Min Yoongi

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Ero una persona ordinaria, con una passione per la fotografia.

Incontrai Jimin a causa di essa, poichè un giorno estivo decisi di andare nel bosco dietro casa, volevo fotografare i grandi colossi verdeggianti.

Volevo catturare i colori vivaci dei limpidi fiori.

Mi attirava e attraeva il sol pensiero.

Appena arrivai, vicino all'albero madre, trovai un ragazzo seduto su una radice sporgente.

All'epoca pensai fosse molto più piccolo di me, per i tratti del viso, che era voltato ma si scorgeva, molto infantili.
Ma capii poi, che quei tratti gli sarebbero rimasti per sempre.

Calpestai alcuni legni secchi e provocai un rumore stridulo in quel silenzio perfetto, di scatto il ragazzo alzò il viso e fece incontrare i nostri sguardi.

Subito dopo sentii che le mie guance si tingevano di un leggero colore roseo, per l'imbarazzo.
E guardando meglio il suo viso, lo trovai bello, veramente bello.
Vidi il naso era così carino e piccolo.

Lo stavo fissando e lui fissava me.

Dopo che ci fummo accorti di ciò, arrossimmo.
Ma lui, contro tutte le aspettative, mi sorrise facendo diventare i suoi occhi due incantevoli mezzelune.
Amai a primo impatto quel sorriso.

Si spostò orizzontalmente, di poco, sulla radice; picchiettando leggermente con la manina, come per invitarmi a sedermi a fianco a lui.
Rimasi un po' impalato a pensarci, ma con uno scatto imbranato, mi sedetti vicino a lui.

Scoprii che era un ragazzo dolce e solare, forse un po' infantile, ma molto simpatico.

Da quel giorno ci vedemmo ogni pomeriggio, lì nel bosco, per tutta la durata della nostra adolescenza.
Ci divertimmo molto, ridevamo, urlavamo e scherzavamo insieme.
All'epoca avevo anche perso l'ispirazione di fotografare la natura.
Fotografavo solo lui.
Lui che sorrideva, lui che rideva, lui che piangeva, lui che si arrabbiava, lui che dormiva e anche quando non voleva.

Appena finii il liceo, andai a lavorare in un negozio di musica, soprattutto vinili e antiquariato.
Da lì partì la mia passione per la composizione.
Così nel pomeriggio non avevo più tempo per lui allora, ogni giorno passava al negozio e aspettava la mia pausa per stare insieme.

Dopo poco il negozio chiudette e io presi a studiare per l'università.

Studiai per mesi e mesi senza sosta, e finalmente riuscii ad entrare.
Jimin era molto orgoglioso di me, ricordo.

Pochi anni dopo, incontrammo Hoseok e beh accadde quel che accade.

Fu uno dei peggiori momenti della mia vita.

E proseguì per anni e anni.
Anni di agonia e depressione.

Ma finalmente arrivò il mio "turno".

Dopo tre mesi dalla rottura con Jungkook, Jimin riuscì, finalmente, a superare il fatto.
Ricominciò a sorridere, a ridere e soprattutto ad uscire con il sottoscritto.

Ero talmente felice, che i miei sorrisi arrivavano da un orecchio all'altro.
Io, che ero sempre stato un po' cupo e misterioso, in quel momento sorrideva sempre e socializzavo molto.
Ero felice che lui stesse con me, senza un ragazzo, senza un "amico".
Eravamo io e lui, solamente io e lui.

Uscivamo come al liceo, facevamo cazzatine e ci ingozzavamo di cibo spazzatura.
Però poi andavamo in palestra, correvamo e giravamo in bici.

Un pomeriggio ci eravamo organizzati per andare sul colle, dietro la nostra cittadina, per vedere il tramonto.
Tutto perché volevo scattare delle foto per un contest, che mi avrebbe fatto entrare in un'azienda molto popolare.

Così partimmo, con le nostre biciclette e una merenda.
In un certo senso, mi sentivo infantile.
A venticinque anni stavo ancora a fare la merenda su un colle con il mio migliore amico.

Ma pensavo: 'la cosa mi rende felice, che c'è di male?'

Appena arrivammo ci stendemmo sopra un telo ed aspettammo seduti.
Capii che se non avrei fatto qualcosa quel pomeriggio, non avrei mai fatto nulla.

Così presi coraggio e delicatamente presi una delle sue piccole mani tra le mie.
Cominciai a giocarci, come se nulla fosse; anche se sentivo il suo sguardo su di me.

Dopo quella che mi sembrò un'eternità, percepii che stava per arrivare il tramonto.

Così misi la fotocamera a posto filtri inquadrature e luci in modo tale da renderla più nitida possibile.

Poi chiesi a Jimin di alzarsi e di aspettarmi davanti all'obbiettivo.

Poi presi coraggio, attivai il conto alla rovescia e corsi verso il mio amato.
Lo presi per i fianchi e poi intrecciai le nostre mani.
Fissai i suoi occhi profondi.

E vidi, di sfuggita, le sue mani aggrapparsi alla mia nuca e tirarla in avanti facendo scotrare le nostre labbra.

Sentii un peso togliersi dallo stomaco e lasciarmi respirare, questo sentimento, a pieni polmoni.
Mi sentii rinascere.
Stavo vivendo finalmente.

Fu il giorno migliore della mia vita.

E m'innamorai di lui ancora e ancora.

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