"Torna con me Malfoy. Non è così difficile ricominciare"
Leggo l'incertezza nel suo sguardo, non ha idea di quale strada prendere, dopo che tutti gli insegnamenti, i consigli e gli ordini ricevuti si sono rivelati sbagliati, è come se lui fosse tornato bambino, incerto e spaesato. Mi sforzo di sorridere, provo a mettere da parte il risentimento accumulato in sette anni. Ma dev'essermi riuscito molto forzato e fuori luogo questo sorriso, perché mi guarda con occhi spalancati e sopracciglia alzate. Poi fa qualcosa di cui non lo avrei mai ritenuto capace: ride. Ride tanto, ride forte. Ride di cuore e io, nonostante tutto, non posso fare a meno di unirmi a lui.
"Non hai idea di quanto sia ridicola la tua espressione Granger" dice tra gli spasmi della risata, un sorriso grezzo e appena accennato mi compare sul viso, uno di quelli leggeri come bolle di sapone, ed altrettanto precari, pronti a sparire alla prima incertezza.
Allungo la mano verso di lui, ma mi rendo subito conto di aver corso troppo, perché lui mi guarda storto. Arrossisco e la abbasso, abbandonando il braccio lungo il fianco. Lui mi raggiunge comunque, e ci incamminiamo fianco a fianco verso una Hogwarts distrutta; non importa quanto la comunità magica s'impegnerà per ricostruire il castello, nulla sarà più come prima, perché Hogwarts non è le sue mura, i suoi corridoi o le sue aule, Fred è Hogwarts, Lavanda Brown lo è, così come Lupin, e Tonks, e Silente, Silente era l'intima anima di Hoguarts, e Piton, anche lui lo era, ed era anche l'uomo più coraggioso che io abbia mai conosciuto, di un coraggio silenzioso e indiscreto, che non risiede nella forza che ci permette di rimanere sempre in piedi, bensì nell'abilità di sapersi rialzare. Mi tornano in mente i volti contriti dei Weasley, i gesti confusi e disperati della McGranitt, di solito sempre così algida e sicura di se, e lo sguardo spezzato di Harry, che ne ha passate molte, troppe, per non risentirne. E mi chiedo se lui tornerà mai come prima, se potrà mai continuare a vivere l'infanzia felice che gli è stata negata, mi chiedo se almeno una delle persone che hanno combattuto questa notte riuscirà mai più a sorridere come faceva una volta. Di certo ci sarebbe voluto tempo, tempo per guarire, per dimenticare l'odore pungente del sangue e il sapore acre del dolore.
"Che hai adesso?" La voce di Malfoy mi distoglie dai miei pensieri troppo tristi. Mi volto verso di lui che mi fissa interrogativo. "Eh? No, no, niente" in fretta mi riprendo, cercando di nascondere le emozioni che ho dipinte in volto, e gli rispondo.
"Se non vuoi farti vedere con me non hai che da dirlo" La sua voce si è di nuovo indurita, cammina con lo sguardo puntato davanti a se, sento che le barriere che aveva momentaneamente lasciato cadere si stanno rialzando.
"Pensavo a Fred, a Piton e a tanti altri" in questo momento è come se tra noi non ci fosse mai stato nessun litigio, nessun giudizio. Niente odio e niente risentimento, solo comprensione, ora so che entrambi proviamo lo stesso dolore, e questo in qualche modo ci unisce, in una tregua momentanea stipulata inconsapevolmente.
"È stato Rookwood"
Mi si gela il sangue. Spero, imploro, prego di aver sentito male.
"Cosa?"
"Rookwood ha provocato l'esplosione che ha ucciso Fred Weasley"
Mi fermo. Gli occhi lucidi e spalancati, le labbra che si muovono, cercano di emettere suoni, lamenti, grida di rabbia, ma non ci riescono, ho la gola secca.
Malfoy è di fronte a me, mi guarda spaesato, probabilmente incerto su cosa fare, su come comportarsi. Si tormenta le mani e pensa a cosa dire, alle parole giuste. Non è abituato a trattare con cautela qualcuno.
Fa per parlare, ma poi ci ripensa, mi guarda intensamente. Lui non dice, allora io domando:
"L'hanno preso?"
I suoi occhi si scuriscono improvvisamente, di nuovo cerca le parole, ma stavolta è facile, le trova.
"È morto"
La consapevolezza di esserne felice si fa strada in me, non posso negare di esserne sollevata. Saper vivo l'assassino di Fred, lo stesso Fred così allegro e spensierato, così buono e generoso, mi avrebbe distrutto, e avrebbe distrutto tutti i Weasley.
Non gli chiedo come lo sa, se l'ha visto, se era lì. Anche se il pensiero che possa essere stato lui ad uccidere Rookwood mi sfiora, lo ricaccio infondo alla mente: so che questa guerra lo ha cambiato, ha cambiato anche me... e poi non lo credo capace di qualcosa del genere.
"Andiamo, Potter si starà domandando dove sei finita"
"Da quando ti preoccupi di quello che pensa Harry?"
Sorride sornione.
"Non m'importa infatti, ma non vorrei che scatenasse il panico pensando che ti ho rapita"
Per il resto del tempo camminiamo in silenzio, ora gli alberi della Foresta Proibita sono più radi e l'ambiente e meno buio, non mi sono neanche accorta che aveva smesso di piovere... ora l'aria è come cristallizzata, le chiome degli alberi sono ancora bagnate e lasciano scivolare gocce d'acqua, si respira odore di fresco. Il silenzio, dopo il caos di stanotte, è confortante. La pioggia ha lavato via la cenere, probabilmente ora il castello sembrerà solo una vecchia rovina, e non un edificio appena distrutto, con ancora resti della vita quotidiana all'interno; un po' mi dispiace, forse Hogwarts la preferisco in fiamme, distrutta, ma comunque viva, piuttosto che scheletrica e vuota com'è ora.
Improvvisamente Malfoy si ferma, mi mette una mano sulla spalla, per farmi segno di stare ferma e si mette all'ascolto. "Che hai?"
"Ho sentito qualcosa" Sembra preoccupato...
"Avrai sentito male Malfoy, ultimamente sei stato parecchio paranoico, sai?" Gli sorrido ma lui non sembra convinto.
"Davvero, ho sentito qualcosa muoversi dietro di noi..."
Sospiro "Va bene allora muoviamoci, prima usciamo di qui meglio è"
Ancora allerta Malfoy fa un cenno di assenso col capo e, senza togliere la mano dalla mia spalla mi sospinge in avanti. Continuiamo a camminare finché in lontananza non scorgiamo il castello, fuori è il caos più totale, un via vai continuo di gente, c'è chi piange, chi grida, chi abbraccia, chi consola, c'è anche chi sorride, perché ha ritrovato qualcuno a lui caro che è riuscito a salvarsi. Quando vedo Harry e Ron il mio cuore si stringe, diversi metri ci separano eppure riesco a vedere persino da qui il dolore nei lineamenti di Ron. Mentre parlano scorgo negli occhi di Harry qualcosa di spezzato, di irrimediabilmente rotto: ha sopportato troppo, proprio lui, che più di tutti merita di essere felice.
Harry alza lo sguardo, e, vedendomi, fa segno a Ron; quando poi si rendono conto di Malfoy che mi sta di fianco le loro reazioni non potrebbero essere più diverse... negli occhi del primo c'è una comprensione che non mi aspettavo, in quelli dell'altro è solo forte risentimento e tanta rabbia, probabilmente rabbia immotivata, dovuta a tutto il dolore che la morte di Fred gli ha provocato. Improvvisamente mi ricordo che la mano di Malfoy è sulla mia spalla, ma non faccio in tempo a provare imbarazzo perché nuovamente qualcosa si muove dietro di noi, mi giro e quello che succede dopo non dipende più dalla mia volontà, è semplicemente un riflesso: un lampo di luce viola sta per schiantarsi sulla schiena di Malfoy, e io penso solo che non ho molte scelte, proprio no. L'idea di vederlo cadere a terra mi da la nausea, neanche per un quarto di secondo prendo in considerazione la possibilità di non intervenire. Il mio corpo si muove davanti a lui, frapponendosi tra il suo corpo e la maledizione che qualcuno che non riesco a vedere gli ha lanciato.Tutto è bianco, credo di aver sbattuto la testa, perché sento un dolore lancinante alle tempie, talmente forte che forse a questo punto la morte sarebbe un sollievo. Ma io non voglio morire. Me ne rendo conto all'improvviso, capisco quello che ho fatto e le conseguenze della mia azione. In un attimo tutte le possibilità mi scivolano via dalle mani, in un attimo penso che non ho idea di quello che accadrà dopo, non ho idea di quello che accadrà a me. Ma non mi pento di averlo fatto, e se il dolore non fosse così opprimente starei sorridendo, perché il cappello parlante non ha mai preso una scelta più azzeccata del mettermi in Gryffindor. Lentamente il bianco diventa un po' meno accecante e riesco a mettere a fuoco il volto che ho davanti, anzi, i due volti... una mano mi sostiene la testa, ma non so se sia di Harry o Malfoy, entrambi stanno sporti su di me, parlano, vedo le loro labbra muoversi ma non sento niente... guardo Harry e penso che gli voglio un bene dell'anima, penso che mi dispiace infinitamente non poterlo più vedere crescere, poi, in un ultimo momento di lucidità sposto lo sguardo su Malfoy, i capelli biondi gli ricadono sul viso pallido e spaventato, e non mi ero mai resa conto di quanto belli fossero i suoi occhi... ora in quel grigio scuro leggo il panico. Il suo volto è l'ultima cosa che vedo, il suo nome, pronunciato probabilmente da Harry, è l'ultima cosa che sento, poi nella mia mente cala il buio.
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Next to Me // Dramione
FanfictionDopo la guerra magica niente tornerà come prima, tutti hanno perso qualcosa, alcuni hanno perso tutto. // Ho la bocca asciutta, mi frugo le tasche alla ricerca di parole e coraggio, ma non trovo niente, e sono stanca, stanca di essere sempre un pas...