Capitolo 1

124 14 5
                                    

7 ottobre 1993

Sono tra le braccia di mia madre, sono nata alle 14:30 del pomeriggio e ora sono le 16:00.
Mio padre non è ancora arrivato, peccato che non arriverà mai.
Mio padre è morto mentre veniva in ospedale, è morto alle 14:30 appena sono nata io.
È andato fuori strada con la sua macchina schiantandosi giù in un burrone, aveva 21 anni a novembre ne avrebbe fatti 22.
Mia madre ha 16 anni, io sono nata da una coppia di due innamorati ubriachi che non hanno usato il preservativo.
Nonostante non fossi nata intenzionalmente mia madre ha deciso di tenermi con se, almeno ci ha provato.

4 novembre 1995

Ho 2 anni, mia madre ha trovato un altro uomo e ora ha 18 anni.
Se n'è andata di casa, mi ha lasciata con nonna, mi ha detto che sarebbe tornata.
Il suo compagno è violento, la picchia e io ho anche assistito ad una delle loro liti.
Mi ha lasciato dai nonni perché vuole che io sia al sicuro.
Dopo alcuni mesi torna a casa con quattro biglietti, mi prepara uno zainetto con cose essenziali e qualche vestito.
Partiamo di corsa, andiamo a Los Angeles.
Appena arrivati andiamo in un edificio pieno di bambini, ha un grande giardino con l'erba rovinata e l'edificio è molto cupo però i bambini giocano felici.
Appena entrati mia mamma inizia a parlare inglese, io essendo piccola non capisco niente.
Ad un certo punto si abbassa alla mia altezza con gli occhi pieni di lacrime.
Ha molti lividi in viso e uno dei suoi occhi è nero.
Alexa:"Amore mio, tu adesso starai qui...io e te non ci vedremo per molto tempo perché io ora devo andare"
Amber:"Perché mami?"
Alexa:"Perché Jonathan è violento e voglio che tu stia lontana da lui...ma, ti prometto che tornerò da te e farò tutto il possibile almeno che la morte non mi venga incontro. Tu da oggi in poi ti chiami Amber Alexa e il cognome lo prenderai dalla famiglia che ti adotterà perché qualcuno molto presto ti tratterà come una figlia e ti darà tutto quello che io non posso darti. Prendi questo pupazzo per ricordarti di  me, era mio quando ero piccola come te. Ti voglio bene amore mio"
Mia madre mi da un pupazzo molto vecchio e rovinato ma per me non ha importanza, mi ricorda mamma e mi basta.
Amber:"Ti voglio bene anche io mami"

Scruto gli occhi verde smeraldo di mia madre per un'ultima volta e l'abbraccio, lei inizia a piangere mentre io la consolo e rimango calma solo perché sono troppo piccola per capire la gravità della situazione.
Una ragazza si presentò a me parlandomi italiano con un leggero accento americano.
Elisabeth:"Ciao Amber, dammi la manina così ti accompagno nella tua camera"
Io accenno un si con un leggero movimento del capo per poi darle la mano e seguirla dentro una stanza con quattro letti a castello.
È molto buia e ha un soffitto in legno molto basso, la mia vecchia camera era piccola ma questa è la metà di quella a casa mia.
Elisabeth:"Allora piccolina, tu dormirai sull'ultimo letto a castello sul letto di sotto, ogni volta che hai bisogno di qualcosa o qualcuno mi trovi nella camera qui affianco a sinistra e da oggi in poi sarò io ad insegnarti a parlare inglese."
Mi sorride e io ricambio timidamente con la testa bassa.
Ha dei lunghi capelli biondi e lisci, è molto alta e secca con due occhi azzurri e due labbra sottili.
È davvero molto dolce e gentile, credo che sarà la persona a me più cara da oggi in poi.

15 aprile 1996

Oggi ,ha detto Elisabeth, che verrà una persona che ama molto i bambini, si chiama Michael Jackson.
Elisabeth mi aiuta a mettere un piccolo vestito rosa carne e mi scioglie i capelli cercando di renderli gestibili.
La mia pelle scura risalta con quel vestito rosa.
Ormai parlo molto bene l'inglese però ho sempre paura di scordarmi l'italiano.
Quando suona il campanello Elizabeth scende giù ad aprire e io la seguo dopo aver preso il pupazzo di pezza che mi aveva dato mamma.
Appena arrivo giù vedo tutte le mie compagne di stanza e altri bambini saltare per l'arrivo di quell'uomo dal sorriso smagliante.
Io sono sempre stata molto piccola e minuta quindi cerco sempre di non buttarmi tra i miei compagni perché potrebbero farmi male per sbaglio.
Quell'uomo è alto e slanciato e saluta tutti i bambini che ha davanti, appena mi vede si ferma guardandomi attentamente.
Si abbassa alla mia altezza e mi sorride.
Michael:"Ciao piccolina, come ti chiami?"
Amber:"Io sono Amber e lui è Teddy"
Michael:"Piacere Amber io sono Michael e ciao anche a te Teddy"
Michael accarezza i miei capelli ribelli e da la mano a Teddy.
Michael:"Sai anche io da piccolo avevo i capelli così solo che essendo corti avevano la forma di una palla gigante"
Arrossisco molto e gli sorrido dolcemente e lui ricambia.
Michael:"Teddy è felice di conoscermi?"
Amber:"Si è molto felice di conoscerla"
Michael:"Oh piccola non darmi del 'lei', chiamami Mike"
Io accenno un si muovendo leggermente la testa, e lui sorride per poi alzarsi e andare parlare con Elisabeth.

Man In The Mirror [Michael Jackson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora