Capitolo 5

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Suonó la campanella dopo le due ore passate a riflettere su ogni cosa, persino una mosca catturava l'attenzione. Mi affrettai a seguire Aaron fuori dalla classe fino al cortile sul retro.
Ogni arbusto era privo di vita, erbacce erano state abbandonate in ogni angolo e l'edera si infittiva.
<<Senti.. >> provai a parlare.
<<ancora qua? Hai finito di pedinarmi? >>
Trovai un tono ironico nelle sue parole e non feci a meno di ridere. Dopo qualche secondo di silenzio imbarazzante, spezzai il ghiaccio
<<questa scuola fa schifo>> risposi seccata.
Mi guardó e I suoi angoli della bocca si piegarono in un sorriso avvenente.
<< "Questa schifo di scuola" come dici tu, trovo che abbia il suo fascino>>
Perlomeno mi aveva rivolto la parola.
Prese la sua sacca e si allontanó a passo felpato.
Tornai in classe rassegnata e mi sedetti al solito posto dove passai il resto della mattinata.
Mi assegnarono una ricerca da fare sui dipinti di Giotto. Il partner ovviamente era Aaron.
Entrai nell'immensa biblioteca della scuola e avevo l'istinto irrefrenabile di leggere dal primo all'ultimo libro.
Iniziammo la ricerca e osservando i vari dipinti di uno dei più grandi pittori mi venne spontaneo chiedere ad Aaron cosa ne pensasse degli angeli.
<< non mi sembra di essere qua per rispondere alle tue inutili domande >>
Me ne uscii con <<non mi sembra di aver chiesto un compagno di ricerca così ottuso, idiota, incivile, zotico e arrogante>>
<<Touchè >> sorrise.
Mi sedetti al tavolo per trascrivere alcune righe di storia dell'arte quando sentii alcune palline di carta colpire il mio braccio.
Alzai lo sguardo e lui aveva assunto una postura stanca e disattenta.
<<penso che gli angeli dei dipinti siano belli >> mi sussurró.
Se ti azzardavi ad alzare la voce in  biblioteca venivi punito dalla signora responsabile. Evidentemente non era poi così un cattivo ragazzo.
<<tutto qua? Ci credi? Secondo te sono reali? Cosa ne pensi al riguardo? >> si sentì in soggezione.
<<non penso niente >> mi rispose.
Continuammo la ricerca ancora per un po' e dopo mi avviai verso casa.
<<ho deciso di accompagnarti, non vorrei che una ragazza inerme come te si facesse male, se rifiuti l'offerta saró costretto a pedinarti io stavolta>>
Ero arrivata al limite della sopportazione ma decisi comunque di farmi accompagnare, in fondo stava calando il sole.

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