Capitolo 6

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Theo si era perso nei suoi ricordi, e ciò diede tempo a Lola di sgattaiolare lontano da quel bastardo senza cuore.

Si girò a guardare Theo e lo scoprì circondato dalle solite troiette che gli sbavavano dietro; ma perché gli andavano dietro?

Theo era bellissimo. Così alto, i suoi occhi erano la fine del mondo. Erano la fine del mondo anche quando Lola si sentiva scrutata come una bestia da uccidere, da mandare al macello. Erano comunque bellissimi e magnetici.

Theo scacciò in malo modo ognuna di loro, tranne una, che trascinò con se dentro il bagno dei maschi; non uscirono per un po, nonostante le lezioni erano già cominciate.

Lola sapeva che cosa stavano facendo, ma non ci pensava. Non riusciva a immaginare Theo mentre faceva sesso con dolcezza con una ragazza; Lola se lo immaginava peggio di un animale, peggio di un mostro.

E così Theo voleva apparire agli occhi di tutti, voleva nascondere ogni brandello di debolezza che poteva trapelare dai suoi modi di fare.

La ragazza con cui stava facendo sesso chiuso in uno dei bagni dei maschi gli mise una mano sulla schiena per aggrapparsi meglio a lui. Fu come se mille schegge lo travolgessero, il dolore lo attraversò, bloccando il piacere. Lasciò cadere la ragazza sul pavimento sporco del bagno e uscii, dopo essersi rivestito

- Ma si può sapere che cazzo fai?? - La ragazza, di cui non conosceva nemmeno il nome, cercava di coprirsi con la mano le forme del corpo.

- Vaffanculo. - Sibiló a labbra strette Theo, andando in classe. Era stufo di andare a scuola, non ci voleva più andare. Ma se avesse smesso... Non voleva passare l'intera giornata con il padre, che non faceva un cazzo dalla mattina alla sera, per quanto ne sapeva Theo si arricchiva spacciando droga... e sfruttando in ogni maniera possibile il suo unico figlio.

Spesso Theo se lo chiedeva. Quale padre farebbe una cosa del genere al proprio figlio?

Un mostro. Era l'unica risposta possibile.

Suo padre era un autentico mostro.

Theo sentì dei sensi di colpa; verso Lola. Per colpa sua si era tagliata i polsi, per colpa sua... Non voleva essere come suo padre.

****

- Lola. - Mormorò a voce bassa sedendosi accanto a lei a pranzo.

- Lasciami stare. - Disse lei scostandosi lontano dal suo bullo.

- Scusa. - Sussurrò Theo.

Lola si bloccò sul posto. Il panino le cadde di mano.

- Non prendermi in giro. - Le lacrime sgorgavano dalle guance di Lola.

- Scusami davvero Lola... - Theo prese la mano di quella che di solito era la sua vittima preferita da insultare - mi dispiace per quello che ti ho fatto. -

- non capisco - si incaponí Lola. - Perché ti scusi con me così di punto in bianco? - Le lacrime di Lola continuavano a scendere ininterrottamente

Theo tirò su la manica della sua felpa.

- Per colpa mia... - Alludeva ai tagli sui polsi di Lola. - Scusa. - Questa volta anche dagli occhi di Theo scendevano lacrime sincere di dolore e di scuse.

Lola si ammorbidì di colpo. Theo si era scusato con lei; ma perché così di punto in bianco? Ancora non capiva...

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