The Park One

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"Ho conosciuto uno" annuncio, d'improvviso, alla mia amica. Siamo stese sul letto a non far niente da ormai troppo per il caldo afoso che c'è fuori dalla finestra.

"E non mi dici niente?" mi chiede un po' stupita dalla cosa. Non mi capita spesso di conoscere persone nuove, soprattutto se sono ragazzi. In qualche modo ho sempre paura di poter fare qualcosa di sbagliato, quindi evito la cosa e basta. Scrollo le spalle, senza darle una vera risposta. "E com'è successo?".

Le racconto tutto: di come uscendo con un mio amico, lo avessi incontrato, scoprendo che si conoscevano; di come lui fosse stato tanto gentile, sempre sorridente, una rarità, credo in questi giorni; di come mi abbia chiesto il numero per poterci sentire e conoscerci meglio e di come salutandomi mi abbia dato un veloce bacio sulla guancia che mi aveva fatta sorridere. Era bello. Moro, capelli corti, occhi azzurri e un velo di barba di gli contornava il viso in modo perfetto. Alto, muscoloso, ma non troppo. E il suo sorriso era stupendo, così solare. Non capita spesso di vederne.

Carlotta ascolta attentamente tutto il mio racconto, con un sorriso che le va da un orecchio all'altro.

"Allora- sospira ridacchiando -hai intenzione di uscirci?"

"Io... credo di sì" annuisco ridacchiando per l'espressione della mia amica. È raro che io accetti di uscire con qualcuno, quindi deve essere davvero scioccata.

**

"Mi sono divertito molto oggi" dice davanti alla porta di casa mia. Questo pomeriggio abbiamo fatto un giro per la città, fermandoci a prendere un gelato che tassativamente doveva pagare lui. Così mi aveva detto. Dopo aver cercato di convincerlo che avrei potuto pagare io per almeno cinque minuti, mi arresi e gli lasciai pagare anche il mio gelato per la sua gioia. Anche per la mia. Molti ragazzi piuttosto che pagare per entrambi, non escono, perciò mi aveva stupita questo suo gesto.

"Anche io- gli sorrido -allora vado" faccio per aprire la porta ma mi blocca prendendomi per l'avambraccio. Si avvicina e io non so cosa fare. Non voglio baciarlo così presto, insomma l'ho appena conosciuto. Neanche so se davvero mi potrebbe piacere e se potrebbe essere solo un amico.

Scopro che tutte le mie paranoie sono insensate quando mi lascia un semplice bacio sulla guancia, soffermandosi forse più del normale. Gli sorrido quando si stacca e noto un piccolo sorriso crescere sulle sue labbra.

"Ci sentiamo" si allontana quasi sussurrando un semplice ciao. Rimango a guardarlo per qualche secondo per poi girarmi e rientrare in casa.

**

Marco, è così che si chiama, per la nostra quarta uscita mi ha invitata ad una semplice festa al parco, in cui c'è una piccola casa a disposizione di chiunque ne abbia bisogno. Per andarci ho indossato una gonna di jeans e una canottiera blu e bianca, con ai piedi delle semplici scarpe bianche. Mi ha detto di non vestirmi elegante perché non ce ne sarebbe stato bisogno.

Alle quattro e mezza mi viene a prendere, come stabilito. Quando suona alla porta di casa, corro giù dalle scale per andargli ad aprire prima che ci vada qualcun altro che potrebbe metterlo in imbarazzo, come i miei genitori, o peggio ancora mia sorella.

"Ehi- mi saluta con un bacio sulla guancia. Non ci siamo ancora baciati perché ha preferito aspettare per non forzarmi e per questo lo apprezzo ancora di più -come stai"

"Tutto molto bene, grazie" gli sorrido mentre iniziamo a camminare verso il parco. Mi mette un braccio intorno alle spalle per tenermi più vicina e, quando alzo lo sguardo sul suo viso, penso al fatto che effettivamente mi trovo molto bene con lui. Mi piace come mi fa sentire quando siamo insieme, nonostante non lo siamo stati tanto. Mi fa ridere e mi tratta bene. E questo per me è fondamentale in una relazione. Anche il rispetto, che lui non manca ad avere nei miei confronti.

Ci avviamo verso il parco parlando del più e del meno. Mi racconta di come sua madre una volta abbia provato a fare una torta e facendola assaggiare a suo padre gli abbia provocato mal di stomaco per quattro giorni. Inutile dire che sia scoppiata dal ridere seguita subito da lui.

Quando arriviamo al parco mi presenta un po' di gente e, finito il giro di saluti, mi porta all'interno della casetta, per farmela vedere.

"Vieni- mi prende per un polso per portarmi dentro ad una stanza, che dev'essere usata per riporre cose che altrimenti non saprebbero dove mettere data la grande quantità di scatoloni. Al centro c'è un tavolo rettangolare lungo con qualche sedia al suo lato -sediamoci qui"

E così si siede sul tavolo, seguito subito dopo da me. Mi guarda sorridendo, partendo dagli occhi e scendendo fino a guardare le mie labbra. Ridacchio per il piccolo imbarazzo, diventando leggermente rossa in viso.

"Che c'è?" gli chiedo ancora ridacchiando.

"Niente- scuote la testa -è solo che... sei così bella. Quando sorridi sei ancora più bella; e mi fai ridere così tanto. Sto bene con te"

Le sue parole mi fanno allargare il sorriso ancora di più. Adoro il modo in cui sia così aperto, non serve tirargli le parole fuori di bocca o crogiolarsi per settimane e settimane senza capire se gli piaci o no e se ti richiamerà oppure no. È semplice e per questo mi piace. Scende dal tavolo per posizionarsi davanti a me.

"Anche io sto tanto bene con te e mi piacerebbe vederti più spesso" gli dico diventando di nuovo tutta rossa. Non sono abituata a dire certe cose ad un ragazzo, ma queste parole mi vengono davvero spontanee.

Improvvisamente diventa serio mentre mi guarda. Rimango confusa per un attimo a questo suo repentino cambio d'umore. Quando si avvicina capisco le sue intenzioni. Mi sento particolarmente nervosa e per questo prendo un respiro profondo per calmarmi. Deve capirlo e per cercare di rilassarmi mi da un bacio sulla guancia indugiando per qualche secondo. Quando si stacca le sue labbra vengono sostituite dalla sua mano che prende ad accarezzarmi dolcemente la guancia. Sento la sua mano libera poggiarsi sul mio fianco, stringendolo leggermente. Alzo lo sguardo incontrando i suoi bellissimi occhi azzurri e vedo il suo sguardo abbassarsi sulle mie labbra. Si avvicina lentamente, forse troppo, e quando chiudo gli occhi, finalmente sento le sue labbra poggiarsi sulle mie. Inizia ad accarezzarle con la sua bocca, per poi approfondire il bacio. Gli metto le braccia intorno al collo avvicinandolo di più a me e lui mi passa le mani sulla schiena, mi accarezza le spalle, il collo e ritorna sulle mie guance. Il mio cuore batte talmente forte che ho paura lo possa sentire. Poggio una mano all'altezza del suo cuore per sentirlo battere esattamente come il mio. Il mio stomaco sembra contorcersi talmente è forte ciò che sto provando. Mi bacia come se fosse l'unica cosa che volesse fare e mi accarezza delicatamente ma allo stesso tempo con decisione come se non volesse perdermi.

Dopo poco siamo entrambi senza fiato, così lui si stacca, non prima di lasciarmi un altro piccolo bacio sulla bocca e uno sulla guancia, per poi far combaciare la sua fronte alla mia. Sorrido mente cerco di far calmare il mio cuore. Mi sento bene, finalmente felice di aver trovato una persona che mi voglia così come sono.

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