
Prese una sedia e guardò la cassa, ripensando a quella telefonata.
"Pronto?"
"Parlo con il signor Meta?"
"Si che succede?"
"Fabrizio ha avuto un incidente. È in ospedale. Le sue condizioni sono critiche. La prego di venire."E lui ci era andato senza esitazioni. L'aveva trovato in un letto anonimo, con un lenzuolo sul petto e senza macchinari a tenerlo in vita.
Appena entrato nell'ospedale, chiese informazioni e un'infermiera gli aveva spiegato ogni singola cosa.
Fabrizio aveva sbandato con la sua macchina, uscendo di strada e schiantandosi. L'ambulanza era giunta subito, ma le condizioni del ragazzo erano critiche e arrivati in ospedale, il cuore aveva smesso di battere.
"Perché mi avete chiamato?"
"Sull'ambulanza ha detto che lei sarebbe stata la prima persona che avrebbe voluto vedere quando si sarebbe svegliato."Aveva pianto davanti a quel corpo senza vita, per poi avvertire i genitori, il fratello e la sorella.
Era straziante guardare quei lineamenti immobili, che mai più avrebbero visto un sorriso, in contrasto con la sua allegria quotidiana.
Quella chiesa era troppo opprimente. Si sentiva soffocare.
Iniziò a provare la canzone che aveva deciso di dedicare al suo uomo, alla sua metà che adesso sarebbe stata per sempre lontana.
Le lunghe dita scorrevano sul legno, immaginando di accarezzare quel corpo che tante notti gli aveva dato amore, mentre le lacrime scendevano copiose.
Era davvero così difficile lasciare andare una persona?
Il funerale iniziò e lui, durante la comunione, intonò quella canzone.
Lunga e diritta correva la strada, l'auto veloce correva
la dolce estate era già cominciata vicino lui sorrideva, vicino lui sorrideva...Forte la mano teneva il volante, forte il motore cantava,
non lo sapevi che c'era la morte quel giorno che ti aspettava, quel giorno che ti aspettava...Non lo sapevi che c'era la morte, quando si è giovani è strano
poter pensare che la nostra sorte venga e ci prenda per mano, venga e ci prenda per mano...Ermal non ce la fece. Dovette fermarsi e asciugare le lacrime che avevano iniziato a scendere copiose. Riprendere fu più difficile...sapeva che quello era un addio.
Non lo sapevi, ma cosa hai sentito quando la strada è impazzita,
quando la macchina è uscita di lato e sopra un'altra è finita, e sopra un'altra è finita...Non lo sapevi, ma cosa hai pensato quando lo schianto ti ha uccisa,
quando anche il cielo di sopra è crollato, quando la vita è fuggita, quando la vita è fuggita...Dopo il silenzio soltanto è regnato tra le lamiere contorte:
sull'autostrada cercavi la vita, ma ti ha incontrato la morte, ma ti ha incontrato la morte...La tristezza lasciò il posto alla rabbia, perché nessuno dovrebbe gioire per poi finire la sua vita facendo quello faceva ogni giorno...tornare a casa dopo essere stato in studio di registrazione per tutta la giornata.
Vorrei sapere a che cosa è servito vivere, amare, soffrire,
spendere tutti i tuoi giorni passati se così presto hai dovuto partire, se presto hai dovuto partire...La rabbia lasciò il posto alla distruzione. Non cercò di trattenere i singhiozzi, ormai era impossibile. Lasciò che le sue emozioni trapelassero grazie a quelle parole. Il loro amore doveva sentirsi come non mai.
Voglio però ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi,
voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi e che come allora sorridi...Concluse quelle note con la voce rotta e la vista offuscata.
Sperava che Fabrizio l'avesse sentito, ma lui era sicuro che fosse così.
Si erano amati così tanto che lasciarsi sarebbe stato difficile, se non addirittura impossibile.
Ma, alla fine, Ermal sapeva che era un arrivederci. L'avrebbe raggiunto prima o poi e allora niente li avrebbe divisi per la loro eternità.
Spazio autrice
Scusatemi se non è perfetta, ma questa canzone mi mette sempre così tanta tristezza che leggerla senza piangere mi è impossibile.
Scusatemi ancora.
Dani.P.s.per chi non la conoscesse c'è il link sopra.
Vorrei dedicare questo a una mia carissima amica, che non la leggerà mai non avendo questa applicazione, che ha perso qualcuno in questo assurdo modo ieri.
Per te💙
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storielle
Randomcon il sottofondo di altre canzoni o libri, le avventure della ship che non mi abbandona