- Scusa il ritardo. - Si scusò Theo sedendosi sul sedile del furgone di suo padre.
- La prossima volta raggiungimi dietro la scuola, come ti avevo detto di fare ieri. Mi hai capito? - Tuonó l'uomo con voce profonda. - Non me ne frega un cazzo se vuoi rubare i soldi di una ragazzina, ma l'importante è che non fai perdere tempo a me, chiaro? -
- Sì, è chiaro. - Theo abbassò la testa e tolse il suo cappellino nero, appoggiandolo sul cruscotto.
- E quando fai nel mio furgone le tue porcate, sei pregato di portarti via i resti. - E così dicendo l'uomo gli tirò un reggiseno color blu acceso, che apparteneva alla ragazza che Theo si era scopato... quando?
Se ne scopava così tante... Non ricordava nemmeno di chi fosse quel reggiseno.
- Scusa. Non succederà più. - Si scusò ancora il ragazzo con gli occhi bassi.
- Sarà meglio. - Il padre di Theo sputò sul volante e continuò a guidare indisturbato.
Theo sentiva l'odore di alcool invadere l'aria del furgone, era molto forte. Suo padre era ubriaco. Come sempre.
Il ragazzo scoprì anche una siringa per terra. Suo padre si era anche fatto di droga.
Il cuore di Theo prese a battere forte di paura. Paura per quello che il padre poteva fargli, da ubriaco e drogato.
Succedeva da un paio di anni ormai, da quando l'aveva tirato fuori dal riformatorio.
Non l'avrebbe mai ringraziato abbastanza per averlo fatto uscire, aveva passato momenti terribili là dentro. Certo, fuori ne passava anche di peggiori
- Oggi ho guadagnato ben cinquecento dollari. Grazie a te. - Disse ad un certo punto il padre di Theo.
- A me? - Si stupí il ragazzo.
Poi cominciò a capire
- No, ti prego, no... - Gemette Theo.
Le lacrime minacciavano di uscire. Ma perché non se ne andava da quel mostro di suo padre? Sarebbe partito, e non sarebbe tornato mai più.
- Se non ti rendi utile ti sbatto di nuovo dentro il riformatorio - Aveva ringhiato l'uomo incazzato nero.
Erano arrivati in una stradina, c'era un altra macchina parcheggiata lì. Uscì un altro uomo, era più vecchio del padre, forse sulla cinquantina.
- Eccolo - disse Lorens, così si chiamava il mostro che Theo aveva come padre. - Te l'avevo detto che era bello, e che valeva i cinquecento dollari. -
Il vecchio di fronte a loro sorrise scandalosamente guardando il corpo alto e imponente di Theo, il corpo che aveva stregato tanti occhi. Theo era bellissimo, era moro, con gli occhi verdi e profondi, vestiva sempre di scuro, con giacche in pelle e canotte, jeans strappati e larghi, e perennemente portava gli stivali invece delle solite scarpe da ginnastica che di solito portavano i ragazzi della sua età.
- Li vale eccome, te lo riporto io a casa. - Disse il vecchio leccandosi le labbra rugose e rovinate dal tempo.
Il padre di Theo, che non stava in piedi per la troppa droga che aveva assunto, spedì la sua creatura tra le morbose braccia di quel vecchio, che lo portò nella sua auto, e lì Theo dovette subire.
Ciò che troppo spesso subiva, ma senza suo padre, dove sarebbe andato a vivere?
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Sorry
Short StorySi può davvero perdonare una persona che non fa altro che umiliarti? ATTENZIONE: Presenza di violenza e linguaggio per adulti, se non vi piace, non leggete. Sconsiglio la lettura di questa brevissima storia ai minori di 12 anni. La consiglio vivamen...