No one's pov.
Taehyung era stato ospitato da Jimin per tutti i giorni seguenti all'incidente con suo padre, ma ora era giunto il momento andarsene.
A modo suo.
Mentre il maggiore era a scuola, lui uscì da quella casa che era stata tanto calda e accogliente nei suoi confronti.
Era molto grato a Jimin per la sua compagnia e comprensione, quindi decise di lasciargli un bigliettino sul freddo tavolo della cucina prima di varcare per l'ultima volta la soglia di quella porta.
"Mi dispiace averti disturbato, ma ora devo andare. Non è colpa tua.
Promettimi che non smetterai mai di mostrare alle persone quel tuo fantastico sorriso, e che non smetterai di aiutare chi ha bisogno di conforto.
Grazie di tutto, sei stato un buon amico.
Con affetto, il tuo Tae."Una calda lacrima iniziò a percorrergli la guancia sinistra.
Varcò la porta di legno e si diresse dove tutto era iniziato: casa sua.
Jungkook's pov.
Quando la campanella segnò la fine delle lezioni non mi diressi a casa mia, bensì all'indirizzo di Taehyung.
Non sapevo cosa mi avesse fatto quel ragazzo, ma mi sentivo in dovere di proteggerlo, di stargli vicino.
Anche solo il fatto che lui stesse così male, e che la colpa fosse in parte mia, mi portava a volerlo conoscere.
Conoscere i suoi scheletri nell'armadio, il suo passato, i suoi sogni... tutto.
In meno di dieci minuti mi ritrovai davanti alla casa, ma c'era qualcosa che non andava: la porta era aperta.
Velocemente mi precipitai all'interno dell'abitazione e iniziai ad urlare il nome di quel ragazzo che tanto mi aveva incuriosito.
"Taehyung!"
"Oh Jungkook, ci hai messo poco. Sali, sono al piano di sopra."
Aveva una voce strana... fredda.
E divertita.Salii le scale come mi aveva indicato ed entrai nell'unica stanza presente.
Mi trovai davanti un Taehyung in piedi, con le mani dietro la schiena.
Il taglio era ancora ben visibile nel suo lato destro, ma sembrava un po' meno doloroso dell'ultima volta che l'avevo visto.
Aveva gli occhi sgranati ed uno strano sorriso in volto.
Non avevo mai visto il suo sorriso... ma ero sicuro che non fosse così.Mi avvicinai lentamente e lui indietreggiò.
"Volevi sentire qualcosa sul mio passato? Ora ti racconto tutto."
Fu il primo a parlare."Va bene ma... possiamo sederci?"
Cercai di rimanere calmo... avevo una bruttissima sensazione, un brutto presentimento. Ed ero estremamente a disagio."No."
Il suo tono non ammetteva repliche.Aveva qualcosa dietro la schiena...
"Cos'hai dietro la schiena?""Tutto a tempo debito."
Abbassò per qualche secondo lo sguardo, poi lo rialzò per incontrare i miei occhi spaventati.Sembrava un pazzo in quel momento.
"Partiamo dal principio... mia madre ha avuto me per errore da un uomo che non ricordava... bella puttana.
All'inizio non aveva detto niente, io ho dei bellissimi ricordi con i miei genitori nella mia infanzia.
Nonostante quei bei ricordi, ne ho anche molti altri negativi riguardanti quel periodo... sono sempre stato bullizzato dacchè ricordo."