Mark Kessler si alzò dal suo letto con malavoglia, avrebbe di certo preferito continuare a dormire, piuttosto che andare al lavoro, ma il dovere andava prima del piacere.
I continui attacchi alla linea Gustav da parte dei partigiani aveva portato i tedeschi a non abbassare mai la guardia e l'ufficiale aveva il compito di preparare dei piani di difesa.
L'ufficiale prese dall'armadio la sua divisa, indossandoli insieme ai suoi stivali neri. Prese il cappello sulla sedia uscendo dalla stanza.
I coniugi De Giglio sedevano nella grande sala da pranzo. Il sindaco sedeva come suo solito a capotavola e sua moglie alla sua destra.
Sandro De Giglio era il sindaco del paese da qualche anno. Era un uomo alto, magro, occhi verdi, grandi baffi e capelli neri con qualche striatura color grigio. Proveniente da una colta famiglia della zona, venne costretto dal padre a sposare Adelaide, donna cinica ma dotata di una grande bellezza, invidiata da tutte e simpatizzante del fascismo. Ebbero un figlio, Francesco, ora impegnato a combattere al fronte.
L'ufficiale scese le scale e salutò i due.
"Buongiorno""Buongiorno" rispose il sindaco.
"Buongiorno Ufficiale Kessler. Spero che la camera sia stata di suo gradimento" disse Adelaide.
Il sindaco sembrava portare rancore nei confronti dell'ufficiale Kessler, a differenze di sua moglie che sembrava invece apprezzare la presenza del bell'ufficiale tedesco nella sua casa.
Al sindaco questo atteggiamento non gli piaceva affatto. Vedere la moglie dare troppe attenzioni ad un tedesco lo mandava in bestia."Adelaide, andiamo. L'auto ci sta aspettando fuori. Ufficiale, a stasera" disse l'uomo rivolgendo lo sguardo carico di rabbia alla moglie.
"A stasera Ufficiale" disse la donna non distogliendo lo sguardo da Mark.
Ma all'ufficiale poco importava. Era venuto in questo paese per una sola missione e non si sarebbe di certo offeso di non essere nelle simpatie del sindaco a causa delle troppe attenzioni che la moglie gli dava.In paese tutti erano già svegli. C'erano donne che andavano al mercato, uomini al lavoro mentre i bambini e i ragazzi a scuola.
Arrivò nella piazza dove era situato il comune e l'ospedale. All'entrata dell'ospedale scorse il fratello che vendendolo gli corse incontro.
"Fratello" lo salutò Friedhelm
"Friedhelm. Andiamo oggi abbiamo molto lavoro da fare" disse Mark inziando a camminare.
"Cosa c'è Mark?" domandò Friedhelm, notando il suo stato evidente di malumore.
Friedhelm era da tutti conosciuto come un ragazzo che non ha peli sulla lingua. Caratteristica che piaceva molto a Mark.
"Niente, perché?"
"Sei strano. Andiamo Mark ti conosco. Sono tuo fratello" disse Friedhelm.
"Fried sono solo stanco va bene. La famiglia dove sono stato ospitato non è il massimo. Un marito che mi guarda con odio mista a paura e una moglie che mi squadra come volesse portarmi a letto."
"Oh, beh in questo caso preferisco stare con Schuttler e Klein" rise il ragazzo.
La risata contagiò anche Mark, che per un momento ebbe come l'impressione di essere tornato indietro nel tempo a quando i due fratelli giocavano nel giardino della loro adorata casa a Berlino.
I due entrarono nel municipio e i due rimasero sorpresi nel vedere l'infermiera dai capelli ricci e corvini.
Mark rimase a guardarla per alcuni istanti, ma il momento venne interrotto dall'uomo dietro la scrivania.
"Bene, lei è molto fortunata signorina. L'ufficiale Kessler è arrivato."
Mark sembrò riprendersi ed assunse di nuovo la compostezza e la serietà che lo appartenevano.
"Cosa posso fare per lei signorina?"
"Sono qui per il permesso speciale" disse Anna
"Bene mi segua"
Anna e Vanessa seguirono l'ufficiale nel suo studio.
La stanza era molto grande e luminosa, al centro c'era un grande scrivania marrone, una sedia dello stesso colore, vari scaffali e molte scatole contenenti, molto probabilmente, cartelle.
Mark si sedette sulla sedia posando il cappello sulla scrivania e fece cenno alle ragazze di sedersi.
"Signorine per il permesso ho bisogno di una vostro documento di identità a cui allegherò il permesso. Glieli farò avere appena saranno pronti"
"Signore, questa sera sarò di turno all'ospedale" disse Anna, ma venne subito interrotta da Mark
"Non si preoccupi signorina. Penserò a tutto io."
"Va bene signore"
Anna e Vanessa diedero i loro documenti di identità all'ufficiale tedesco e dopo averlo salutato, uscirono dal municipio, sperando di non metterci più piede.
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L'uomo che non si deve amare
RomansaSeconda guerra mondiale Cassino 1943. Il battaglione capitanato da Mark Kessler si stanzierà nel paese di Cassino, dove si sono verificati attacchi da parte dei partigiani ai danni dell'esercito tedesco, il cui compito era di proteggere la linea Gus...