Parte 2

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"Per vivere con onore bisogna struggersi, turbarsi, battersi, sbagliare, ricominciare da capo e buttare via tutto, e di nuovo ricominciare e lottare e perdere eternamente. La calma è la vigliaccheria dell'anima." 

- Lev Tolstoj

"Ti ricordi... Tutto?", la voce della ragazza lo accarezza dolcemente. "Un po'... Si, mi ricordo tanto", dice Tae, arrendendosi alla fine, e mordendosi il labbro. La ragazza a questo punto poggia la mano sulla spalla dell'amico, che la guarda con lo sguardo pieno di dolore, "Perché non mi hai lasciato andare, perché anche tu mi hai salvato...". A questo punto una consapevolezza sconvolge Stefania, anche se volendo, avrebbe potuto capirlo. "Quante volte", gli chiede solo questo, mentre con lo sguardo fermo e la bocca serrata aspetta una risposta. Lui non vorrebbe risponderle, ma in effetti il fatto che lei fosse lì solo per sentirlo parlare, gli aveva creato dentro una voglia di sfogarsi, di dire, di raccontare qualcosa che è rimasto dentro di lui per troppo tempo. "Ho... Ho perso il conto. Ho provato a non mangiare, ma ho fallito perché si vedeva troppo il fatto che calavo di peso. Ho provato ad annegarmi, ma non ci riuscivo. Perché ogni volta pensavo a mia madre, a mio padre, ai loro volti... Ogni voltami ritrovavo a fermarmi, per non coraggio probabilmente, ma dopo quello che sta succedendo in queste settimane, non so. Ho trovato il metodo migliore, mi avrebbe permesso di non soffrire, semplicemente di addormentarmi, e andarmene.", dice il ragazzo, sollevando la manica e accarezzandosi ogni segno rosso presente in contrasto con il bianco della pelle, e salendo verso l'alto progressivamente, per poi respirare profondamente e aggiungere: "Ormai è da tre mesi che continuavo a rimandare, ma solo oggi avevo trovato il coraggio che mi mancava, mi ero deciso. Poi sei arrivata tu...", le dice,guardandola. Lei avvolge il braccio attorno a quello del ragazzo che ha più vicino a lei. "Non ti sei mai voluto confidare nemmeno con me...", gli risponde la ragazza, "... Avevi paura che ti facessi cambiare idea?". Tae mentre sente le parole ditegli, sa già, che la ragazza ha ragione. Sapeva che se le avesse detto qualcosa di tutto quello che si trovava nella sua testa, lei si sarebbe battuta, come in queste ore, solo per convincerlo a vivere, a non mollare. E ci sarebbe riuscita, è sempre stata brava a convincerlo da bambina a non fare cose pericolose, o buttarsi in avventure. Ma stavolta non avrebbe ceduto, si era già posto una domanda sostanziale: vale la pena andare avanti a vivere così? E la risposta era no, anche se, pure per lui, saper di lasciare tante persone dietro, era doloroso. Ma ormai, non gli importava più. "Si, può darsi... Ma ora, sono davvero stanco", le dice solo questo il ragazzo, appoggiando la testa al mobile e chiudendo volontariamente gli occhi. 

Non gli dispiacerebbe morire così: calmo, senza paura, in casa sua, con la sua migliore amica a tenergli la mano. Si, è un bel modo di morire, ma la ragazza di sicuro non la pensa allo stesso modo. Infatti appena lui si rilassa, la sente che si stringe di più, e con un tono di puro dolore, che lui non le aveva mai sentito, gli dice semplicemente: "Non posso lasciarti. Dammi dell'egoista, ma io non riesco a lasciarti andare", prima che lui senta ancora le lacrime della ragazza, finire il loro percorso, assorbite dal tessuto pesante che il ragazzo porta. Ma quello che gli fa aprire gli occhi è un colpo fortissimo che si abbatte poco sopra la sua testa.Spaventato spalanca gli occhi e si volta, quasi scattando, verso il volto di lei, che è totalmente nascosto nella sua spalla, non può vedere la sua bocca digrignata, i denti stretti, mentre le lacrime continuano ad affacciarsi senza sosta. Non può vedere, ma può sentire la sua mano affusolata, che si stringe attorno al braccio,come se fosse l'unico appiglio al quale si potesse aggrappare. Ma può vedere l'altra mano della ragazza, stretta a pugno, appoggiata al mobile, sopra la sua testa, dove aveva schiantato il colpo poco prima. Percepiva la rabbia che scorreva nelle vene dell'amica, ma sentiva anche la tristezza. "Ste-ah, lasciami andare...", le ripete ancora lui, alzando la mano, per poi posarla sulla guancia dell'amica, asciugandole qualche lacrima col pollice, prima di sentire una gocciolina cadergli in fronte. Alza lo sguardo per trovarsi davanti, la mano di lei, insanguinata, i cerotti che le aveva messo, che si staccano piano, a causa del sangue liquido. A lei non importava, la quantità di sangue che le esce dalla mano è stupida in confronto a quello che ha perso lui, e di sicuro la sua ferita non ha bisogno di tutta la cura che ha riservato a Tae.

Aspetta ancora un altro po' |Kim Taehyung BTS FF|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora