inutile dire che la situazione era degenerata di lì a poco.
Lodo aveva iniziato a cantare versi sconnessi di canzoni senza senso, Checco teneva il tempo percuotendo la pelle del divano, Enrico aveva la testa appoggiata sulla spalla di Mimì mentre accennavano entrambi accordi a caso, ogni tanto si baciavano e partiva uno schiamazzo generale, Albi era tranquillissimo, Lodo stava mezzo ubriaco e non avrebbe mai notato quello che faceva lui, anche se non è affatto vero.
Solo che la serenità di Albi viene spezzata di lì a poco, quando Lodo inizia a cantare una vecchia canzone di Luca Carboni, e a quel punto Albi decide di guardare il biondo finalmente negli occhi, soffiando un 'che canzone banale' detto sottovoce, ma che arriva chiaramente alle orecchie tese di Lodo, che subito guarda prima Enrico, poi Mimì e infine Checco, mentre inizia a cantare le prime strofe che la mente di Albi conosce bene, sono versi familiari, ricordi di pomeriggio d'estate, libri vecchi e bicchieri di succo di pera, parole di conforto da parte di amici, e tanto tanto dolore che adesso, proprio adesso, sta risalendo a galla, proprio ora che se ne doveva stare infondo al suo cuore.E un' altra volta è notte e suono,
non so nemmeno io per che motivo, forse perché son vivo
e voglio in questo modo dire "sono"
o forse perché è un modo pure questo per non andare a letto
o forse perché ancora c'è da bere
e mi riempio il bicchiere.lacrime che riaffiorano
E l' eco si è smorzato appena
delle risate fatte con gli amici, dei brindisi felici
in cui ciascuno chiude la sua pena,
in cui ciascuno non è come adesso da solo con sé stesso
a dir "Dove ho mancato, dov'è stato?",
a dir "Dove ho sbagliato?"Alberto vorrebbe picchiare tutti mentre appoggia le dita sulle corde del basso e cerca di mantenere un respiro regolare, ma proprio sulle uniche parole che una persona dovrebbe sentire con sè stesso e basta, Lodo lo guarda fisso, in attesa di una reazione, che non tarda ad arrivare.
Si alza di scatto, per poco non rischia di spezzare la paletta del basso, con i pugni chiusi e la testa bassa si fionda in cucina, interrompendo tutta la melodia che si era creata, spezzando la magia, e Lodo non esita a dirigersi con sguardo sospettoso verso l'altro ragazzo, forse un po' si sente in colpa, ma non troppo.
Socchiude la porta e infila la testa nella fessura, nella stanza vede il moro con gli avambracci appoggiati sul tavolino di vetro e la testa tra essi, mentre nell'aria si levano sottili sospiri di chi piange in silenzio per non attirare l'attenzione.
'ehi'
Albi vorrebbe alzare il dito medio ma sta tremando troppo per poterlo fare, così non appena sente il tocco leggero del biondo sopra la sua schiena, si rilassa, e riesce pure a guardarlo negli occhi, nonostante stia contraddicendo tutto sè stesso con quei gesti.
Gli occhi del più basso non sembrano però essere di scherno, ma sono inteneriti, quasi felici, mentre un sorrisino si leva su un lato della bocca.
'ehi'
una mano nei capelli a completare tutta questa situazione di merda, Alberto e il suo rinomato autocontrollo cedono, gli si butta tra le braccia e inizia a singhiozzare rumorosamente, posando la guancia sulla sua spalla, profuma di giglio ed è morbida, si da pure del coglione da solo, in effetti non lo conosce e gli sta piangendo addosso come un perfetto coglione, mentre tutti nell'altra stanza staranno facendo commenti sulla situazione così ambigua, mentre il biondo non sa che cosa fare, rimane immobile in silenzio, aspettando che si calmi, o che faccia qualsiasi altra cosa che non sia farlo sentire in colpa.
Nella testa di Alberto una frittata di emozioni terribili, confusione e stranezza, odore di lacrime e tristezza, gambe deboli, decide di staccarsi da quel luogo così accogliente, correre barcollando per il lungo corridoio, appoggiarsi ai muri, agli stipiti, guardare negli occhi tutti quelli nella sala, vergognarsi e correre giù per le scale nella speranza di trovare un soffio d'aria, un po' di pace.
Sente i passi di Lodo dietro di lui, corre di più, si fionda nelle strade di mezzanotte, i passi vengono sostituiti da una voce, che non ricollega a una testa bionda, ma a Checco, che lo ha rincorso e ha scansato Lodo sul portone con un grugnito scazzato, mentre adesso corre di più per avvicinarsi all'amico, farlo girare e abbracciarlo come solo lui sa fare, ora va un po' meglio per entrambi;al piano di sopra Lodo riceve una girata davvero madornale da Mimì, che se lo avessero filmato sarebbe diventato virale, con tanto di insulti, mani che minacciavano di alzarsi, e tante lacrime, perché Mimì ad Albi tiene tanto quanto tiene a lui, e una bastardata del genere nessuno se la meriterebbe, e Enrico, che è ancora seduto per terra, ogni tanto da ragione alla sua ragazza, ma per il resto rimane in silenzio, infondo è arrabbiato tanto quanto Michelle, e di sicuro non vuole rischiare di alzare le mani su un suo caro amico.
se qualcuno di loro si fosse affacciato dalla finestra della sala avrebbe assistito a Checco e ad Albi accasciati su un marciapiede ancora caldo a fumare, mentre il più alto sta con la testa sulla spalla dell'amico, si passano la sigaretta facendo un tiro per uno, mentre Alberto ha gli occhi rossi, le sue occhiaie sono più profonde di prima e si sente le gambe di gelatina, come se avesse corso una maratona o chissà cosa, che poi Albi manco fuma;la mattina dopo gli brucia la gola, si vede proprio che è un debole e non fuma mai, non riesce a tenere gli occhi aperti e quando si gira dall'altra parte del letto ci trova Checco, con una coperta viola stesa male sulle gambe, mentre un braccio gli penzola giù e russa leggermente, sul volto ha dipinta un'espressione serena, forse perché alla fine ieri sera è riuscito a tranquillizzarlo, o forse perché di fianco a lui si è sempre sentito protetto, un giorno glielo aveva detto, o magari entrambe le cose.
decide di non svegliarlo, infondo ha fatto tanto per lui, se lo merita.
mentre ingurgita la sua tazzina di caffè più abbondante del solito, si prepara ad affrontare tutte le facce dei presenti la sera prima: deve assolutamente recuperare il basso che ha abbandonato a casa di Enrico, ma di lui non si preoccupa, infondo ne ha passate e viste di peggiori, che vuoi che sia una piccolissima crisi di nervi, di pianto, esistenziale, no ok, forse potrebbe volergli chiedere come mai, che è successo, cosa lo turba, oppure magari starà zitto come fa di solito quando non sa cosa dire.
si mette una canottiera, si scompiglia i capelli, prende le chiavi e esce di casa, cercando di camuffare le sue occhiaie con degli occhiali da sole, si morde il labbro inferiore sperando di non incontrare nessuno per strada, e si preme una mano sul braccio destro a coprire il livido violaceo che si è procurato il giorno prima sbattendo contro i muri della casa.
sa perfettamente dove Enrico tiene le chiavi, così sbatte lo sportello della cassetta della posta e apre il portone, trovandosi davanti a una casa completamente silenziosa.
Enrico e Mimì sono in camera a dormire, il primo con la mano destra intrecciata nella destra della ragazza, mentre l'ultima ha la testa piegata a sinistra sulla sua spalla, quando entrambi si sono addormentati con una canzone degli skiantos nelle cuffie condivise.
Alberto ci pensa mentre cammina in punta di piedi in quell'appartamento, ci pensa a come sarebbe bello se avesse anche lui una persona così, con cui condividere un bene così grande, con cui passare momenti così magici, solo che lui non ha nessuno, tranne un'insensata cotta per un biondo stronzo, a cui forse manco interesserà mai.
Si guarda intorno alla ricerca della custodia con il basso dentro, pensa sia in cucina, magari Enrico l'ha sistemato ieri sera, però non c'è, e non sa davvero dove potrebbe essere, e al momento ha bisogno di quel cazzo di strumento a corde, se non si sfoga in tempi brevi pensa potrebbe buttare Lodo o chi per lui nella fontana della Montagnola e annegarlo.
Non lo trova e inizia a innervosirsi, decide così di andare in sala, dove forse non sarebbe dovuto andare, ecco tutto.
Si ritrova davanti una scena che non pensava potesse pesargli così tanto sullo stomaco, vede Lodo, e già questo poteva non essere troppo piacevole, sdraiato in modo scomposto sul divano di pelle bordeaux, con una mano sotto la guancia destra, che probabilmente lascerà un segno rosso, ha un'espressione disturbata, una smorfia che distrugge l'armonia angelica del suo viso pallido.
Riesce a vedere due segni scuri sotto gli occhi, aloni rossi tutto attorno, come se avesse pianto tutta la notte e si fosse morso il labbro inferiore talmente forte da farlo sanguinare, e si sente terribilmente in colpa, anche se davanti a quell'immagine un po' si intenerisce, si mette le mani nei capelli per cercare di capire cosa fare, magari mettergli una coperta, o rimanere lì a guardarlo ancora per un po', ha visto il basso lì a lato, ma non ci fa più troppo caso, infondo davanti a lui c'è la sua attuale 'crush', se così si può dire, forse è troppo vecchio per questi termini.Francesco Guccini - canzone di notte n 2
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canzone contro la paura
Fanficma non ti sembra un miracolo che in mezzo a questo dolore e in tutto questo rumore a volte basta una canzone anche una stupida canzone solo una stupida canzone a ricordarti chi sei