THOR'S POV
Atterrai sulla Terra, ero nel parcheggio di una vecchia fabbrica abbandonata. Mi guardai intorno e alla fine la vidi. Stava parlando con Darcy, ma era viva e sembrava stare bene. Per fortuna non le era accaduto nulla di male, era ancora bella come me la ricordavo, forse anche di più. Ad un tratto lei mi vide e subito mi corse incontro sorpresa, io feci lo stesso. Mi dispiaceva averla lasciata sola per tutto quel tempo, ma ora non importava più perché io ero lì e c'era anche lei.
<<Jane, son ...>> la salutai, ma lei mi schiaffeggiò e non mi fece finire la frase.
Non era proprio così che mi ero immaginato l'incontro.
<<Scusa, è solo che dovevo assicurarmi che fossi tu. E' stata una giornata stranissima!>> sembrava sconvolta e molto agitata.
<<Sono io, Jane, non t....>> mi diede un altro schiaffo.
<<Si può sapere dov'eri finito?! Mi hai detto che saresti tornato!>> ora era furiosa.
Avevo la guancia indolenzita, prima di parlare mi accertai che non mi picchiasse ancora.
<<Dove sei stata tu! Heimdall non riusciva più a vederti>> le spiegai calmo.
<<Ero proprio dove mi avevi lasciata! Mi avevi promesso che saresti tornato!>> continuava a urlare e ad essere arrabbiata.
<<Perdonami, ma i Nove Regni erano nel caos, ho dovuto lottare contro i Titauri, sistemare i casini di mio fratello e il Bifrǫst era stato distrutto. Avrei voluto tornare da te, ma non potevo>> le spiegai.
<<Diciamo che come scusa non è così pessima>> disse lei calmandosi un poco.
<<Jane, ho combattuto per proteggerti ma mi sono sbagliato, perchè ti ho allontanata da me. Non so dove fossi finita o che cosa sia successo, ma una cosa la so>> mi scusai mentre la guardavo nei suoi bellissimi occhi.
<<Cosa?>> mi chiese calma e guardandomi negli occhi.
<<Io so ....>> mi ero perso nella sua bellezza, da troppo tempo non eravamo così vicini.
<<Lo sai ...>> anche lei sembrava persa.
<<So cosa....>> mi avvicinai piano per baciarla.
<<Cosa?>> si avvicinò anche lei.
Ci stavamo per baciare, ma Darcy ci interruppe e il nostro momento magico svanì.
<<Ehi!>> mi salutò Darcy.
<<Ehm .... stavamo parlando di una cosa molto importante noi>> la sgridò Jane.
<<Sono certa che ci arresteranno>> tagliò corto lei.
<<Ricorda dov'eravamo!>> mi disse Jane scappando e andando dai poliziotti.
Io e Darcy restammo a parlare per qualche secondo, poi ci mettemmo a fissare Jane e il poliziotto. Ad un certo punto il poliziotto le toccò il braccio e ci fu un'esplosione di energia rossa, che fece volare in aria i poliziotti e cadere a terra Jane. Io corsi subito da lei.
<<Jane, stai bene?>> le chiesi preoccupato.
<<Sì, credo. Cosa mi è successo?>>
Io scossi la testa. Dovevo portarla ad Asgard per farla visitare, non era di certo una malattia del suo mando.
<<Tieniti a me>> le dissi.
E in pochi secondi eravamo all'interno delBifrǫst. Quando arrivammo su Asgard, Jane era entusiasta, non le sembrava vero di trovarsi su un altro mondo.
<<Dobbiamo rifarlo!>> esclamò Jane guardandosi intorno.
<<Benvenuta ad Asgard>> la accolse Heimdall con un sorriso gentile.
<<Salve>> lo salutò lei.
Portai subito Jane nella Camera della Guarigione e i medici la visitarono subito, erano sorpresi quanto me di quello che aveva Jane nel corpo. Lei non aveva smesso di muoversi per un attimo e continuava a fare domande sugli apparecchi con cui la stavano visitando, era una scena buffa perché sembrava una bambina curiosa. Mio padre mi aveva detto di riportarla indietro, ma io lo avevo ignorato. Aveva bisogno delle nostre cure, la cosa dentro di lei non era una normale malattia.
<<Dunque le mia parole sono solo rumore da ignorare?>> mi domandò mio padre entrando nella stanza.
<<E' malata>> gli dissi.
<<La malattia è una loro caratteristica, hanno dei dottori anche loro>> mi disse lui.
<<Non ho mai visto una cosa del genere e noi possiamo aiutarla>> insistei.
<<La sua presenza qui è pari a quella di una capra ad una tavola imbandita>> la insultò mio padre.
<<Mi ha dat ...Ma chi si crede di essere?>> scattò Jane offesa.
<<Io sono Odino, Padre degli Dei e re di Asgard>> si presentò.
<<Oh ....beh io son....>> cercò di presentarsi Jane.
<<Sappiamo chi sei, Jane Foster>> la interruppe Odino.
Jane mi guardò sorpresa che avessi parlato di lei a mio padre. Io mi sentii imbarazzato e cercai di ragionare con mio padre. Ma lui non volle sentire ragioni e ordinò alle guardie di riportarla sulla Terra, ma appena la guardia la toccò ci fu di nuovo quell'esplosione di energia rossa. A quel punto mio padre prese sul serio la cosa che aveva dentro Jane. Si avvicinò a lei e gli passò una mano sul braccio, toccandola appena. Vedemmo un flusso di energia rosso seguire la mano di mio padre e ne rimanemmo sconvolti.
<<Venite con me>> disse poi rivolgendosi a me e a Jane.
Ci condusse in una stanza in cui non ero mai entrato prima di allora. Al centro della stanza c'era un grosso albero che teneva sui rami i Nove Regni, era bellissimo e non l'avevo mai visto prima. Lo seguimmo in una parte della stanza dove c'era un piedistallo con un libro.
<<Ci sono reliquie antecedenti all'universo stesso e dentro di lei sembra giacerne una>> fece una pausa per aprire il libro.<<I Nove Regni non sono eterni, hanno avuto un'alba e avranno un tramonto. Ma, prima di quell'alba, le forze oscure, gli Elfi Oscuri, regnavano incontrastati>> fece un'altra pausa per girare pagina.
<<Creati dalla notte eterna gli Elfi Oscuri giunsero per rubare la luce. Conosco queste storie, madre ce le raccontava da piccoli>> dissi io continuando il discorso di mio padre.
Lui annuì e proseguì il racconto.
<<Il loro capo Malekith creò un'arma da quell'oscurità, l'Aether. Mentre le altre reliquie sembrano delle gemme, l'Aether è fluido e in continuo mutamento. Serve a trasformare la materia in materia oscura e si nasconde nei corpi per estrarre loro la forza vitale. Malekith provò ad utilizzare il potere dell'Aether per far tornare l'oscurità nell'universo. Ma dopo molte lotte, mio padre Bor trionfò e li uccise tutti.>> concluse mio padre.
<<Ne sei sicuro? Perché si diceva che anche l'Aether era scomparso con loro e invece eccolo qui!>> gli domandai scettico.
<<Gli Elfi Oscuri sono morti>> mi rispose lui sicuro, ma io non riuscivo a credergli.
<<Nel suo libro è spiegato come potete togliermelo?>> domandò Jane a mio padre.
<<No>> sospirò lui desolato.
Uscimmo dalla stanza e decisi di fare una passeggiata con Jane, per distrarla un po' da quello che aveva sentito. Prima però gli procurai dei vestiti più adeguati al mio regno e li presi dall'armadio di mia madre, che accettò senza obbiezioni. Dopodiché uscimmo dal palazzo.