Il clic di un accendino. Il fuoco. Il fumo. Labbra morbide pizzicando la carta della sigaretta mentre brucia come il sole di agosto che piove su Venezia. Respiri traballanti del vapore come medicina, respiri che scalano l'aria.
I miei piedi appoggiati su una sedia al cafè, faccio finta di concentrarmi sul libro inglese che sta leggendo Liliana, ma l'unica cosa su cui mi concentro è quanto odio questa lingua di merda. Non so di cosa si tratta il libro, ma non voglio saperlo. Non voglio avere una relazione con una serie di suoni brutti che non rotolano come quelli dell'italiano.
"Incomparable blind streets of shuttering cloud and lightning in the mind leaping toward poles of Canada & Paterson, illuminating all the motionless world of Time between," legge Liliana, che capisce l'inglese molto meglio di me, dal suo libro Howl di un Tizio a cui deve piacere farmi incazzare. "Non è grandioso?"
"L'inglese fa schifo invece," le rispondo, lanciando la cenere dalla mia sigaretta sul terreno di pietra in maniera così casuale e francese (una lingua che in qualche modo mi piace più dell'inglese, anche se non rotola neanche lei).
In Europa, dobbiamo imparare l'inglese a scuola. Quello significa che c'è un periodo ogni giorno quando nessuno riesce a contattarmi perche sono nello spazio, pensando pensieri nazionalisti per vessare quelli che vogliono che mi ci sottometta. E poi fallisco tutte le verifiche, ma almeno lo faccio morendo per la mia lingua come un vero patriota. Fortunatamente, non ho dovuto pensare all'inglese quest'estate ma mi sento l'ansia nello stomaco ogni volta che mi viene in mente che torniamo a scuola tra pochi giorni.
Quest'estate si è passata benissimo. Una delle mie attività numerose era sdraiarmi in piscina ed aspettare che il corrente debole mi tirasse via. Non facevo i compiti. Mi sono abbronzato come un dio grazie a tutto il tempo che non mi mettevo la maglietta. Mi godevo la vita.
Ma si ferma qui, dice mia madre. Ho diciassette anni adesso, ed apparentemente significa che devo studiare di più, uscire di meno, ed in breve comportarmi da adulto, il che non lo sono. Suppongo anche di dover studiare l'inglese con un vero sforzo. Che palle. Però, la scuola non si è ancora iniziata. Questo mi da' tempo per rilassarmi e deridere la lingua con cui devo presto essere amichevole.
"Non parlare così, ti prego," mi implora Liliana. "L'inglese è una meraviglia."
Mi raddrizzo la schiena sulla sedia come se mi aiuta a parlare con più passione. Porto fuori anche i gesti. "Ma è vero, cosa ho detto! Noi italiani siamo così creativi con le nostre parole."
Lei ride, sprezzante, non sollevando nemmeno gli occhi dalla pagina del libro. Le è così facile rispingermi. "Tu sei un elitario."
Mi metto la mano sul petto onestamente. "Ma tu lo sai che non dico nient'altro che la verità."
"No, in realtà, non dici nient'altro che stronzate." Forse sarebbe doloroso se Liliana non avesse riso dopo.
"Uffa, perché sei così fredda?" dico mentre mi inclino all'indietro.
Ignorandomi, sospira profondamente come un'artista estrosa della stessa profondità falsa. Riprende l'argomento precedente. "Vorrei vivere a Londra e sentire l'accento incantevole ovunque."
Ho conosciuto il tipo molte volte -- gli adolescenti che pensano che il loro valore sia basato su quanto parlano l'inglese. Insomma, io sono un pezzo di merda, ma non è perché non parlo inglese. A me basta l'italia. A loro, no. Vogliono scappare all'Inghilterra o all'America dove possono incontrare degli star del cinema e dimenticare cosa hanno perso qui. Che peccato.
"Sai, puoi rimanere a Venezia e sentire invece il nostro dialetto incantevole ovunque." Faccio un microfono dalle mie mani e grido, "GHE SBORO," così che tutti i clienti riescano a ricevere la notizia importante. Ci guardano, scioccati. I bambini ridono invece. Le loro reazioni imbarazzano Liliana però a me danno solo un senso di adempimento. Come sono insopportabile.
"Sta 'zitto, Lorenzo! Sei veramente uno stronzo!"
La nostra relazione è una speciale. Liliana fa finta di arrabbiarsi con me ma so che non riesce a resistermi. Per questo siamo sempre amici.
"Non vedi quanto è bello, il nostro dialetto?"
"Il tuo arresto lo sarebbe ancora di piu."
"Ah, cara Venezia." Prendo in giro il sospiro estroso di Liliana, guardando in lontananza. Sono un romantico, e Venezia è la mia musa.
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Venezia, Amore Mio ("Venice, My Love" Versione Italiana)
General FictionVenezia, amore mio, Ero ingenuo quando mi tenevi tra le tue braccia la prima volta. Sono nato da te, e mi ha visto crescere, mi nutrivi, mi tenevi al sicuro. E poi ti ho abbandonata e sono caduto tra le braccia dell'ovest. Uno dei miei più grandi ri...