Capitolo 18

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"Cara la mia dea dell'amore, ti stavamo aspettando."

L'uomo, il dio, sedeva ancora sul trono, sua figlia lì accanto.

"Lauren!" Camila si avvicinò con uno scatto, non riuscì a trattenersi. La corvina sempre con la testa bassa e lo sguardo fisso per terra, non sembrava in sé, avrebbe reagito all'arrivo di Camila, quindi che cosa poteva aver provocato tanta apatia? La dea sapeva che sarebbe successo qualcosa di brutto, se lo sentiva fin da quando aveva varcato la soglia della foresta, era proprio vera che la natura poteva comunicare con le persone, come diceva Izrael.

"Avanti figliola non dobbiamo essere scortesi con un ospite, occupati di lei." L'ultima parte la sussurrò guardando con malvagità la donna in piedi al centro della sala, qualcosa danzava in quegli occhi rossi e... rossi? Camila si rese conto della situazione troppo tardi.

Infatti, appena il padre terminò di parlare, Lauren si lanciò contro di lei con una forza mai vista: l'impatto fu talmente forte da far rotolare per diversi metri la dea dell'amore. Non era riuscita a guardarla in volto ma quelli erano poteri di un demone, così scuri e devastanti e ora si trovava davanti un neonato demonio, non la sua corvina. Erano così rosse le sue iridi che sorpassavano notevolmente quelli di un vampiro, quasi luminosi i suoi occhi, e il suo corpo emanava un flusso scuro come la pece, un'ombra continua e cattiva.

"Lau-!" Cercò di rialzarsi con fatica ma fu colpita dal piede del suo avversario, dritto nelle costole. Rantolando si allontanò dal prossimo colpo, ma era affaticata e soffriva non solo fisicamente ma emotivamente: doveva continuamente ripetersi nella testa che non era la donna che era sempre gentile e dolce con lei, ma non riusciva lo stesso a combattere.

"Lauren ti prego, ascoltami! Sei solo confus-"

"Silenzio!" Alzò la mano verso l'alto con uno sguardo truce e un raggio nero colpì il lampadario sopra il capo della dea. Camila osservò come mille cristalli s'infrangevano sul terreno mancandola di un soffio e capì che doveva iniziare a difendersi: vide un'armatura e cercò di muoverla con i suoi poteri: in Accademia le avevano insegnato a impossessarsi degli oggetti e persone con una formula magica difficile ma infallibile.

"Basta ti prego, non voglio farti del male!" Mentre la corvina si difendeva dall'ammasso di rottami, la dea riuscì a mettersi in contatto Angelo per riferirgli la posizione. Presto Lauren la raggiunse bloccandola a terra, era quasi invisibile da vedere quando si muoveva e ora si ritrovava faccia a faccia con la donna che amava, che voleva ucciderla: occhi diversi da quelli che adorava, il viso teso e scuro.

"Sei solo falsa come tutti gli altri!" Colpì con forza il pavimento provocando una crepa larga affianco alla testa di Camila. Poi prese la sua gola sbattendo per terra la dea che aveva tentato di scaraventarla via.

"Lauren ascolta... mi, ah- ti prego! Io non voglio altro se non la tua felicità, perché..."

"Lauren non ascoltarla e uccidila!" Mike urlò con aggressività e diede un pugno al bracciolo del trono su cui era seduto.

"Sì padre." Lauren alzò di nuovo la mano e concentrò tutto il suo potere in un unico colpo: la bruna non reagiva, non poteva farlo.

"Un ultimo desiderio dea dell'amore? Hai qualcosa da dire prima che ti faccia sparire dalla faccia della Terra?!" Perché tutti quell'odio? Da che cosa era alimentato? Era però la causa della sua trasformazione in demone.

"Camila!" Le porte si spalancarono e comparve Angelo con molti al suo seguito, sembravano già stremati e questo significava che c'era stato una lotta nell'altra parte del castello e questo spiegava il viaggio silenzioso della protagonista verso il cuore della fortezza.

La dea dell'amore mi perseguita!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora