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i think i'm in love with you
it's still difficult for me
to accept all this
i'm still afraid and you know it

Inutile dire che Enrico lo stava ospitando stabilmente, Bebo dopo aver saputo tutto quello che era accaduto si era categoricamente rifiutato di stare con lui ancora, e Lodo passava le sue giornate a vagare sperduto per Bologna, guardando le fronde degli alberi e ascoltando musica ventiquattro ore su ventiquattro, come sempre quando era triste, l'unico modo che conosceva era quello in poche parole.

Bologna era sempre stato l'unico posto in cui riusciva a rilassarsi a pieno, nonostante la classica frenesia della città, e in quel momento aveva seriamente bisogno di stare un po' per conto suo, senza tentare di dimenticare tutto scopando chi capita per strada e senza tentare di far capire ad Alberto che ha sbagliato, che tutto è andato male e che di certo poteva fare le cose meglio.
Però una cosa la vuole fare, perché non è un mostro come tutti ormai credono e crede fortemente nel perdono, o almeno ammettere i propri errori davanti alle persone, così invece che dirigersi verso l'ennesima via sconosciuta gira verso la casa di Checco, magari fargli capire che davvero non intendeva ferire nessuno con i suoi gesti, magari farglielo riferire ad Alberto, dato che è piuttosto sicuro che non lo voglia vedere nemmeno in fotografia.

Arriva davanti al complesso di case e trova il cancelletto aperto, così entra e cerca l'interno che risponda al cognome 'Draicchio', trovandolo al quarto piano, scala C, mette il dito sul campanello, si toglie le cuffiette e preme il pulsante bianco una volta, aspettando una risposta.
Ci vuole un po' prima che da dietro la porta si sente cigolio di chiavi che si aprono ma colui che gli si para davanti non è Checco, ma è Alberto stesso, che con uno sguardo a metà tra il panico e lo schifo, prima che Lodo possa dire anche solo una sillaba gli sbatte la porta in faccia, lasciandolo davanti alla porta come un coglione.
Sta quasi per andarsene tornando a casa sconfitto quando la porta dietro di lui si riapre, e a Lodo si illumina lo sguardo mentre si gira verso la porta sorridendo appena, magari voleva sul serio parlare, ma l'unica cosa che riceve da Checco è un pugno direttamente sopra l'occhio sinistro, e poi un altro e un altro fino ad arrivare a sei, che lo fanno barcollare un attimo, prima di decidere che è davvero ora di tornare a casa.

Cammina per le strade di Bologna cercando di evitare gli sguardi della gente, considerato che ha un occhio completamente gonfio, uno zigomo spaccato, gli esce sangue dal naso e barcolla sulle sue stesse gambe, deve arrivare a casa il più in fretta possibile, anche se ora è appena fuori dal cancelletto di casa di Checco e gli sembrano passati dieci chilometri, togliendo le scale che sono un concetto a parte.
Ha tirato fuori un fazzoletto dalla tasca dei pantaloni cachi e ora se lo preme forte sul naso, cercando di non morire dissanguato per la strada, ha tutta la faccia che gli pulsa e si sente morire quando sente dei passi un po' più veloci dietro di lui

"ehi aspetta"
Lodo non vuole girarsi, sa perfettamente di chi è quella voce, e non vuole assolutamente donargli l'ennesima sofferenza.
Una mano gli si posa sulla spalla mentre una figura gli si affianca al suo stesso passo, con un po' di fiatone
"seriamente, fermati"
si ferma sul serio e lo guarda in viso, per quanto concessogli ovviamente
"scusa per Francesco, lui non- non voleva, credo"
a Lodo scappa una risatina dal lato della bocca, che sembra urlare tu menti, io me lo meritavo ma Alberto sembra non capirlo, continua a parlare cercando di sostenere il suo sguardo senza distoglierlo nemmeno per un secondo.
"seriamente, ti sanguina il naso -Dio- Lodo ancora un po' non ci vedi da un occhio"
è la prima volta che sente il suo nome pronunciato da lui, suona bene, suona un po' strano, però suona bene.
Assume un'espressione che sembrava dire e quindi? sul serio mi vuoi aiutare? che pure questa volta l'altro non capisce e continua ancora il discorso che forse si era preparato mentre lo rincorreva
"vieni da me, ti do del ghiaccio"
solo a quel punto Lodo apre bocca
"e il tuo amichetto?"
ok forse è stato un po' troppo acido, però dai ci sta
"chi, Francesco? No, lui mica vive con me, non ci riuscirei"
mentre pronuncia queste parole Alberto ride, e Lodo non crede di aver mai sentito un suono più puro della sua risata e cazzo ripigliati.
"allora? vieni?"
alla fine aveva acconsentito.
quanto mai.

canzone contro la pauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora