Motivation / Mattia

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"E ti si legge negli occhi perchè
Sempre più rare le tue lacrime.
La nostalgia per chi non rivedrai
E l'allegria che poi ritroverai."
Sola, Francesca Michielin

- Mattia, eddai! - tirai su la testa di scatto a quell'esclamazione di rimprovero e, non appena mi accorsi che la voce era di Federico Bernardeschi, il quale mi stava esortando ad uscire dallo spogliatoio per andare nel tunnel, mi alzai facendo di tutto per concentrarmi. Dopo due passi, mi richiamò di nuovo. - La maglia. - mi disse solo.

Mi guardai. Avevo ancora indosso la maglia da riscaldamento, e sull'attaccapanni dietro al mio posto a sedere c'era la mia maglia da gioco a righe bianconere appesa. Caldara, 13.

- Giusto. - sospirai, per poi voltarmi e cambiarmi.

Federico mi stava fissando, come se si aspettasse che fossi anche capace di infilarla al contrario, cosa che però non feci. C'è un limite a tutto.
Era la mia quarta partita da titolare di fila e per essere solo il mio primo anno alla Juve si trattava di un risultato strepitoso. Chiaramente i risultati ottenuti mi stavano dando soddisfazione e in gruppo mi trovavo bene, ma non ero completamente sereno con me stesso. Era la prima partita che giocavo da quando mi sentivo così e avevo paura che gli effetti del mio stato d'animo si vedessero in campo. Ero teso per quel motivo, e distratto. Se ne sarebbe accorto chiunque, ma non volevo perdere quanto avevo guadagnato con sudore e sacrifici.
Mi avviai lungo il corridoio insieme a Federico, che si arrestò improvvisamente prima di svoltare l'ultimo angolo.

- Mattia, io non so cosa tu abbia e nemmeno voglio chiedertelo. Se ti distrae così tanto è senz'altro qualcosa di grave o importante e io mi sento in dovere di darti un consiglio. So che è ovvio, ma a volte non ci soffermiamo a pensarci. Là fuori - e indicò la direzione del campo da gioco. - ci sono migliaia di persone che si aspettano tanto da noi, forse a volte anche troppo, anche cose irraggiungibili perché può capitare che anche loro perdano di vista il fatto che siamo esseri umani. Abbiamo la fortuna di fare della nostra passione il nostro lavoro, ma abbiamo tanti doveri. Non ti sto dicendo che tu debba mettere da parte la tua vita per la felicità degli altri, perché la cosa più importante è il tuo star bene, ma non lasciare che una singola cosa prenda così tanto di te stesso, così tanto da farti mancare la dedizione. Non per loro, ma per te. Trova la motivazione in chi grida il tuo nome, lascia che ogni applauso si porti via un po' di quello che ti fa male. C'è gente che sarà felice di farlo e scoprirai che dedicarti completamente a chi è felice di ciò che fai è più appagante di stare seduto in spogliatoio perso nei tuoi pensieri. - Federico fece un sorriso, e io non riuscii a non assimilare ogni singola parola.

Lo ringraziai silenziosamente, e dal suo sguardo capii che aveva inteso.

Giocai una partita perfetta.

Chi ama non dimentica - Mattia CaldaraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora