c a p i t o l o 4

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Emma

Subito dopo sento il campanello suonato dalla sua mano.

Stringo il CD tra le mani e corro in salotto per metterlo nei cassetti del mobiletto sotto la tv.

Il campanello continua a suonare mentre io sorpasso il tavolo in cucina correndo tant'è che cade una delle sedie dietro di me provocando un tonfo enorme.
- ah, cazzo! - dico mentre raccolgo la sedia da terra prendendola per i manici.

Il campanello nonostante il baccano continua ad essere suonato provocando tanto di quel nervoso che giuro che al bel napoletano spacco la faccia che si ritrova adesso che apro, ma guarda un po' tu sto fesso.

Mi dirigo subito verso il campanello correndo, cazzo me ne frega se cado.
Arrivata lì davanti, apro la porta e - oh, ma cazzo suoni, cretino!- grido verso di lui.
Lui alza lo sguardo verso di me con la bocca aperta e gli occhi sgranati per la sorpresa , non si aspettava di certo di trovarmi ad urlare come un' indemoniata sul ciglio della porta.

Ha ancora il braccio alzato con la mano davanti il campanello.
- c, c, ciao Emma.- mi dice evidentemente a disagio.

Solo adesso mi rendo conto della situazione in cui mi trovo, ho il mio famoso ex che mi ha resa cornuta davanti, sulla porta di casa con non so quali intenzioni ed io me ne sto così, con una faccia da pesce lesso con la cipolla ai capelli che hanno visto giorni migliori e con una maglietta della Franci bianca che mi sta un po' grande e ... oh, cazzo, non ho i pantaloni.

Infatti vedo subito il suo sguardo indugiare sulle mie cosce per molto, la voglia di dargli una bella sberla in faccia è tanta.

- qualche problema, De Martino?- gli dico io incrociando le braccia sotto al seno risaltando quest'ultimo.

Voglio fare la stronza, voglio fargli capire che non può trattarmi come cazzo gli pare, lo voglio vedere soffrire per tutto quello che mi sta ancora oggi facendo passare.

Mi appoggio allo stipite della porta e lo osservo con la testa inclinata verso la mia destra mordersi fortemente il labbro inferiore.

Le sue pupille si allargano improvvisamente e agitandosi pone con forza ed eccitazione le sue grandi mani nelle tasche dei suoi jeans neri che scommetto gli facciano un culo pazzesco visto che non lo posso vedere da qui davanti, anche se si vede qualcos'altro, e non poco.

- beh, ecco... io sono venuto qui per parlarti di un problema. - Mi dice dopo un po' come svegliatosi da un' ipnosi.
Si passa nervosamente una mano tra i capelli che adesso sono anche lunghi e che fremo dalla voglia di toccare anch'io.
Infatti lui nota che seguo lo sguardo della sua mano e lo capisce, tant'è che mi fa un sorriso casca-mutande e la voglia di baciarlo adesso è tanta, ma davvero tanta.

Ma che cazzo, Emma, cazzo pensi. Pensa a ciò che sta causando sulla tua carriera e sulla tua vita 'sto fesso.

- mh, posso sapere qual è questo problema così tanto importante che ti ha spinto a venire a casa della tua famosa ex, quella che mesi fa hai reso cornuta e la cui faccia è su tutti i giornali di gossip presenti nel territorio?- gli dico iniziando ad innervosirmi.
- potremmo parlarne dentro casa?- mi dice abbassando la testa subito e cominciando a far schioccare le ossa delle mani.

- ah, va bene. - gli dico anche un po' delusa dalla sua risposta, volevo scatenare guerra e non calmarla.
Mi sposto dalla porta e gli lascio il passaggio libero per entrare nell'appartamento allargando le braccia verso l'interno.

Lui, trovandosi in questa situazione imbarazzante, si passa di nuovo una mano tra i capelli e si guarda un po' intorno cercando di capire com'è che ho tolto ogni traccia di lui e di quello che gli appartiene tra queste mura.

Chiudo la porta alle mie spalle e me lo ritrovo davanti che mi guarda con furore e con un desiderio che non vedevo da tempo nei suoi occhi, nemmeno negli ultimi mesi della nostra relazione, se così si può definire.

- tu non puoi farti trovare così, tu non puoi farmi provare tutto questo. - Mi dice poggiando la sua fronte sulla mia e continuando a guardarmi negli occhi.

D'improvviso sento le sue mani premere sulle mie cosce con forza e possessione ed un buco d'aria spandersi sotto le gambe.
Mi solleva e mi appoggia alla parete dietro di me provocando un mio gemito che mi son lasciata scappare.

Mi metto una mano sulla bocca come a difendere la mia voce, come a difendermi, come a non lasciar sfiggire niente dalla mia bocca che può provocare un gran bel disastro.
Lui muove le sue mani sulle mie gambe dal ginocchio interno allo stacco della coscia provocando in me tanti di quei brividi che lo prendo per la camicia e lo bacio, lo bacio con furore, come non facevo da tempo.

Lui lascia andare un gemito nella mia bocca nel frattempo che mi scolla dalla parete e sempre tenendomi in braccio si allontana camminando per la casa.
Sposta le mani dalle cosce alle mie natiche che stringe provocando altri miei continui gemiti che lo portano ad aumentare il passo e condursi verso la camera da letto, la nostra camera da letto, che non vede da mesi.

Sempre continuando a baciarci, apre con un calcio la porta della camera che richiude con il braccio con forza.
Si dirige veloce verso il letto e, arrivato a destinazione, mi lancia con voracità su quest'ultimo catapultandosi dopo di ché su di me.

In un attimo mi sembra di ritornare indietro nel tempo, di rivederlo in questa casa come se non se ne fosse mai andato, come se non fosse mai successo niente, come se non ci fosse mai successo niente.
Lo vedo ancora qui, come se mi amasse sul serio.

Il suono della mia maglietta strappata mi distrae dai miei pensieri ed in un lampo vedo la sua folta chioma castana tra i miei seni. - Ste!- dico io iniziando ad eccitarmi.

- zitta Em, zitta. Non dire una parola. - Mi dice con un tono rude che mi fa risvegliare.

Forse sto iniziando a capire, questo è un addio.
Questo è l'addio che non mi aveva ancora dato.
Comincio a vedere tutto appannato per via delle lacrime che sento scendere sulle guance nel frattempo che lui ha finito di liberarci di tutti i vestiti.

- Ste - continuo con la voce ormai spezzata. - perché così?- lui intanto entra in me iniziando a spingere, ma senza guardarmi negli occhi.
- Ste, per favore, guardami.- continuo sempre io con la voce rotta, ma lui non si gira, continua a spingere, a divorarmi il cuore.
- Ste, ti prego!- grido questa volta sperando che si fermi, che non sia soltanto sesso per lui, che non mi stia davvero lasciando così.
- Ste, ti supplico. - continuo a gridare piangendo e cercando i suoi occhi dopo altro tanto tempo.

Mi sta facendo male, e non solo fisicamente.
Mi sta torturando il cuore, sta torturando me.
Vuole distruggere me, completamente.

- Ste, dimmi che mi ami.- gli grido quasi più senza voce.
Lui, appena sente le mie ultime urla, si ferma come paralizzato.
Prendo il suo volto tra le mani e lo costringo a guardarmi negli occhi, sono scuri, quasi neri, come non gli ho mai visti prima.

In un lampo non è più su di me, non è più dentro di me. Ce l'ho davanti che velocemente si riveste senza mai voltare lo sguardo e senza dire niente.
- Ste.- sussurro sull'orlo di una crisi isterica. -Steee!- continuo ad urlare quando lo vedo andarsene via per il corridoio.

Sento la porta sbattere violentemente.
Se ne è andato, per sempre.
-Steeeeeeee!- grido con tutta me stessa ormai piangendo. Ora non vedo niente, solo tanto nero.

Una lacrime scende, ma tu non andare...resta.

Mi parli piano 🍒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora