Killian non tornò quella notte, né la notte successiva.
Mi aveva lasciata con il fiato sospeso, persa nella convinzione che averlo baciato fosse stato un errore, ma non lo avrei potuto credere realmente; un qualcosa che mi faceva provare simili emozioni non poteva essere sbagliato.
Quell'assenza mi faceva capire più di quanto pensassi: sentivo che mi mancava, come se mi avessero strappato via una parte di me. Era una strana sensazione che mi impediva di pensare lucidamente, ogni mia riflessione portava a lui, ogni vuoto poteva essere colmato solamente da lui. Anche se sarebbe stato difficile ammetterlo, Killian, con il suo ordine di non innamorarmi di lui, aveva permesso la mia prima vera e propria violazione.
Se quel che provavo fosse reale o meno non lo sapevo, ma di una cosa ero certa: senza di lui, non ero più io.
Si ripresentò all'ingresso un paio mattinate dopo con un'espressione tranquilla, come se non fosse mai andato via. Sul mio volto avrebbe potuto leggere lo stupore e la delusione che avevano causato quei due giorni di assenza, ma non mi guardò e di conseguenza non se ne accorse.
"Dove sei stato?" gli chiesi con un tono finto di curiosità.
Nel profondo mi ero spinta a pensare che avesse passato quel tempo da Jacqueline, visto che nei giorni passati aveva trascorso ore e ore nella sua capanna a discutere questioni che non conoscevo.
"Oddio, Emma, non vorrai mica farmi una predica?" sbottò infastidito, alzando gli occhi al cielo.
"Era solo una domanda."
"No, è l'inizio di una scenata di gelosia, ma tronco la conversazione sul nascere. Non sei mia moglie, non hai alcun diritto di sapere cos'ho fatto" esclamò ridendo amaramente.
Mi sentii offesa, quella verità era una doccia d'olio bollente e sopportare il suo sguardo che trasmetteva sicurezza e indipendenza lo rendeva ancora più doloroso.
Volevo sapere cos'avesse fatto e questo aggiungeva l'ennesimo punto di domanda alle curiosità che mi ponevo su Killian, ma quella volta era diverso. Il suo segreto non giaceva sottoterra, né in qualche strano villaggio, era come un delitto appena commesso e cercare le tracce, ancora fresche, sarebbe stato facile.
Mi avvicinai a lui. Avrei dovuto controbattere quell'affermazione, non era in me ignorare una sua provocazione, ma in quel momento la mia priorità non concedeva distrazioni.
Lo osservai, ignorando ogni occhiataccia da parte sua per quell'imbarazzante momento in cui tutto sembrava fermo.
Studiai il suo sguardo cupo e distaccato, le labbra di un delicato rosso e la barbetta ispida che curava più spesso di un normale pirata, ma la mia attenzione cadde sulla sua camicia bianca e semi-sbottonata, macchiata di un colore rosato che aveva tutta l'aria di essere marmellata.
Una morsa mi strinse il petto e non riuscii a pensare qualcosa che non fosse sapere dove avesse fatto colazione quella mattina. Probabilmente stavo tremando, di gelosia e brama di conoscere, mentre lui mi osservava accigliato.
"Hai visto un fantasma?"
"Questa cos'è?" domandai balbettante.
Avvicinai la mia mano al suo petto e sfiorai la macchia densa e appiccicosa.
Lui spostò lo sguardo sul punto che indicavo e alzò le spalle con noncuranza.
"Marmellata di fragole, la fa una donna che abita vicino l'orto. Dovresti assaggiarla, è buonissima! Posso chiedere a Milah di vendermene un barattolo, se vuoi."
La sua voce beffarda mi entrò da un orecchio e uscì dall'altro. L'unica cosa che continuava a rimbalzarmi da una parte all'altra, fino a giungermi nello stomaco, era il nome della donna. Era stato da una donna, aveva mangiato con quella donna e chissà che altro avesse fatto.
STAI LEGGENDO
Principessa - CaptainSwan
Фанфик- Fanfiction AU su Once upon a time In un piccolo regno situato a Sud-Est della Foresta Incantata, ogni abitante vive con estrema tranquillità e monotonia, finché una notte le guardie reali non decidono di dare inizio alla caccia all'assassino, ma c...