Apro gli occhi, svegliata dal suono della sveglia che segna le 8:55, oggi non ho scuola ma ho appuntamento con Silvia per andare al Roover, il centro commerciale della città; speriamo di trovare entrambe qualcosa di carino, io per il ballo di sabato sera e lei per un appuntamento con i suoi genitori, divorziati.
Siamo solamente a giovedì, ma ogni cosa per mia madre e adesso (stranamente) anche per me, deve essere perfetta.
Entriamo nel primo negozio, il mio preferito, giusto per andare sul sicuro e la prima cosa che noto è una parete completamente ricoperta da vestiti da sera.
La mia attenzione si posa immediatamente su un abito di seta color rosso carminio, con un busto molto elaborato e maniche lunghe e larghe alla fine, la gonna molto ampia.
Decido di provarlo e fidati, caro Diario, non ti aspetteresti mai una cosa del genere da me: la parte superiore mi calza a pennello e fascia perfettamente il mio petto e quello che si può definire un accenno di seno, la parte inferiore ben stretta in vita e più ampia nella parte terminale, è il vestito giusto.
Silvia ha visto un abito molto più casual e le va bene, non pensavo sarebbe stato così facile.
Prima di tornare a casa facciamo tappa fissa da KFC, il nostro "ristorante" preferito.
Lungo la strada verso casa mi sovvengono molte cose con cui abbinare il vestito perfetto e una volta arrivata, decido di provare tutto e di mostrarmi a mia madre, forse questa volta sarà contenta di me.
Vestendomi inizio dalla biancheria intima: delle mutande di pizzo rosso e un reggiseno abbastanza imbottito abbinato.
Mi guardo allo specchio e non capisco perché non riesco a piacermi, infondo i miei occhi sono profondi, non come il mare, no, lui non lo è abbastanza.
Sono profondi quanto la grandezza di una montagna, da cui prendono il colore.
Infondo ho un bel fisico, perfetto e senza le imperfezioni che potrebbe lamentare qualsiasi adolescente.
Eppure, sento ci sia qualcosa che mi manca, non capisco cosa, è un chissà cosa che mi è sempre mancato e mi mancherà sempre.
Decido di continuare a vestirmi e indosso delle calze color carne, anche se le odio, ma il galateo impone queste regole inutili, già.
Altre regole che non servono a nulla sono ad esempio l'obbligo di indossare guanti (come nel Medioevo, pffff) che decido saranno neri.
Le scarpe che porto sono anch'esse nere e non molto alte, mi ricordano quelle di una principessa, di quelle dei cartoni, con il laccio
Infine, l'oggetto di cui mi vergogno di più, quello che mi dovrebbe fare più onore: la mia corona; formata da diamanti incastonati nell'argento più puro, e so che dovrei andarne orgogliosa, ma per me non è così.
Chiamo mia madre e, (stai a sentire perché questa non ricapiterà più!) le scende una lacrima, commossa dalla bellezza che vede in me, che purtroppo nota solo lei.
Chissà se la vedresti anche tu.
Anche oggi sono tua, Lizzy
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Diario di una Principessa Teenager
Dla nastolatkówCiao, sono Lizzy. Sono una normale ragazza ma c'è una cosa. C'è un titolo che mi tiene legata alle radici della mia famiglia. Sono una principessa e tutto quello che voglio è vivere la mia adolescenza in tutta la sua "normalità".