12. Mai dire mai

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Non ho la minima idea di dove possa essere Jessica, ma devo trovarla.

Giro l'angolo per andare in classe, ma quasi vado addosso a qualcuno di familiare.

Quando alzo lo sguardo mi accorgo che è David... ci mancava solo lui.

-Senti, non ho tempo per il progetto devo andare..- David mi blocca.

Mi rendo conto solo dopo qualche istante che mi sta stringendo un po' troppo forte il braccio.

Mi trascina in una classe, un laboratorio a dire il vero, dove ora non c'è nessuno.

David guarda di soppiatto attaverso la finestrella della porta, come se non dovesse farsi vedere.

-Oh no, questa scena l'ho già vista- esclamo furiosa -E non voglio minimamente sapere cosa tu abbia combinato sta volta- concludo.

-Shh!- dopo un attimo si gira verso di me e continua a parlare -Allora ragazzina, ti devo chiedere un paio di favori-

Lo guardo con insistenza

-Perchè tutti mi dovete parlare? Sembra che mi stiate impedendo di poter chiarire con Jessica, in più Thomas mi deve chiedere qualcosa, ho scoperto che la sorella di "Gwen la miss" è all'ospedale e ora anche tu?! Oh no bello mio, sta volta non mi freghi. Non mi faccio fregare ancora! Non credere che ti darò una mano a fare qualsiasi cosa tu voglia fare, perchè ti dico già che è no!- urlo quasi.

Sospiro e noto che David è rimasto pietrificato.

-Scusami, è che...- massaggio le tempie -..sono stressata.-

-Tranquilla, ti capisco- sussurra lui

Noto solo ora che nei suoi occhi c'è un luccichio che ha un che di inusuale, visto il soggetto della situazione.

-Cosa ti serve?- gli chiedo, facendo finta di non aver notato il brillore nei suoi occhi.

-Ho solo bisogno che tu venga alla festa di questo sabato, ti vengo a prendere io.- mi dice a tono basso.

Mugugno, non voglio andare a delle feste piene di liceali sbronzi da far schifo

-Non lo so, non è nella mia natura andare alle feste- gli rispondo.

-Sì, immaginavo. Infatti ci saranno poche persone, circa una trentina, e sono tutti del nostro anno.- aggiunge.

-E perchè mi inviti a questa festa esclusiva? Ci odiamo a vicenda no?- gli chiedo, notando che David ha una strana aria divertita.

-Beh, il fatto è questo: bisogna andare accalappiati e un sacco di ragazze mi hanno chiesto di andare con loro, quindi..-

Si interrompe, facendo diventare le sue guance rosse

-..Dovrai fingere di essere la mia ragazza- finisce.

-Stai scherzando, vero?- domando incredula.

Dopo un po' di batti becco con il capitano della squadra di Lacrosse, concludiamo che ho ancora un po' di tempo per pensarci.
O meglio, ci penserò tra un po' di tempo.

Mentre cammino sono persa nei miei pensieri, non capisco nemmeno come riesco ad arrivare nell'aula di Inglese senza che qualcuno mi chieda qualcos'altro.

Stranamente, durante la lezione, non è successo nulla. Niente di insolito.

Credo che l'unica gioia di questo giorno sia che la mensa sta proprio di fianco all'aula di inglese.

Entro e subito cerco di individuare Jessica.

È seduta in un tavolo isolato, infondo a tutte le file di tavoli.

-Eccoti finalmente!- dico rivolta a Jessica.

-Ehi! Cosa mi volevi dire sta mattina?- mi domanda

Sospiro e mi siedo di fronte a lei.

-Ascoltami, so che non la prenderai bene, ma io credo che Mattew il tuo ragazzo... forse dovresti lasciarlo. Insomma, ti comanda a bacchetta e ti dice con chi ti devi frequentare e..-

-Lo fa solo per proteggermi.- dice, interrompendo il mio discorso.

-No Jessica, lo fa per averti tutta per sè. Voglio dire, ha il doppio dei tuoi anni... questa faccenda non ti sa nemmeno un po' da pedofilo?- dico con un filo di voce.

Jessica non mi risponde, si limita ad alzarsi di scatto e a dirmi sotto voce "vieni, veloce" trascinandomi in un'altra stanza.

Ha una strana smorfia dipinta nel viso, non so se sia tristezza o rabbia o perplessità.

-Ecco vedi... è che i miei genitori sono separati da circa 2 mesi e sono sempre via per lavoro, qui non avevo amiche prima che arrivassi tu e..- una lacrima le riga il viso dolcemente -..e Mattew è l'unico che mi rimane- conclude.

La stringo forte a me, qualcosa mi dice che questa sarà una luunga discussione.

-Ti va di parlarne un attimo? Volevo sapere se ti ha mai molestata o maltrattata, devi essere sincera Jessica, lasciati aiutare... per una volta pensa a te stessa e non sempre e solo agli altri!- le dico, mentre i nostri corpi lentamente si dividono.

-Beh, a dire il vero quando faccio qualcosa che a lui non va bene, ad esempio stare con te e Thomas, sì, alza le mani. Ma non mi molestrlerebbe mai!- dice asciugandosi il viso.

-Sai come si dice: mai dire mai? Esatto, credo che tu debba denunciarlo all'istante. Si chiama violenza sulle donne!- le dico brusca, voglio farle capire che quella faccia da angelo in realtà non è altro che uno sporco pedofilo.

Ma non so come a dire la verità.

-Io non ti credo, ormai non so più a cosa credere.- dice Jessica dopo un po'

Rimango a fissare un punto impreciso nel vuoto, finchè non mi viene un'idea.

-E se te lo provassi? Con delle prove materiali se vuoi.- propongo

Jessica mi guarda con aria incuriosita, ma accetta la richiesta.

Esco dall'aula, ho bisogno di un aiutino se voglio beccarlo con le mani nel sacco.

Questo vuol dire che devo andare da Thomas...

..merda.

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