TERZO CAPITOLO

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L'ospedale brulicava di soldati tedeschi. Anna con le altre infermiere dovettero aiutarli a sistemarli nelle loro stanze, dando loro coperte e lenzuola pulite. Nell'ospedale dove prima regnava il silenzio, ora era diventato rumoroso esattamente come il mercato.
Anna entrò nella stanza n 234 dove c'erano tre soldati. Tutti e tre rivolsero lo sguardo alla ragazza, ma lei con timore non osò alzare il capo e guardarli negli occhi. Pensava che dopo tutto quello che stavano facendo, non erano degni nemmeno di avere un tetto sulla testa. Però, purtroppo, questi pensieri doveva tenerseli solo per sé. Parlare, soprattutto in loro presenza, era diventato pericoloso.

Dopo aver posato le coperte sui letti dei soldati, con passo veloce lei si girò per andare alla porta
"Danke fraulein" disse uno soldato
Anna alzò la testa e rivolse lo sguardo verso il soldato e annuendo uscì dalla stanza.

Alle 10 esatte, Anna e Vanessa uscirono dall'ospedale per tornare a casa.
In quella sera di settembre non c'era nessuno per le strade e gli unici rumori udibili erano le risate dei soldati tedeschi già ubriachi nell'unica locanda del paese.
Le strade adesso non erano più sicure.

Dopo aver camminato per 15 minuti, Anna arrivò a casa e dopo aver salutato la sua amica, entrò dentro chiudendosi alle spalle la porta.

Sua nonna, non appena sentì la ragazza entrare, si alzò dalla poltrona ed andò a salutarla
"Anna cara, sei tornata. C'è della minestra sul tavolo."
"Nonna non ho molta fame. Vado a letto, sono molto stanca"
"Va bene tesoro. Buonanotte"

Anna sali le scale ed entrò nella camera. Non appena si appoggiò al cuscino, per la fatica della lunga giornata, la ragazza cadde nelle braccia di Morfeo.
...

L'ufficiale Kessler sedeva al tavolo della locanda
e tracciava con il dito l'orlo del bicchiere mezzo vuoto di birra, mentre con l'altra mano reggeva una sigaretta.
Ogni tanto alternava lo sguardo tra la finestra e il tavolo dei soldati semplice, che già ubriachi stavano creando molto baccano.

Quella era stata una giornata veramente stancante, pensò tra sé e sé l'ufficiale. Il viaggio verso il nuovo paese, il trasloco nella nuova casa e ora doveva anche controllare i soldati.

"Adesso basta. Chiudete quelle bocche o non risponderò delle mie azioni" tuonò l'ufficiale stanco di sentire gli schiamazzi

Tutti i soldati sussultarono e tacquero immediatamente.

Uno dei soldati, l'unico a non essere ubriaco,si avvicinò e prese posto al tavolo dell'ufficiale.
" Fratello" apri bocca il soldato
"Friedhelm, cosa ci fai qui? Non sei di guardia stasera"
"No infatti, però ho pensato che volessi una mano a reggere questi animali e poi non ho molta voglia a stare in camera con Schuttler e Klein" disse Friedhelm
Mark rise e battè la mano sulla spalla del fratello facendolo ridere
"Ah Friedhelm non sai cosa ti aspetterà"

Friedhelm voltò lo sguardo verso la finestra, soffermandosi su due ragazze in divisa infermieristica. 
Mark notando il fratello, seguì lo sguardo del fratello e notò che, una delle due, era proprio l'infermiera con la quale incrociò lo sguardo quello stesso pomeriggio.
"Bella non è vero?" il primo a prendere parola dopo quel minuto di silenzio fu proprio Friedhelm
"Cosa?" disse Mark, non capendo cosa avesse detto il fratello
"Dicevo, l'infermiera riccia è molto bella"
"Preferisco le donne tedesche e poi tu non dovresti nemmeno parlare con loro. Gli italiani ci hanno traditi, sono solo dei codardi e noi non dobbiamo mischiarci con loro" rispose Mark, ma in cuor suo sapeva che il fratello non aveva tutti i torti, quella ragazza italiana non le era passata inosservata.

Friedhelm, non volendo stuzzicarlo troppo , tacque.

Subito dopo, la porta della locanda si aprì, rivelando un tenente che non dimostrava più di 25 anni.

"Kessler, sono venuto a darti il cambio" disse il tenente Bonnet.

Kessler alzandosi dalla sedia e dopo aver salutato sia il fratello che il tenente, si diresse verso la casa del sindaco, per riposarsi ed essere pronto ad iniziare una nuova giornata.





L'uomo che non si deve amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora