Capitolo 8

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Quando Jimin tornò sembrava assolutamente una persona nuova, sorrideva molto di più e sembrava quasi essere tornato quello di prima, quindi il leader e Jin non poterono fare altro che ringraziare Taehyung per come si prese cura di lui

"Mh non è merito mio, l'odore del mare e l'aria di tranquillità. Quelli fanno davvero tanto"

E Anche se Taehyung stesso non lo voleva ammettere, avere lui al fianco di Jimin è stato fondamentale.
In realtà Jimin nonostante stesse molto meglio, ancora non stava bene per niente ma era riuscito a concentrarsi sulle cose positive della sua vita senza pensare a quanto male stesse per tutta quella situazione. Ebbe solo un momento di debolezza, uno: appena entrato nella stanza sua e di Hoseok trovò un fiore su suo letto: aveva dei colori, Jimin era convintissimo di non aver mai visto nulla del genere in tutta la sua vita. Gli si mozzò il fiato a quella visione e lentamente lo prese in mano, per poi sedersi a terra: era dannatamente bello, sembrava così delicato che al solo tocco avrebbe potuto frantumarsi e Jimin sentì una fortissima stretta al cuore.
Non sa perché si sentisse in quel modo, perché un semplice fiore lo facesse stare così bene e così male allo stesso momento

"Jiminssi, ti chiama Namjo- cos'è?"

Jungkook gli si avvicinò dopo essere entrato dentro la stanza, capendo solo dopo che fosse un fiore

"Tutto okay?"

Il biondo sorrise appena e annuì

"Sì, solo..puoi metterlo in un vaso? O anche un bicchiere e portarlo qui? Io vado a vedere cosa vuole Namjoon huyng"

Il più piccolo annuì e prese delicatamente il fiore dalle piccole mani di Jimin, il quale faticava a lasciarglielo. Ripresosi da quel momento, fece finta che non fosse successo nulla, fino a prima di andare a dormire. Stese per qualche minuto ad osservare il fiore, accarezzargli i petali e odorarne il profumo. Era bellissimo, proprio come lo era quello stronzo di Yoongi e proprio come lo era la loro "storia". Jimin sospirando chiuse gli occhi e si girò dall'altra parte. Decise che l'indomani lo avrebbe buttato.

Cosa che non fece. Una settimana dopo il fiore appassì e Jimin mugugnò angosciato

"No dai.."

Sussurrò come se il fiore potesse parlargli. Sconsolato lo buttò e svuotò il bicchiere per poi metterlo a lavare. Jimin non sapeva che già sul suo letto lo aspettava un altro fiore, sempre lo stesso eppure sempre così diverso: questa cosa andò avanti anche per i mesi a venire.

Yoongi aveva scritto una canzone su quel fiore tanto strano. O più specificamente sulla storia incentrata su quel fiore così ossessivamente bello, voleva che Jimin sapesse che in realtà importava e tanto, che non gli era indifferente e che aveva speso un sacco di notti a sistemare una delle canzoni più belle che avesse mai scritto.
Non riusciva a parlarne, a parlare in generale e questo lo avevano appurato quasi tutti.
Yoongi si rese conto che l'unico modo che aveva per comunicare ciò che provava era attraverso la musica: era sempre stato così e lui lo sapeva, ma unire la musica e l'amore era un'altra cosa, aveva totalmente paura che se magari le cose con Jimin non si fossero mai sistemate, allora lui non sarebbe più riuscito a guardare in faccia neanche più la sua musica.
Erano due cose importantissime della sua vita, ben distinte, ma che non facevano altro che avvicinarsi per volersi intersecare.
Molte volte era lì per lì per cedere, perché Jimin gli mancava e aveva bisogno di lui, ne aveva davvero bisogno e questa distanza non faceva che ingigantire l'oscurità dell'ombra di Yoongi.
Fu una notte in cui si svegliò di soprassalto da un incubo che capì, Jimin era tutto quello che voleva, tutto ciò che aveva sempre voluto nel profondo del suo cuore. Combaciava perfettamente con la sua personalità ed era stanco di dare tutto questo potere alla paura, di farlo stare male e di privarlo della cosa più bella della sua vita, oltre la musica: la sua anima gemella.

The Truth Untold | YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora