Capitolo 3- A volte sottovalutarsi è da stupidi.

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Ciao diario,
Oggi è domenica, hai sentito bene, il giorno dopo del ballo. Non ti dirò ancora come mi sento perché prima voglio raccontarti tutto quello che è successo, proprio come se stesse succedendo ora, insomma, farò quello che ho sempre fatto fino ad ora.
Sabato sera, puntuale come pochi, Mat si è presentato davanti a casa mia, suonando al campanello. Era bellissimo: indossava uno smoking nero e un papillon rosso, abbinato al mio vestito (questo ragazzo mi ha prevista, accidenti!). Il suo sorriso era raggiante e gli occhi luminosi, simili a quelli di un bambino che scopre per la prima volta le sue mani. Non appena mi vede mi saluta, dicendo : "Ehi, non sapevo fossi così bella." In quel momento avrei voluto saltargli addosso e dirgli quando fosse perfetto, ma fortunatamente ho avuto un grande autocontrollo, anche perché avevo un trucco perfetto che avrei rovinato solo dopo alla festa... ma niente spoiler!
Una volta saliti in macchina e arrivati al palazzo dove si tiene la festa, la mia faccia si paralizza nel sorriso più falso che io abbia mai avuto, anche più falso di quando, alle medie, dovevo fingere di essere amica di certa gente, perché sennò eri fuori da ogni schema.
Dopo circa due ore a conversare con gente vista appena due volte e che pensa di conoscermi a fondo, è purtroppo arrivato il momento più atteso da me, l forse quello che aspettavo con ansia era quello che sarebbe potuto succedere dopo, secondo i miei film mentali: il ballo.
Vorrei sottolineare il fatto che in tutto questo vociferare di persone importanti, oltre a fingere di essere come loro e assecondarli, purtroppo il ballare non è proprio il mio pezzo forte, anzi.
In questi giorni ho cercato di fare pratica ma non sono mai riuscita ad ottenere grandi risultati, dunque decido di buttarmi lo stesso, fidandomi di Mat, che mi chiede di ballare ancora più impacciato di me... forse lui saprà ballare.
Non so che aspettativa possa avere di me, di certo ci si aspetterebbe che una principessa sappia ballare almeno uno stupido lento, ma io non sono normale e questo lo sappiamo sia io che te, o no?
Decido di affidarmi completamente a lui e mi abbandono tra le sue braccia, la musica suona dolcemente, la sua mano scivola sul mio fianco, la mia espressione pare più naturale che mai: in quel momento non ci stavo più pensando e basta, mi facevo cullare dal suo corpo, i nostri nasi che si toccavano e quella strana sensazione come di una morsa allo stomaco, così carica di ansia e così contemporaneamente conferma di un amore già compreso molto molto prima.
Mat mi afferra la mano coperta dal guanto vellutato e mi trascina con sè, all'esterno dell'abitacolo, nel giardino.
Dopo esserci seduti su una poltrona, io sulle sue gambe, mi posa una mano sulla guancia e noto il suo viso: i suoi occhi riempiti dal desiderio di baciarmi e la carnagione rosea, le sue labbra così vogliose di sfiorare le mie che sembrava parlassero da sole.
Mi stringe a se, poi alza il mio viso e mi guarda dritto negli occhi, il mio cuore mi balza nel petto: "Elizabeth, voglio che tu sappia, che io sarò sempre qui per te, voglio dire, comunque vada. Anche se litigheremo tu continuerai ad essere la mia migliore amica, la mia piccolina, quella che ho sempre protetto da tutto.
E proprio per questo voglio dirti che non ho nessuna paura di rischiare. So che possiamo ferirci e farci molto male, perché l'amore è proprio così, ma non verrò di certo fermato da questo fatto, perché ho bisogno di te. Tu sei come... una... dipendenza. Sei tu il primo pensiero che mi sveglia al mattino, anche quando l'alba è appena sorta e le coperte hanno addosso un lieve torpore. Sei così bella che non esiterei nemmeno un secondo a percorrere tutta la distanza del mondo, perché sei unica, nessuno è come te.
Ti prego, non farmi sentire un completo fesso, insomma... voglio dire. Non sono mai stato bravo in queste cose ma sono proprio sicuro di dovertelo dire, perché non riesco più a tenermelo dentro. Ti amo Elizabeth, e ti amerò sempre, hai capito?"
"Ti amo anche io."
Mi afferra con entrambe le mani il volto e inizia a baciarmi con passione, insomma, il bacio più bello che io abbia mai dato.
In un attimo le nostre labbra, entrambe spinte dall'amore, si stanno toccando e ritoccando, con un movimento fluido e leggero, come se si dovessero perdere per ritrovarsi. Se si separano hanno bisogno di ricongiungersi, all'infinito. Non è più lui adesso quello spinto dall'amore, sono io.
E non penso che questo sentimento svanirà mai.
Ora sono ancora tua, ma anche sua.
Lizzy.

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