08. only human

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Peter ingurgita l'ennesimo cucchiaio di cereali, deglutendo quasi senza masticare, passando subito alla boccata dopo.

Io lo osservo, stringendo la mia ciotola, ancora intoccata, trattenendo a stento un sorrisetto.

"Hai fame, vedo," commento, dopo alcuni istanti, attirando finalmente la sua attenzione.

Deglutisce, imbarazzato, posando la ciotola sul comodino e pulendosi la bocca con il dorso della mano, cercando di ricomporsi. "Scusa, non mangiavo da ieri mattina."

"Succede questo quando decidi di scappare a stomaco vuoto," lo prendo in giro, facendolo sorridere.

"Per fortuna, sono tornato."

Lui sembra rilassato, almeno in apparenza, mentre si sistema i capelli spettinati e sporchi di polvere, così come i suoi vestiti.

Non riesco a credere che sia di nuovo qui, che abbia deciso di restare, nonostante la memoria ritrovata.

Ma non penso nemmeno lo stia facendo solo per impedire a Carter di fare altri danni, comunque.

"Quindi, tu saresti una specie di giustiziere della notte?" Chiedo, incrociando le gambe al petto, continuando a fissarlo, quasi impressionata.

Ciò che ha fatto con Carter, qualche ora fa, è stato incredibile: sicuramente, non un qualcosa che molti altri saprebbero fare.

Se pur, nonostante tutto, vedere quelle ragnatele mi faccia venire la nausea.

"Diciamo che fingo di esserlo, ottenendo qualche piccolo risultato ogni tanto," ribatte, facendo un piccolo sorriso. "Circa un anno fa, durante una visita scolastica in uno studio di ricerca, un ragno radioattivo mi ha punto, donandomi dei...poteri. Le ragnatele le creo io, rubando i materiali a scuola, ma per il resto dipende tutto da questo, e dalla tuta del signor Stark."

"Il signor Stark?" Chiedo, confusa. "Chi dovrebbe essere?"

Peter alza un sopracciglio, sorpreso da questa mia domanda. "Non conosci il signor Stark? O Iron Man?"

Scuoto le spalle. "Non ho un cellulare, connessione internet o un televisore: come pensi che possa saperne di super eroi americani?"

"Beh, anche questo è vero," ribatte, capendo. "Comunque, il signor Stark è ciò che vorrei essere io, un giorno. Coraggioso, intelligente, forte...rispettato da tutti."

"Non ti senti rispettato? Tipo, bullismo fra super eroi?"

In realtà, questa conversazione mi sembra totalmente surreale, ma, finché non mi ci soffermo troppo, potrei quasi accettarla.

Alla fine, Peter è semplicemente un ragazzo con dei super poteri: che ci sarà di tanto strano?

"Diciamo che essere il più piccolo non aiuta," conclude, tirando le labbra in un sorriso arido, che subito scompare. "Al momento, però, mi chiedo se anche gli altri siano riusciti a tornare."

Corruga la fronte, quasi stesse pensando, mentre i suoi occhi scuri restano fissi sulle sue mani intrecciate, segnate da leggeri tagli.

Chissà quanto dolore deve aver provato, quanta sofferenza, prima di questo momento, prima di ritrovarsi qui, completamente solo.

Un super eroe potrà avere la gloria, e le persone che chiamano il suo nome, ma ha anche il dolore, e quello non è facile da dimenticare.

"Quando mio padre ti ha portato qui, hai detto che pensavi di essere morto," ricordo, cercando di capire. "Dicevi sul serio?"

Peter annuisce, serio. "Prima che, improvvisamente, mi ritrovassi qui, Thanos, un titano con evidenti problemi mentali, ha rubato cinque gemme, che, se usate insieme, hanno la capacità di dimezzare la popolazione di un intero mondo. Io facevo parte di quella metà, così come molti altri."

The lost hero || spider manDove le storie prendono vita. Scoprilo ora