Cap.3

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La guardia misteriosa ci accompagna verso le nostre stanze. Questo castello può sembrare un paradiso dall'esterno, ma all'interno è abbastanza inquietante. Ora che il sole sta tramontando, dalle finestre filtra una luce rossa che riflessa sui quadri rende tutto abbastanza strano. Sono sempre più convinto che le persone che vivono qui abbiano bisogno di una mappa per muoversi qui dentro. Questo posto è un labirinto. Dopo dieci minuti buoni, la guardia che ci accompagnava, che se non sbaglio si chiama Alloro o Aloe o qualcosa simile, si ferma all'improvviso.

<<I sovrani sono più buoni di solito. Sono solamente tanto preoccupati per la Regina.>> Ci dice guardandoci attentamente come se riuscisse a leggere nella nostra mente.

<<Ma è una regina, cioè intendo che sa badare a se stessa, no?>>

<<Si, ma è una ragazza ancora adolescente. E poi voi mi sembrate un gruppo molto unito no? – e vedendoci tutti annuire continua – è come se uno di voi sparisse senza lasciare tracce. Gli altri non sarebbero preoccupati?>>

Ha ragione. È successo cosi un anno fa quando Vivian era stata rapita da un'altra banda di briganti solo per avere una ricompensa.

<<Ma io ho capito che la Regina era scappata di sua volontà.>> Interviene però Amelia.

<<Si è cosi. Ma dopo una settimana possiamo essere preoccupati che le sia successo qualcosa?>> Ora la guardia si stava cominciando ad alterare.

Solo ora mi soffermo a guardarlo. È sicuramente un ragazzo della nostra età, dato che è alto come me. I capelli lisci sono color biondo cenere e gli occhi azzurro limpido. Non penso sia una guardia a giudicare da come è vestito: indossa una camicia bianca e sopra un lungo cappotto viola. Al collo ha un fiocco nero, esattamente come i pantaloni coperti in parte degli alti stivali marroni.

Mi stupisco che nessuno abbia più parlato. Sono stati tutti zittiti dalla voce del ragazzo, che ora sono sicuro non sia una guardia.

<<Le vostre camere sono queste. Troverete vestiti, asciugamani e i vostri oggetti personali già all'interno. Venite tra 2 ore nel Salone principale. A dopo.>> Detto questo ci dà le spalle e scompare girando a destra.

Sono quasi sicuro che quando ha detto quel 'a dopo' stava guardando Vivian.

<<ASPETTATE. – ci blocca prima Andras – Ma dove si trova?>>

Diamine. E ci aveva pensato?

<<Sbrighiamoci a prepararci cosi abbiamo più tempo per cercare la sala.>> Cerco di tranquillizzarli io. Sono io che mi occupo di loro quando Victor non c'è.

<<ASPETTATE. – questa volta sono io a fermarli – ma Victor dov'è?>>

Solamente ora cominciano a guardarsi intorno.

<<Ragazzi tutto ciò è strano. Sono sicuro che fosse con noi prima.>>

<<Sicuro? Io non ho neanche pensato a Victor da quando siamo andati via da quella sala.>> E ci troviamo tutti d'accordo con le parole di Foras.

L'unica che non ha ancora parlato è Vivian. Sembra quasi imbambolata a fissare il punto dove è scomparso l'Alveare. Si chiamava cosi, no? Poco importa.

<<Questo posto è strano. Meglio muoverci.>>

Dato che ognuno di noi ha una stanza, ci dividiamo. Prima di entrare nella mia, mi accorgo di un particolare: sulla porta di ciascuno di noi c'è il nome. Ma potrei giurare che non ci siamo mai presentati perché non c'è stato chiesto. Però manca la targhetta di Victor, quindi lui dove alloggia?

Abbandono tutti i pensieri richiudendomi la porta alle spalle. Avevo la sensazione di essere osservato, ma non ne ero sicuro. A dire il vero non sono piu sicuro di niente da quando sono qui dentro. Qui dentro perché là fuori in quel giardino splendido mi sentivo cosi libero e felice, mentre dentro il castello è l'opposto. Affascinante, ma oscuro e misterioso. Tutto ciò mi fa provare sensazioni troppo contrastanti: vorrei stare qui un paio di giorni perché, in fondo, è pur sempre un castello di lusso, appartenenti a dei principi. Ma allo stesso tempo sento un'aura negativa che mette i brividi, come se qui non fossimo i benvenuti.

Però almeno una notte siamo costretti a passarla qui, quindi tanto vale stare tranquilli e riposarsi.

La mia camera è la più bella che avessi mai visto. Il letto baldacchino da due piazze ha le lenzuola rosse e un piumone nero, come le tende del letto che vengono collegate direttamente al soffitto alto. Anche le tende dell'enorme finestra sono nere. Sui comodini in legno c'è un piatto con una scatola di cioccolatini, delle candele bianche, una bottiglia in vetro, che credo contenga acqua, con un bicchiere e una lettera. Prima di leggerla però preferisco lavarmi per fare in tempo per la cena, dato che la lettera può aspettare.

Mi tolgo la maglietta a maniche corte e l'appoggio su una sedia a lato della stanza. Di fronte al letto ci sono due porte in legno scuro, una delle due sarà il bagno spero. Non faccio in tempo ad aprirne una che sento Amelia urlare.

Mi precipito nella sua stanza e vedo che gli altri hanno fatto lo stesso.

Non capisco perché abbia urlato. È in piedi davanti a noi in mezzo alla stanza simile alla mia tranne per le lenzuola che sono rosa, e sembra più femminile.

<<Ma avete letto la lettera?>> Ci domanda lei non smettendo di sorridere e saltellando qualche volta su se stessa. Sembra una psicopatica in questo momento.

Scuotiamo tutti la testa. A quanto pare non sono l'unico che non ci ha dato molto peso a quella piccola busta.

<<Ci sarà una festa sta sera.>> Interviene Vivian, entrando nella camera con un accappatoio addosso. Probabilmente ha interrotto la doccia per venire a vedere cosa stava succedendo.

<<Non una festa qualunque. Una festa di Halloween. La festa dei morti. La festa dell'horror. Ma non siete emozionati?>> Immaginate gli occhi a cuoricino.

Una pazza psicopatica con gli occhi a cuoricino.

<<In ogni caso – sembra quasi riprendersi, ma continua a sorridere – siamo tutti invitati questa sera alla festa che si terrà qui a castello. C'è scritto che nell'armadio troveremo dei vestiti adatti.>>

<<Ecco cosa intendeva Alois. Tra due ore nella sala principale inizierà la festa.>> Aggiunge Vivian.

L'Aloe poteva anche avvertirci però eh.

<<HO MENO DI DUE ORE PER PREPARAMI?>> comincia a urlare Amelia.

A quel punto decido di andarmene. Dobbiamo prepararci tutti.

<<THEO PUOI VENIRE ANCHE SOLAMENTE COSI EH.>> sento urlare alle mie spalle Amelia, mentre tutti ridacchiano.

Solo allora mi accorgo di non avere la maglietta.

Rientro in camera e apro la prima porta che vedo. È un'immensa cabina armadio, con abiti di ogni genere, scarpe e cravatte comprese. Scelgo una camicia bianca semplice, pantaloni, giacca e scarpe neri ed eleganti. Appoggio tutto sul letto ed entro in bagno.

È ricoperto interamente di piastrelle nere, che vanno in contrasto con i mobili bianchi. Decido di farmi una doccia rilassante e prepararmi per la festa.

Mezz'ora dopo sono pulito, profumato e vestito.

Mi guardo all'enorme specchio in bagno e rimango stupito di me stesso. Non mi sono mai vestito elegante perché alla Domus Daemonis non avevamo mai fatto feste. O meglio, feste di questo genere. L'unica cosa che mi permette di riconoscermi sono i miei occhi. ne vado assolutamente fiero: sono prevalentemente grigi, anche se a volte diventano azzurri. Victor mi raccontava che gli ho ereditati da mia madre... lui l'aveva conosciuta ma non me ne parla mai, e io non insisto. Ora sono contento di essere qui... beh non qui qui a dire il vero.

Interrompo i miei pensieri da una strana ombra che vedo nello specchio. Lo specchio riflette giusto? Ciò che vedo è alle mie spalle giuso? Ma soprattutto, perché sto parlando da solo con una strana ombra dietro di me?

Mi giro di scatto per riuscire a scorgere quella cosa.

Nulla.


Lonely Princess (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora