Capitolo 6

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Tutto il tragitto fu taciturno , Aaron era così assorto dai suoi pensieri che non si rese conto del marciapiede non lineare.
Inciampó e cadde procurandosi una ferita sul palmo sinistro della mano.
<<fammi vedere>>chiesi.
Ma non lo fece e imprecó sotto voce.
Arrivammo sotto casa e lo salutai ringraziandolo, lui ricambió con un cenno e alzò la mano sinistra.
Il taglio era scomparso, come se non fosse mai accaduto, non sapevo se incominciare a farmi paranoie o se lasciar perdere e continuare con la mia vita monotona.
Entrai in casa.
<<Papà sono tornata>>
Nessuna risposta.
Il silenzio era assordante, così decisi di accendere la televisione e preparare la cena.
Quella sera come da programma, dovevo cucinare il pollo con le carote, così presi il coltello e con precisione tagliai le carote, per renderle sottili.
Incominciai a riflettere sulla ferita di Aaron, probabilmente avevo visto male. Mi mancava poco per finire ma sentii un forte dolore al dito, mi ero tagliata con un coltellino che di affilato aveva ben poco.
Andai a prendere il cerotto, feci per esaminare ancora una volta la ferita ma era svanita.
A questo punto pensai di essere pazza o di avere le allucinazioni.
Senza pensarci due volte mi precipitai al piano di sopra e sfogliai con irruenza le pagine di not about angels per cercare un riferimento ai tagli e tutto ciò mi rendeva ancora più folle agli occhi della Allyson Grace sana di mente.
"gli angeli possono guarire in fretta, se potenti, non possono nemmeno ferirsi".
Avevo letto bene? Un brivido di angoscia mi pervase il corpo.
<<Allyson, sono a casa>> urlò mio padre dalla cucina.
Mi affrettai a nascondere il libro e scesi con naturalezza le scale.
<<Ho preparato la cena, dov'eri finito? >>
Esitó a rispondere poi incominciò <<ero semplicemente andato a fare due passi.. mi mancava questa città e mi manca tua madre >>
Mi prese un nodo allo stomaco.
<< sei andato al parco in cui vi siete incontrati per la prima volta? >>
Annuii.
Non chiesi altro, mangiammo cena e spedita ritornai in camera.

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