Kim Namjoon

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¯'·.¸¸.·´¯'·.¸¸.-> ɴᴀᴍᴊᴏᴏɴ <-.¸¸.·´¯'·.¸¸.·´¯

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Con Namjoon fu un incontro, pressoché inaspettato. Pochi mesi dopo la rottura con Taehyung.

Io e Jimin eravamo in biblioteca, quella pubblica della nostra città, quando sentimmo un rumore ottavato.
Erano caduti dei libri.
Ci voltammo di scatto, era un ragazzo.
Portava degli occhiali tondi, ed i capelli violetti.
Aveva un sorriso imbarazzato dipinto in volto, il che faceva risaltare le graziose fossette.

Jimin gli si avvicinò per dargli una mano. Incominciarono a parlare, Namjoon, scoprii che si chiamava così, lo lusigava e lo riepiva di complimenti.
E le lusinghe e i complimenti conitunuarono per tutta la durata della loro situazione.
Namjoon diceva, che il mio amato, era la sua musa, la sua ispirazione.
Namjoon era uno scrittore, soprattutto un poeta.

Le abitudini di Namjoon erano scrivere e leggere ed il quel momento anche idolatrare Jimin.
Gli sembrava un angelo, un qualcosa di divino.

Io, Namjoon, non lo riuscii ad odiare. Era troppo bravo e gentile con Jimin.

Gli dedicava molte poesie d'amore, gli scrive molte poesie d'amore.
Se avesse saputo cantare so per certo che gli avrebbe cantato poesie d'amore.

Nel frattempo, Rosé si era fidanzata con un ragazzo chiamato Johnny. E ben presto andarono a convivere.
Ci misi molto tempo ad riabituarmi a vivere da solo, senza lei che mi aiutava di qua e di là.

Uscivo sempre meno con lei, ma anche con Edawn e Hyuna, per non fare sempre la candela.
Diminuì ulteriormente le uscite con Jimin e Namjoon, per le ovvie cause.

Più la loro relazione andava avanti più io perdevo le speranze, verso un lontano, ipotetico futuro con Jimin.
Ovviamente non le persi del tutto, ma capii di dover uscire con qualcuno.

Una sera, in una discoteca vicino casa, mi si presentò un ragazzo abbasta robusto e muscoloso.
Si chiamava Jackson.
Mi piacque subito, era simpatico attraente, forte.

Dopo una decina di appuntamenti, decisi di fare un grande passo ed iniziare una relazione sentimentale con lui. La mia prima dopo aver conosciuto Jimin, la mia prima dopo dieci anni.

Fu uno shook per me, la vita di coppia. Però dopo averlo superato, stetti bene con Jackson, si prendeva cura di me a dovere e mi lasciava i miei spazi.
Durammo così tranquilli, per più o meno sei mesi.
Poi scoprii che mi tradiva con un certo Mark. Lo odiai, ma non ero innocente nemmeno io.

Amavo ancora Park Jimin. Lo amavo ancora follemente.

Dopo questa specie di pausa da lui, ritornai ad uscire con lui e Namjoon.
Solo che notai che qualcosa era cambiato, oltre all'arrivo di Jin inspettato.

Mi avevano spiegato che mentre io ero con Jackson, Jin e Jimin avevano superato le divergenze ed ora erano amici.
Il problema che in quei momenti vedevo Jin e Joon, scambiarsi sguardi d'intesa.
Solo che sapevo che Nam non avrebbe fatto nulla, stava male per la situazione. Me ne aveva parlato.

Così gli consigliai comunque di lasciarlo, anche per interessi personali, magari con una delle sue meravigliose poesie.

La poesia era talmente tanto scritta con il cuore in mano, che mi fece piangere.

'Ricordo che mi batteva il cuore solo ad udire il tuo nome.

Ricordo di essermi innamorato di te.

Ricordo le dolci sensazioni che mi facevi provare.

Ma ora non più.

La nostra primavera é finita.

Le foglie stanno cadendo.

I fiori appassiscono.

E ti prego non aspettare, piangente, alla finestra che ritorni il bel tempo.

Continua a vivere.'

Fu la prima volta che uscì da una rottura talmente distrutto, da essere rimasto a letto a piangere a dirotto per almeno una settimana e mezza.
Non mangiava, beveva poco, non si alzava e non dormiva.
Infatti era distrutto, sciupato e con delle grandi occhiaie.
Non sorrideva più.

Mi ricordo la preoccupazione che avevo avuto dopo averti visto.

Infatti dopo quel giorno andai a casa sua ogni giorno.
Preparavo il ramen, lo aiutavo a magiarlo e poi lo consolavo con dolci parole. Gli ripetevo che infondo c'era sempre qualcuno che lo amava.
Ma lui non capì ed io non ci riprovai.

Finì per innamormi di lui ancora.

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